
Gestione rifiuti secchi non riciclabili: Inceneritore o CDR a Padova e Treviso
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Riassunto
I.Norme europee
La direttiva 75/442/CEE dell'Unione Europea regolamenta lo smaltimento dei rifiuti, definendoli come "ciò di cui un produttore si disfi o sia obbligato a disfarsi". Stabilisce inoltre che i costi di smaltimento non coperti dal riutilizzo dei rifiuti siano ripartiti secondo il principio "chi inquina paga", prevede un'autorizzazione per le imprese che raccolgono, trattano e smaltiscono i rifiuti prodotti da altri e impone la sorveglianza per le imprese che smaltiscono i propri rifiuti.
II.Decreto Ronchi
Il Decreto Ronchi pone l'accento sulla prevenzione e riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti, incoraggiando l'uso di tecnologie pulite, l'eco-audit e l'introduzione di prodotti a basso impatto ambientale.
III.Principi del 2006
Il decreto legislativo 152/2006 stabilisce che la gestione dei rifiuti è di pubblico interesse e deve essere effettuata secondo i principi di precauzione, prevenzione, sostenibilità, proporzionalità, responsabilizzazione e cooperazione di tutti i soggetti coinvolti.
IV.Definizione di rifiuti pericolosi
I rifiuti pericolosi sono quelli che presentano le caratteristiche di cui all'allegato I della Parte Quarta del decreto legislativo 152/2006.
Definizione di rifiuti pericolosi
- Sono rifiuti pericolosi quelli che recano le caratteristiche di cui all’allegato I della Parte Quarta del presente decreto.
Elenco dei rifiuti pericolosi
- L’elenco dei rifiuti di cui all’allegato D alla parte quarta del presente decreto include i rifiuti pericolosi e tiene conto dell’origine e della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose. Esso è vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da considerare pericolosi.
Caratterizzazione dei rifiuti pericolosi
L’inclusione di una sostanza o di un oggetto nell’elenco non significa che esso sia un rifiuto in tutti i casi, ferma restando la definizione di cui all’art. 183 del presente decreto.
V.Elenco dei rifiuti
L'allegato D della Parte Quarta del decreto legislativo 152/2006 include un elenco dei rifiuti pericolosi, tenendo conto dell'origine e della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose.
5. Elenco dei rifiuti
L'elenco dei rifiuti di cui all'allegato D alla parte quarta del presente decreto include i rifiuti pericolosi e tiene conto dell’origine e della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose. Esso è vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da considerare pericolosi. L’inclusione di una sostanza o di un oggetto nell’elenco non significa che esso sia un rifiuto in tutti i casi, ferma restando la definizione di cui all’art. 183 del presente decreto.
VI.Raccolta differenziata
La raccolta differenziata viene promossa dalle Province attraverso iniziative di sensibilizzazione e corsi di formazione, con l'obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti e favorire il riutilizzo e il riciclo.
VII.Incenerimento
L'incenerimento è una delle tecnologie più diffuse per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati o dei combustibili derivati dai rifiuti (CSS). Consente di generare energia elettrica o calore.
VIII.Trattamento meccanico biologico
Il trattamento meccanico-biologico separa e classifica i componenti dei rifiuti utilizzando sistemi meccanici automatizzati, rimuovendo i materiali riciclabili e quelli destinati alla discarica.
1. Trattamento meccanico biologico
Il trattamento meccanico-biologico (TMB) consiste essenzialmente in due fasi:
La parte meccanica del TMB si riferisce a una fase di separazione e classificazione dei vari componenti dei rifiuti utilizzando dei sistemi meccanici automatizzati. In questo modo dalla massa dei rifiuti vengono rimossi i componenti riciclabili, come carta, metalli, plastiche e vetro, e altri componenti destinabili solamente in discarica. Tipicamente vengono sfruttati nastri trasportatori, magneti industriali, separatori galvanici a corrente parassita, vagli a tamburo, vaglio a dischi, macchine spezzettatrici e altre apparecchiature appropriate.
La parte biologica del TMB consiste in un processo di trattamento aerobico dei rifiuti organici, ovvero dei rifiuti che si decompongono facilmente, come gli scarti alimentari e i rifiuti verdi. Tale processo viene condotto in impianti di compostaggio o digestione anaerobica, che consentono di trasformare la materia organica in compost o biogas, entrambi utilizzabili come fertilizzanti o come fonti di energia rinnovabile.
2. Trattamenti di tipo meccanico biologico TMB
In particolare, l'impianto di produzione di CDR di Spresiano in provincia di Treviso utilizza una serie di "trattamenti di tipo meccanico-biologico" (TMB), partendo da una selezione di composto secco-umido e biostabilizzando la frazione organica.
IX.Combustibile derivato dai rifiuti
Il combustibile derivato dai rifiuti (CDR) è un combustibile solido ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani. Può essere utilizzato negli impianti di recupero basati sull'uso di tecnologie o co-incinerito con combustibili tradizionali.
1. Definizione
Il Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR), traduzione dell'acronimo inglese RDF (Refuse Derived Fuel), è un combustibile solido ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani.
2. Trattamento meccanico biologico dei rifiuti
Il trattamento meccanico-biologico consiste essenzialmente di due fasi:
- La parte meccanica del TMB viene riferita a una fase di separazione e classificazione dei vari componenti dei rifiuti utilizzando dei sistemi meccanici automatizzati. In questo modo dalla massa dei rifiuti vengono rimossi i componenti riciclabili, come carta, metalli, plastiche e vetro, e altri componenti destinabili solamente in discarica.
