Il nayrūz nell’opera poetica di Mihyār al-Daylamī

Nayrūz: poesia di Mihyār al-Daylamī

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Riassunto

I.La Biografia di Mihyār al Daylamī Un Approccio Innovativo attraverso le Qaṣāʾid di Nayrūz

Questo studio approfondisce la vita di Mihyār al-Daylamī, un poeta del periodo Buyide (III/IX-IV/X secolo), utilizzando un metodo innovativo. Analizzando le sue qaṣāʾid (poesie), in particolare quelle composte per la festività del Nayrūz, si ricostruisce la sua carriera e il suo rapporto con i potenti. La data di conversione all'Islam (394/1003) e la morte (428/1037) sono punti cardine dell'analisi, così come il ruolo del suo maestro, Šarīf al-Raḍī. L'analisi delle dediche nelle qaṣāʾid di Nayrūz offre informazioni sui suoi patroni e sui circoli letterari a cui apparteneva, svelando una carriera che culmina con la composizione di qaṣāʾid per importanti visir.

1. Una Biografia Ricostruita attraverso il Dīwān e la Festività del Nayrūz

Lo studio si concentra sulla ricostruzione della biografia di Mihyār al-Daylamī, un poeta la cui vita è rimasta finora avvolta nel mistero. L'approccio innovativo consiste nell'analizzare il suo dīwān, focalizzandosi sulle poesie composte per il Nayrūz, una festività con un forte carattere istituzionale nel periodo Buyide. L'analisi del dīwān in relazione al Nayrūz come parola chiave permette di ricostruire il percorso professionale del poeta, identificando i suoi patroni e i circoli letterari in cui operava. Questo metodo consente di superare le lacune delle fonti tradizionali, spesso frammentarie e incomplete, offrendo una prospettiva più completa sulla carriera e sulle relazioni di Mihyār al-Daylamī. L'importanza della festività del Nayrūz come chiave di lettura biografica è fondamentale, dato che questo evento segnava una riorganizzazione degli assetti di potere e coincideva con la cerimonia di investitura delle cariche governative. L'analisi delle qaṣāʾid nayrūziyya e dei loro dedicatari, spesso personaggi di alto rango, offre preziose informazioni cronologiche e contestuali.

2. La Conversione all Islam 394 1003 e il Ruolo di Šarīf al Raḍī

Un evento cruciale nella vita di Mihyār al-Daylamī è la sua conversione all'Islam nel 394/1003, un momento che lo studio interpreta non solo come un atto di fede, ma anche come un elemento chiave per la sua ascesa sociale e professionale. La conversione, avvenuta nell'età adulta e in un periodo di piena maturità intellettuale, rappresenta un passaggio fondamentale per l'ingresso del poeta negli ambienti di potere. La figura di Šarīf al-Raḍī, maestro e mentore di Mihyār al-Daylamī, gioca un ruolo cruciale in questo processo. Šarīf al-Raḍī, proveniente da una famiglia di lunga tradizione sciita, aveva un'enorme influenza e prestigio, e la sua promozione del talento poetico di Mihyār lo ha consacrato definitivamente negli ambienti di corte. La conversione all'Islam, per un non arabo, aveva anche una valenza giuridica, sancendo ufficialmente l'abbandono del gruppo familiare d'origine e l'ingresso in quello del patrono, facilitando l'accesso alle più prestigiose corti. L'assenza di dettagli sulla sua infanzia e la data di nascita ancora ignota testimoniano la scarsità di informazioni biografiche disponibili prima del 394/1003.

3. L Ascesa di Mihyār Dalla Periferia ai Circoli di Potere del Periodo Buyide

L'analisi delle qaṣāʾid nayrūziyya indica una progressione nella carriera di Mihyār al-Daylamī. L'attività poetica più intensa e la maggiore fama si concentrano negli ultimi anni della sua vita (422/1030-428/1037), periodo in cui i suoi dedicatari sono prevalentemente visir. Prima del 422/1030, le qaṣāʾid dedicate a personaggi di alto rango ma senza ruoli istituzionali si concentrano in un periodo compreso tra il 409/1018 e il 413/1022. Le prime qaṣāʾid nayrūziyya databili risalgono al 406/1015 e sono dedicate a Ṣāḥib Abū al-Qāsim ibn ‘Abd al-Raḥīm, uno dei suoi principali sostenitori. Questa analisi evidenzia una chiara ascesa nella carriera del poeta, da un'attività iniziale legata a personaggi influenti ma non di vertice, fino al raggiungimento del massimo prestigio negli ultimi anni di vita, durante i quali scrive per i più alti funzionari dello stato Buyide. Il Nayrūz, come momento di riorganizzazione del potere, diventa il palcoscenico perfetto per l'affermazione di Mihyār al-Daylamī all'interno delle più importanti cerchie della corte.

