3-Calcolo letterale

Espressioni Letterali e Numeri

Informazioni sul documento

Lingua Italian
Numero di pagine 47
Formato | PDF
Dimensione 1.84 MB

Riassunto

I.Main Heading

Questa guida fornisce regole fondamentali per la scrittura di espressioni algebriche come quelle utilizzate in geometria per calcolare perimetro, area e volume delle figure. Descrive anche la differenza tra espressioni letterali e numeriche, copre le proprietà aritmetiche tra espressioni algebriche, come l'addizione, la sottrazione, la moltiplicazione e la divisione, ed esplora concetti più avanzati come prodotti notevoli e il teorema della divisione euclidea.

1. Dalla definizione all uso delle lettere

La definizione di espressione letterale o algebrica è uno schema di calcolo che include numeri e lettere legati da simboli operativi. È importante seguire regole specifiche nell'utilizzo delle lettere per rappresentare numeri, proprio come facciamo nelle espressioni numeriche. Ad esempio, l'espressione 3⋅4 non è corretta poiché il simbolo + dell'addizione deve essere seguito da un altro numero per completare l'operazione. Allo stesso modo, l'espressione letterale a⋅ c non è corretta.

2. Lettere per esprimere proprietà

Le lettere vengono utilizzate per esprimere le proprietà delle operazioni tra i numeri, indicando che valgono per qualsiasi numero. Ad esempio, l'espressione a bc=a  bc  esprime la proprietà associativa dell'addizione. In questa espressione, le lettere a, b, c rappresentano numeri qualsiasi.

3. Il valore numerico di un espressione letterale

Ogni espressione letterale rappresenta uno schema di calcolo in cui le lettere sostituiscono i numeri. Ad esempio, l'espressione letterale 2⋅x 2  x si traduce in una catena di istruzioni che nel linguaggio naturale è descritta come: "prendi un numero; fanne il quadrato; raddoppia quanto ottenuto; aggiungi al risultato il numero preso inizialmente". Calcolare il valore numerico dell'espressione 3 a a−b  per a =1, b =1: 3⋅ 1⋅1 – 1=3⋅ 1⋅ 0=0.

4. Condizione di esistenza

Se l'espressione letterale presenta una divisione in cui il divisore contiene variabili, dobbiamo stabilire la Condizione di Esistenza, eliminando quei valori che rendono nullo il divisore. Ad esempio, nell'espressione E= x− y / 3⋅x costruita con le variabili x e y che rappresentano numeri razionali, l'espressione letterale assegnata si traduce nel seguente schema di calcolo:"la divisione tra la differenza di due numeri e il triplo del primo numero". Scriveremo quindi come premessa alla ricerca dei valori di E la Condizione di Esistenza x ≠0.

II.Somma algebrica di polinomi

Questa sezione definisce una somma algebrica di polinomi come una somma o differenza di polinomi e discute l'applicazione della proprietà distributiva della somma rispetto all'addizione e delle proprietà commutative e associative dell'addizione per semplificare tali espressioni.

1. Somma algebrica di polinomi

I polinomi sono insiemi di monomi, pertanto i risultati derivanti dalla somma o dalla sottrazione di polinomi restituiscono altre somme algebriche di monomi.

2. Prodotto tra monomio e polinomio

Il prodotto tra un monomio e un polinomio restituisce un polinomio i cui termini sono il risultato del prodotto del monomio per ciascun termine del polinomio.

3. Quoziente tra polinomio e monomio

Il quoziente tra un polinomio e un monomio si calcola tramite la proprietà distributiva della divisione rispetto all'addizione. Il polinomio è divisibile per un monomio se esiste un polinomio che, moltiplicato per il monomio, restituisce il polinomio dividendo.

III.Moltiplicazione di polinomi

Viene definita la moltiplicazione di un monomio per un polinomio come il polinomio che ha come termini i prodotti del monomio per ciascun termine del polinomio. Questa moltiplicazione segue proprietà di distribuzione e commutatività e può essere utilizzata per semplificare le espressioni algebriche.

1. Moltiplicazione di monomi

Il prodotto di due monomi è un monomio avente per coefficiente il prodotto dei coefficienti, per parte letterale il prodotto delle parti letterali dei monomi fattori.

2. Sottrazione di monomi

Per sottrarre due monomi simili si aggiunge al primo l’opposto del secondo.

3. Moltiplicazione di un polinomio per un monomio

Il prodotto di un monomio per un polinomio è un polinomio avente come termini i prodotti del monomio per ciascun termine del polinomio.

4. Divisione tra un polinomio e un monomio

Il quoziente tra un polinomio e un monomio si calcola applicando la proprietà distributiva della divisione rispetto all’addizione.