- La parte biologica del TMB, invece, è finalizzata alla stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti rimasti dopo la separazione meccanica. Questa stabilizzazione viene effettuata tramite un processo di digestione aerobica o anaerobica, che consente di ridurre il contenuto di sostanza organica nei rifiuti e di produrre biogas.
3. Produzione del Combustibile Derivato dai Rifiuti CDR
Il CDR viene prodotto attraverso una serie di “trattamenti di tipo meccanico-biologico” (TMB) , partendo da una selezione di composto secco-umido e biostabilizzando la frazione organica. Al contenimento delle emissioni di polveri e al deposito dei rifiuti nelle diverse fasi di trattamento.
X.Impianto di Spresiano
L'impianto di Spresiano produce CDR attraverso una serie di trattamenti meccanico-biologici, partendo da una selezione di composto secco-umido e biostabilizzando la frazione organica.
1. Impianto di Spresiano
L’impianto di Spresiano, situato in provincia di Treviso, è un impianto di produzione di Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR) che opera dal 2004. Lo scopo dell’impianto è quello di trattare il rifiuto secco residuo, ovvero la frazione che rimane dopo la raccolta differenziata, e trasformarlo in un materiale che può essere utilizzato come combustibile in impianti dedicati o in impianti produttivi in sostituzione dei combustibili convenzionali.
2. Processo di produzione del CDR
Il processo di produzione del CDR a Spresiano prevede una serie di trattamenti di tipo meccanico-biologico (TMB), partendo da una selezione di composto secco-umido e biostabilizzando la frazione organica. In particolare, il processo prevede le seguenti fasi:
- Ricezione e stoccaggio dei rifiuti
- Trattamento meccanico per separare la frazione organica da quella secca
- Biostabilizzazione della frazione organica
- Trattamento meccanico per ridurre la dimensione del rifiuto e produrre il CDR
- Stoccaggio e spedizione del CDR
3. Caratteristiche del CDR
Il CDR prodotto a Spresiano ha un potere calorifico di circa 25 MJ/kg e un contenuto di umidità inferiore al 10%. È composto principalmente da plastica, carta, legno e tessuti. Il CDR è un materiale stabile e inodore, che può essere facilmente trasportato e stoccato.
4. Destinazione del CDR
Il CDR prodotto a Spresiano viene esportato in Ungheria, dove viene utilizzato come combustibile in impianti di co-combustione con carbone o biomasse. La co-combustione è un processo che prevede l’utilizzo di combustibili alternativi insieme a combustibili tradizionali, come il carbone, per ridurre le emissioni e aumentare l’efficienza energetica.
5. Vantaggi e svantaggi del CDR
Il CDR presenta alcuni vantaggi rispetto allo smaltimento in discarica, tra cui:
- Riduzione del volume dei rifiuti da smaltire
- Produzione di energia rinnovabile
- Risparmio di materie prime
Tuttavia, il CDR ha anche alcuni svantaggi, tra cui:
- Costi di produzione elevati
- Necessità di impianti dedicati per la combustione
- Possibili emissioni inquinanti derivanti dalla combustione
6. Conclusioni
L’impianto di Spresiano è un esempio di impianto di produzione di CDR che opera in Italia. La produzione di CDR può essere una soluzione per ridurre il volume dei rifiuti da smaltire e produrre energia rinnovabile. Tuttavia, è importante considerare anche i costi e gli impatti ambientali associati alla produzione e alla combustione del CDR.
XI.Redditività a confronto
Il confronto tra l'impianto di incenerimento di Padova e l'impianto di produzione di CDR di Spresiano mostra che l'incenerimento ha una maggiore redditività, considerando i ricavi derivanti dalla produzione di energia e dai Certificati Verdi.
5.3. Redditività a confronto
L’inceneritore di San Lazzaro e l’impianto di produzione del CDR di Spresiano sono sottoposti ad un confronto di redditività per stabilire quale dei due impianti presenta una maggiore convenienza. I costi e i ricavi derivanti dai due processi di trattamento dei rifiuti vengono analizzati con lo scopo di determinare la maggiore redditività.
XII.Impatto ambientale
L'incenerimento ha un impatto ambientale diretto inferiore rispetto alla produzione di CDR, poiché quest'ultimo viene esportato e bruciato all'estero. Tuttavia, l'impianto di Spresiano ha un impatto ambientale indiretto maggiore, dovuto al maggior numero di mezzi di trasporto coinvolti nella movimentazione in uscita.
XIII.Modello migliore di smaltimento
Il modello di smaltimento dei rifiuti secchi ritenuto migliore è quello dell'incenerimento, come implementato nell'impianto di Padova, che presenta minori emissioni di sostanze inquinanti, maggiore rendimento energetico e costi di smaltimento più bassi per la comunità locale.
XIV.Incenerimento in Danimarca
La Danimarca ha un sistema avanzato di incenerimento dei rifiuti, con una diffusa rete di impianti ad alta efficienza che forniscono riscaldamento di quartiere e generano energia elettrica.
1. Incenerimento in Danimarca
In Danimarca si contano 32 impianti di incenerimento, circa uno ogni 170.000 abitanti, tra i più avanzati in Europa. Grazie al supporto politico al riscaldamento di quartiere, questi impianti vendono quasi tutto il calore prodotto per quasi tutto l'anno. Sono caratterizzati da un alto rendimento energetico e sono dotati delle migliori tecnologie disponibili.
XV.Polo Integrato Fusina
Il Polo Integrato Fusina rappresenta un modello ibrido che combina la produzione di CDR con la co-combustione nella centrale termoelettrica ENEL a carbone, riducendo l'impatto ambientale indiretto e le emissioni rispetto alla combustione del solo carbone.