
Il Rischio Cardiovascolare nel Diabete Mellito Tipo 2
Informazioni sul documento
Autore | Sara Cocozza |
Scuola | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Specialità | Medicina Clinica e Sperimentale |
Anno di pubblicazione | 2018 |
Luogo | Napoli |
Tipo di documento | Tesi di Dottorato |
Lingua | Italian |
Numero di pagine | 69 |
Formato | |
Dimensione | 1.18 MB |
- Diabete Mellito Tipo 2
- Rischio Cardiovascolare
- Malattie Cardiovascolari
Riassunto
I. Introduzione
Il diabete mellito tipo 2 (DM2) è una patologia cronica che ha un impatto significativo sulla salute pubblica, essendo associato a un aumento dell'incidenza di eventi cardiovascolari (CV) e a una mortalità cardiovascolare elevata. Nonostante i progressi nella terapia e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari (MCV), queste rimangono la principale causa di morte tra i pazienti affetti da DM2. La prevalenza del DM2 è in costante aumento a livello globale, rendendo urgente l'implementazione di strategie efficaci per la riduzione del rischio cardiovascolare. La gestione della malattia cardiovascolare (CVD) è quindi cruciale, poiché le manifestazioni cliniche dell'aterosclerosi, come angina e infarto, sono frequentemente associate al diabete. La presenza di una cardiomiopatia diabetica può ulteriormente complicare il quadro clinico, portando a disfunzioni cardiache significative.
II. Rischio Cardiovascolare e Diabete
Il DM2 è stato a lungo considerato un 'risk equivalent' della malattia coronarica (CAD), con i pazienti diabetici classificati come ad alto rischio senza necessità di ulteriori stratificazioni. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che il rischio CV nei pazienti diabetici è altamente eterogeneo. Una meta-analisi ha rivelato che i pazienti con DM2 e senza storia di CAD presentano un rischio significativamente inferiore di sviluppare CAD rispetto ai non diabetici con pregressi infarti. Questo suggerisce che una stratificazione accurata del rischio CV è necessaria, in linea con le attuali raccomandazioni internazionali. La comprensione di questi fattori di rischio è fondamentale per migliorare la gestione clinica dei pazienti diabetici.
III. Linea di Ricerca
La ricerca si è concentrata su tre aree principali: l'impatto della sindrome metabolica sui parametri ecocardiografici, la validazione di un algoritmo di screening per la cardiopatia ischemica silente e l'associazione tra il consumo di polifenoli e il miglioramento del profilo di rischio cardiovascolare. Questi studi mirano a chiarire le interazioni tra i fattori di rischio e a sviluppare strategie di screening e prevenzione più efficaci. La sindrome metabolica, caratterizzata da un insieme di fattori di rischio CV, è stata identificata come un elemento cruciale nella valutazione del rischio nei pazienti diabetici. La ricerca in queste aree ha il potenziale di influenzare le linee guida cliniche e migliorare gli esiti per i pazienti.
IV. Conclusioni
La gestione del rischio cardiovascolare nel DM2 è un obiettivo di primaria importanza, data la crescente prevalenza della malattia e il suo impatto sulla salute pubblica. Le evidenze suggeriscono che una stratificazione accurata del rischio e l'implementazione di strategie preventive possono ridurre significativamente l'incidenza di eventi cardiovascolari nei pazienti diabetici. La ricerca continua a esplorare le complesse interazioni tra i fattori di rischio e le potenziali strategie terapeutiche, contribuendo a una migliore comprensione e gestione della malattia cardiovascolare nei pazienti con DM2.
Riferimento del documento
- Il Rischio Cardiovascolare nel Diabete Mellito Tipo 2 (Dott. Sara Cocozza)
- Associazione tra Sindrome metabolica e indici ecocardiografici di disfunzione sistolica, disfunzione diastolica ed ipertrofia del ventricolo sinistro (Prof. A.A. Rivellese)
- Validazione algoritmo di screening della cardiopatia ischemica silente in pazienti con diabete mellito tipo 2 (Prof. M. Galderisi)
- Associazione tra consumo di polifenoli e miglioramento dei fattori di rischio cardiovascolare in pazienti con diabete mellito tipo 2 (Non specificato)
- Meta-analisi di 13 studi epidemiologici (Non specificato)