II.Il Nayrūz Festività Istituzionale e Potere nel Periodo Buyide

Lo studio evidenzia l'importanza del Nayrūz non solo come ricorrenza calendariale, ma soprattutto come evento altamente istituzionale nel contesto del Califfato Abbaside e del periodo Buyide. La celebrazione coincideva con la riorganizzazione degli assetti di potere, rendendo l'analisi delle qaṣāʾid di Nayrūz fondamentale per comprendere le dinamiche politiche. Le qaṣāʾid analizzate sono dedicate a personaggi influenti, confermando il ruolo politico della festività e il legame tra poesia e potere.

1. Il Nayrūz Oltre la Ricorrenza Calendaria

La festività del Nayrūz, al centro di questo studio, va ben oltre una semplice ricorrenza calendariale. Il testo evidenzia il suo carattere fortemente istituzionale, sottolineando il suo ruolo nella riorganizzazione degli assetti di potere durante il periodo Buyide. La celebrazione del Nayrūz era strettamente legata alla cerimonia d'investitura delle cariche governative, rappresentando un momento cruciale per l'assegnazione degli incarichi e la ridefinizione delle gerarchie. Questo aspetto istituzionale del Nayrūz è fondamentale per comprendere le dinamiche politiche del periodo e fornisce una chiave di lettura per interpretare il contesto sociale e culturale in cui operava il poeta Mihyār al-Daylamī. L'analisi delle qaṣāʾid nayrūziyya presenti nel dīwān del poeta, infatti, permette di approfondire questo legame tra la festività e la sfera del potere, offrendo spunti interpretativi di grande rilievo storico. Si sottolinea come lo studio del Nayrūz come parola chiave sia essenziale per una più completa comprensione del contesto storico e sociale del periodo.

2. Il Nayrūz e le Dinamiche di Potere nel Periodo Buyide

L'analisi approfondisce il ruolo del Nayrūz nelle complesse dinamiche di potere del periodo Buyide. La festività rappresentava un'occasione fondamentale per ridefinire gli equilibri di potere, assegnando incarichi e confermando il ruolo dei personaggi chiave all'interno del sistema. Questo aspetto istituzionale si riflette nell'analisi delle qaṣāʾid nayrūziyya di Mihyār al-Daylamī, che sono dedicate quasi esclusivamente a personaggi influenti e di alto rango, a conferma del significato politico della festività. Le qaṣāʾid analizzate, composte prevalentemente tra il 413/1023 e il 428/1037, offrono preziose informazioni sulla composizione delle cerchie di potere, spesso parzialmente autonome rispetto al potere dell'amīr. L'analisi dei dedicatari delle qaṣāʾid aiuta a ricostruire queste cerchie di potere e a comprendere il ruolo del poeta all'interno di esse. Il Nayrūz, quindi, diviene uno strumento interpretativo per comprendere la complessa struttura del potere nel periodo Buyide, un periodo segnato da un certo decentramento del potere rispetto al Califfato Abbaside.

3. Il Nayrūz e il Ruolo degli Intellettuali di Corte

L'importanza del Nayrūz è ulteriormente evidenziata dall'analisi del ruolo degli intellettuali di corte nel periodo Buyide. La festività non solo sanciva la riorganizzazione del potere politico ma regolava anche i rapporti tra i potenti e i loro protetti, inclusi i poeti. Le qaṣāʾid nayrūziyya testimoniano l'esistenza di un vero e proprio contratto tra il poeta e il suo mecenate, in cui il mamdūḥ (il personaggio lodato) era tenuto a rispettare gli accordi presi, ricompensando adeguatamente il poeta per la sua opera. La qaṣīda, quindi, assume un valore istituzionale e propagandistico, diventando una “prestazione professionale” con rilevanza politica. Il Nayrūz garantiva il rispetto di questi vincoli, e la mancata osservanza poteva portare a conseguenze negative per il mamdūḥ. Questo sottolinea il grande prestigio e l'influenza degli intellettuali a corte e in particolare il ruolo di Mihyār al-Daylamī, la cui intransigenza nei confronti dei dedicatari insolventi testimonia il suo potere contrattuale e la sua influenza nella sfera politica. Anche il Nayrūz contribuiva al rafforzamento del potere del mamdūḥ attraverso la propaganda poetica.

