
Analisi di una malattia genetica rara dovuta all'instabilità proteica: studio e caratterizzazione del disturbo congenito della glicosilazione di tipo Ia
Informazioni sul documento
Autore | Chiara Cimmaruta |
instructor | Ch.mo Prof. Salvatore Cozzolino |
Scuola | Università degli Studi di Napoli “Federico II” |
Specialità | Biologia |
Anno di pubblicazione | XXXI ciclo |
Luogo | Napoli |
Tipo di documento | Tesi di dottorato |
Lingua | Italian |
Numero di pagine | 66 |
Formato | |
Dimensione | 2.44 MB |
- Malattie genetiche
- Biologia molecolare
- Congenital disorder of glycosylation
Riassunto
I. Introduzione
Il disordine congenito della glicosilazione di tipo Ia (CDG-Ia) è una malattia genetica rara caratterizzata da mutazioni nel gene PMM2, responsabile della produzione dell'enzima fosfomannomutasi-2. Questo enzima gioca un ruolo cruciale nella glicosilazione delle proteine, un processo fondamentale per il corretto funzionamento cellulare. La carenza di PMM2 porta a un'interruzione nella biosintesi del GDP-mannosio, essenziale per la formazione di glicoproteine. La diagnosi di CDG-Ia è complessa e spesso avviene in età pediatrica, con sintomi che variano da lievi a gravi. La comprensione della patologia è migliorata nel tempo, grazie a studi che hanno identificato le mutazioni genetiche e le loro conseguenze biochimiche. La ricerca continua a esplorare le basi molecolari di questa malattia, con l'obiettivo di sviluppare terapie efficaci.
II. Caratteristiche Biochimiche
Nella CDG-Ia, si osserva un'ipoglicosilazione delle glicoproteine, che porta a una riduzione della loro attività e concentrazione nel siero. Questo fenomeno coinvolge vari tipi di proteine, tra cui ormoni e fattori di coagulazione. Gli enzimi lisosomiali, spesso elevati nel siero, mostrano una ridotta presenza nei leucociti, suggerendo un difetto nell'assorbimento cellulare. I fibroblasti dei pazienti CDG-Ia presentano un aumento dei glicosfingolipidi, indicando un tentativo di compensare l'ipoglicosilazione. Questi cambiamenti biochimici sono fondamentali per comprendere le manifestazioni cliniche della malattia e possono fornire indizi per lo sviluppo di biomarcatori diagnostici. La ricerca in questo campo è cruciale per migliorare la diagnosi e il trattamento della CDG-Ia.
III. Sintomi e Diagnosi
I sintomi della CDG-Ia sono variabili e possono includere strabismo, ipotonia e iporeflessia. La diagnosi avviene spesso nel periodo neonatale, quando i segni clinici diventano evidenti. L'ipoplasia cerebellare è una caratteristica comune, documentata alla nascita o poco dopo. La mortalità infantile associata alla CDG-Ia è significativa, con circa il 20% dei casi che si verifica a causa di infezioni gravi o insufficienza. La diagnosi precoce è fondamentale per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. L'analisi genetica e i test biochimici sono strumenti essenziali per confermare la diagnosi e monitorare l'evoluzione della malattia.
IV. Terapie e Prospettive Future
Attualmente, non esiste una cura definitiva per la CDG-Ia, ma la ricerca si concentra sullo sviluppo di approcci terapeutici innovativi. L'uso della tecnologia CRISPR/Cas9 per modificare geneticamente le cellule rappresenta una promettente strategia per studiare le mutazioni e sviluppare trattamenti. L'identificazione di biomarcatori, come le forme ipoglicosilate di proteine nel siero, potrebbe facilitare la diagnosi e il monitoraggio della malattia. La creazione di modelli cellulari, come le linee cellulari HepG2 modificate, offre opportunità per testare nuovi farmaci e strategie terapeutiche. La continua ricerca in questo campo è essenziale per migliorare le opzioni di trattamento e la qualità della vita dei pazienti affetti da CDG-Ia.
Riferimento del documento
- Congenital disorder of glycosylation type Ia (CDG-Ia) (Chiara Cimmaruta)
- PMM2 gene encoding phosphomannomutase 2 (Salvatore Cozzolino)
- J. Jaeken et al. 1980
- E. Van Schaftingen et al. 1995
- Matthijs et al. 1997