
Criminalità e Sicurezza a Napoli: Secondo Rapporto
Informazioni sul documento
Autore | Giacomo Di Gennaro |
Scuola | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Specialità | Scienze Criminologiche, Giuridiche e Sociali |
Anno di pubblicazione | 2017 |
Luogo | Napoli |
Tipo di documento | rapporto |
Lingua | Italian |
Numero di pagine | 348 |
Formato | |
Dimensione | 9.98 MB |
- Criminalità
- Sicurezza
- Criminologia
Riassunto
I. Introduzione
Il 'Criminalità e Sicurezza a Napoli: Secondo Rapporto' si propone di analizzare le ragioni della persistenza di fenomeni criminali a Napoli, confrontandoli con altre metropoli italiane. La ricerca si concentra su vari aspetti, tra cui l'agire deviante di minori e adulti, la formazione di aggregazioni violente giovanili e l'efficacia delle politiche di deterrenza. L'analisi si basa su dati empirici e riflessioni teoriche, evidenziando come la criminalità possa essere influenzata da fattori sociali e culturali. La ferocia dei clan camorristici è un tema centrale, così come l'adeguatezza delle misure di controllo e sicurezza attuate in città come Napoli. La relazione tra criminalità e opportunità legali è un altro punto cruciale, suggerendo che la mancanza di opportunità possa spingere gli individui verso carriere criminali.
II. Fenomeni Criminali e Minori
La sezione dedicata alla criminalità minorile esplora le dinamiche che coinvolgono i giovani nel contesto metropolitano. Si analizzano le diversità e le similarità territoriali, evidenziando come i minori possano diventare attori di delitti. L'analisi include indici di microdelinquenza, furti e reati sessuali, sottolineando l'importanza di comprendere il contesto sociale in cui si sviluppano tali comportamenti. La riflessione su come il mercato e il consumo di stupefacenti influenzino la delittuosità minorile è fondamentale. Le politiche di prevenzione e intervento sono discusse, suggerendo che un approccio integrato potrebbe ridurre la criminalità giovanile.
III. Organizzazioni Criminali e Omicidi
Un'analisi approfondita degli omicidi legati alle organizzazioni criminali come la camorra e la mafia è presentata in questa sezione. Gli omicidi sono considerati indicatori della dinamica criminale, con un focus sulle distribuzioni e tendenze nel tempo. La sezione discute anche il fenomeno degli omicidi di camorra, evidenziando come questi eventi siano spesso il risultato di conflitti interni tra gruppi criminali. La ricerca mette in luce l'importanza di comprendere le motivazioni e le conseguenze di tali atti violenti, nonché le implicazioni per la sicurezza pubblica. La violenza delle organizzazioni criminali rappresenta una sfida significativa per le autorità e richiede strategie di intervento mirate.
IV. Politiche di Sicurezza e Deterrenza
La sezione finale si concentra sulle politiche di sicurezza, in particolare sulla teoria della tolleranza zero e le sue applicazioni. Si analizzano i limiti di questa teoria, evidenziando le debolezze teoriche e metodologiche. Le politiche di sicurezza in Italia sono messe a confronto con quelle degli Stati Uniti, offrendo spunti per una riflessione critica. La sperimentazione del Progetto ARACNE da parte della Questura di Napoli è discussa come un esempio di approccio innovativo al controllo della criminalità. L'uso della tecnologia, come XLAW, è presentato come un potenziale strumento per migliorare l'efficacia delle misure di sicurezza. La sezione conclude con considerazioni sulle future direzioni delle politiche di sicurezza in un contesto in continua evoluzione.
Riferimento del documento
- Criminalità e sicurezza a Napoli (Giacomo Di Gennaro, Riccardo Marselli)
- La criminalità minorile nelle città metropolitane italiane (Maria Di Pascale)
- Le statistiche sull’esecuzione delle pene in Italia e in Campania (Andrea Procaccini)
- Gli omicidi nelle organizzazioni criminali: ‘ndragheta, camorra, mafia, e sacra corona unita (Giacomo Di Gennaro, Debora Amelia Elce, Fausto Lamparelli, Francesco Rattà, Luigi Rinella, Rodolfo Ruperti)
- Tolleranza zero o deterrenza selettiva: quali strade intraprendere per rispondere più efficacemente alla domanda di sicurezza (Giacomo Di Gennaro, Elia Lombardo, Riccardo Marselli, Michele Spina)