III.Il Contesto Storico Culturale Buyide Tra Rinascimento e Declino

Il periodo Buyide è descritto come un'epoca complessa, spesso interpretata come un 'declino' dell'impero. Lo studio rivaluta questo periodo, evidenziando la vivacità culturale che caratterizza la cosiddetta 'Rinascita Islamica'. Il potere, seppur accentrato nelle mani dell'amīr al-umarā’, si articolava in cerchie di potere più piccole. Figure chiave come i visir, pur perdendo centralità rispetto al passato, mantengono un ruolo importante, promuovendo la cultura e diventando mecenati di poeti come Mihyār al-Daylamī. Si analizzano le conseguenze dell'iqṭā‘ (feudo) e l'influenza di gruppi come gli ‘ayyārūn sulla struttura del potere. Importanti opere storiche come il Tağārib al-Umām di Ibn Miskawayh (anche noto come The Eclipse of the ‘Abbasid Caliphate) vengono citate come fonti primarie. Baghdad è presentata come un centro cosmopolita e multiculturale.

1. Il Periodo Buyide Tra Crisi e Rinascita Culturale

Il documento inquadra il contesto storico-culturale del periodo Buyide (III/IX-IV/X secolo), un'epoca complessa spesso descritta come di 'declino' ma che presenta anche una notevole vivacità culturale. Il Califfato Abbaside, in profonda crisi, cede potere all'autorità militare dell'amīr al-umarā’, che diviene il vero detentore del potere effettivo. L'istituzione califfale sopravvive ma ridimensionata, perdendo parte delle sue prerogative di governo. Questo periodo vede una stretta relazione tra le dinamiche di un potere bisognoso di legittimazione e l'ambiente culturale, in un rapporto di reciproca interdipendenza. Si sottolinea che lo sviluppo culturale non è un fenomeno isolato ma strettamente connesso al contesto storico. Per approfondire questo periodo, il documento fa riferimento a opere storiografiche come il Tağārib al-Umām di Ibn Miskawayh (The Eclipse of the ‘Abbasid Caliphate) e studi moderni come The Buwayhid dynasty of Baghdad di Mafizullah Kabir e Humanism in the Renaissance of Islam di Joel Kraemer.

2. Il Decentramento del Potere e le Cerchie di Influenza

Il potere durante il periodo Buyide non era univocamente accentrato. Il documento evidenzia l'esistenza di cerchie di potere parzialmente autonome rispetto all'autorità dell'amīr al-umarā’. I più alti funzionari statali, inclusi i visir, esercitavano il loro potere all'interno di questi microcosmi, mantenendo e accrescendo il loro prestigio. Questo decentramento del potere non è visto come un segno di decadenza, ma come una risposta coerente alle trasformazioni in atto e alla frammentazione dell'impero. L'esistenza di queste cerchie di potere aiuta a comprendere l'evoluzione dell'assetto amministrativo del califfato e il ruolo degli intellettuali e dei poeti, come Mihyār al-Daylamī, che operavano all'interno di queste reti di relazioni di potere. L'analisi critica le definizioni riduttive del periodo come 'intermezzo iranico', evidenziando la complessità e la ricchezza del contesto storico-culturale.

3. Baghdad Cosmopolitismo e Vivacità Culturale

Il documento sottolinea il cosmopolitismo di Baghdad durante il periodo Buyide, presentandola come un melting pot di culture, razze e religioni. Questa multiculturalità si traduce in un fervore intellettuale e in un desiderio di rinnovamento e confronto. Nonostante un certo declino socio-economico, la città mantiene una vivacità umana e culturale eccezionale. Anche le corti dei visir, spesso altrettanto sfarzose di quelle degli emiri, giocano un ruolo fondamentale nella promozione della cultura, agendo da mecenati di poeti e letterati. Si cita l'esempio di Sābūr ibn Ardašīr, visir di Bahā’ al-Dawla, che fonda il Dār al-‘ilm, un'importante accademia con oltre diecimila volumi, e di Šarīf al-Raḍī, che fonda una propria accademia. Questa ampia disponibilità di risorse e la propensione alla liberalità da parte dei principi buyidi e dei loro visir, in parte attribuita all'orientamento sciita della classe dirigente e alla formazione culturale cosmopolita, favoriscono la fioritura delle arti e delle scienze, senza eccessive censure.

4. Il concetto di Rinascimento nel Contesto Islamico Buyide

Il documento discute l'applicazione del termine Rinascimento al contesto islamico del III/IX secolo, partendo dall'opera di Adam Mez, Die Renaissance des Islam. Si confrontano le similarità tra il Rinascimento occidentale e quello islamico, entrambe segnate da un decentramento del potere che genera disorientamento nell'individuo. In Europa, questo decentramento è legato all'espansione ottomana e alla scoperta dell'America. Similmente, nel mondo islamico Buyide, il decentramento è legato al cambiamento delle dinamiche di potere. Si evidenzia il recupero di un'eredità culturale, nel caso europeo dei classici greci e latini, e nel caso islamico attraverso il ricorso alla letteratura e all'arte persiana. Il documento poi chiede se è corretto parlare di 'Rinascimento dell'Islam' nel periodo buyide e ne approfondisce le possibili analogie e differenze con quello europeo, sottolineando la complessità di applicare una categoria storiografica occidentale a un contesto differente.

IV.Lo Stile Poetico di Mihyār al Daylamī Tra Tradizione e Innovazione

Lo stile di Mihyār al-Daylamī è caratterizzato da verbosità e raffinatezza, con un uso sapiente di figure retoriche e metafore, tipico del badī‘. La critica di Ḍayf, che lo accusa di imitazione e mancanza di originalità (taṣannu‘ e talfīq), viene contestata, evidenziando invece la sua abilità tecnica e il ruolo della poesia come strumento di legittimazione del potere all'interno delle cerchie di influenza. La sua poesia, pur inserendosi nella tradizione della poesia panegirica, mostra elementi di realismo.

1. Caratteristiche dello Stile di Mihyār al Daylamī

Lo stile poetico di Mihyār al-Daylamī è descritto come caratterizzato da una notevole verbosità e una raffinata raffinatezza. La lunghezza dei suoi poemi è una caratteristica distintiva, superando in prolissità tutti i suoi contemporanei. Le sue qaṣāʾid sono ricche di figure retoriche, con ogni termine scelto con cura e precisione, sebbene alcune parole ricorrano più volte, suggerendo una ripetitività tematica. Questi elementi, tipici anche della poesia classica, sono rielaborati attraverso lo stile del badī‘, che permette al poeta di presentare i temi principali sotto forme diverse, arricchendoli di nuovi significati simbolici. La metafora, secondo Sperl, domina la sua poesia, a spese della similitudine, armonizzando l'intera qaṣīda. La ripetizione, lungi dall'essere meccanica, è invece funzionale a un andamento dinamico e a una variazione sul tema, creando un nuovo genere caratterizzato da un realismo sottile.

2. Critiche e Rivalutazione dello Stile

La critica di Ḍayf definisce la poesia di Mihyār al-Daylamī come un esempio di taṣannu‘ e talfīq, accusandolo di imitazione e mancanza di originalità. Ḍayf considera la poesia del III/IX secolo come una manifestazione della decadenza culturale e del declino sociale e politico dell'epoca. Inoltre, secondo Ḍayf, l'origine non araba del poeta avrebbe influenzato negativamente le sue scelte stilistiche, rendendo i versi sconnessi e privi di senso unitario. Il documento, però, contesta questa valutazione, ritenendola irragionevole e fuorviante. Si sottolinea che il presunto declino dell'epoca Buyide riguarda gli ambiti politico e sociale, non la sfera culturale, estremamente vivace. Kraemer, infatti, parla di una Renaissance della cultura araba in epoca buyide, evidenziando come la ripetizione tematica non sia una semplice replica del passato, ma uno strumento di legittimazione del potere del sovrano. Il poeta diventa un 'tecnocrate' al servizio della parola, uno strumento di propaganda.

3. Ripetizione e Variazione Tematica Il Ruolo del Badī

Il documento approfondisce l'uso della ripetizione e della variazione tematica nella poesia di Mihyār al-Daylamī, elementi distintivi della poesia manieristica e anche della poesia classica. Attraverso il badī‘, il poeta diversifica l'espressione verbale, utilizzando gli strumenti a disposizione della civiltà abbaside per presentare i temi principali in modo sempre nuovo e arricchirli di significati simbolici. La metafora è lo strumento principale di questa diversificazione, a discapito della similitudine. Anche la ripetizione, lungi dall'essere un elemento meccanico, è un processo dinamico e creativo, integrato con la variazione sul tema, che permette al poeta di esprimere un nuovo genere poetico caratterizzato da un certo realismo. L'analisi approfondisce la complessità stilistica e creativa delle qaṣāʾid di Mihyār al-Daylamī, rifiutando interpretazioni riduttive che lo accusano di imitazione e mancanza di originalità.

Riferimento del documento

  • Nowruz: in the Pre-islamic Period (Boyce, M.)