IV.Divisione tra un polinomio e un monomio

La divisione tra un polinomio e un monomio non nullo è sempre possibile ed è definita come il quoziente ottenuto dividendo ogni termine del polinomio per il monomio divisore. Se il monomio è un fattore di tutti i termini del polinomio, il quoziente è un polinomio.

1. Definizione di divisione tra un polinomio e un monomio

La divisione tra un polinomio e un monomio è una operazione che determina due polinomi, il quoziente e il resto, che soddisfano la seguente equazione:

A(x) = B(x) * Q(x) + R(x)

dove A(x) è il dividendo, B(x) è il divisore, Q(x) è il quoziente e R(x) è il resto.

2. Condizioni per la divisibilità

La divisione tra un polinomio e un monomio è sempre possibile, ma il risultato sarà un polinomio solo se il monomio è divisore di tutti i termini del polinomio.

3. Quoziente della divisione

Il quoziente della divisione tra un polinomio e un monomio si ottiene dividendo ogni termine del polinomio per il monomio divisore.

V.Prodotti notevoli

Vengono presentate identità specifiche per la moltiplicazione di polinomi con caratteristiche particolari, chiamati prodotti notevoli. Queste identità includono l'identità del quadrato di un binomio, l'identità della somma di due monomi per la loro differenza e l'identità del prodotto di due binomi che hanno due termini uguali e due termini opposti.

1. Quadrato di un binomio

Il quadrato di un binomio è la somma del quadrato del primo termine, del quadrato del secondo termine e del doppio prodotto del primo termine per il secondo.

2. Differenza di due quadrati

La differenza di due quadrati è uguale al prodotto della loro somma per la loro differenza.

3. Prodotto della somma e della differenza di due termini

Il prodotto della somma e della differenza di due termini è uguale alla differenza dei loro quadrati.

VI.Divisione tra polinomi in una sola variabile

Il teorema della divisione euclidea per polinomi in una sola variabile è illustrato e spiega la possibilità di dividere un dividendo A(x) per un divisore B(x) ottenendo un quoziente Q(x) e un resto R(x) con grado di R(x) minore di quello di B(x).

1. Divisione tra polinomi in una sola variabile

  • La divisione tra polinomi in una sola variabile è definita come il processo di determinare due polinomi, ovvero il quoziente e il resto, dati un polinomio dividendo e un polinomio divisore, in modo tale che il dividendo sia uguale al prodotto del quoziente e del divisore più il resto.

  • Il quoziente rappresenta la divisione dei polinomi quando il grado del dividendo è maggiore o uguale al grado del divisore, mentre il resto è il polinomio mancante per completare la divisione.

  • Affinché la divisione sia possibile, il grado del dividendo deve essere maggiore o uguale al grado del divisore.

  • Quando il grado del dividendo è minore del grado del divisore, il quoziente è zero e il resto è il dividendo.

  • Per eseguire la divisione, si utilizzano algoritmi specifici come la regola di Ruffini quando il divisore è di primo grado.

VII.Divisione tra polinomi in più variabili

Il teorema della divisione euclidea non è valido per i polinomi in più variabili, ma vengono forniti esempi di divisione tramite il calcolo del quoziente e del resto.

1. Polinomi in una sola variabile

Teorema di Euclide

In un insieme di polinomi in una sola variabile, per due polinomi A(x) dividendo e B(x) divisore, esistono altri due polinomi, Q(x) quoziente e R(x) resto, con grado di R(x) minore del grado di B(x), tali che:

A(x) = Q(x) B(x) + R(x)

Il teorema di Euclide stabilisce le seguenti condizioni per la divisione tra polinomi in una sola variabile:

  • Che i polinomi siano ordinati secondo le potenze decrescenti della variabile.
  • Che dividendo e divisore siano in forma completa.

Casi particolari:

  • Se il grado di A(x) è minore del grado di B(x), il teorema resta valido, con Q(x) = 0 e R(x) = A(x).
  • Per polinomi in più variabili, il teorema di Euclide non è valido.

Definizione di divisibilità

Un polinomio A (dividendo) è divisibile per un polinomio B (divisore) se esiste un polinomio Q (quoziente) per il quale A = Q⋅B.

2. Polinomi in più variabili

Esempio di divisione tra polinomi in più variabili

Per esempio, dati i polinomi A(a, b) = 3 a 2 b + 4 a b 2 + 3 a 3 - 2 b 3 e B(a, b) = a - 3 b, si procede alla divisione come nel caso di polinomi in una sola variabile.

Si ordina il polinomio A(x,y) in modo decrescente rispetto alla variabile y e si esegue nuovamente la divisione.

Il quoziente è sempre lo stesso? Il resto è sempre zero?

Regola di Ruffini

Per eseguire la divisione tra due polinomi, nel caso in cui il divisore sia di grado 1, si può applicare la regola di Ruffini, basata sui seguenti teoremi:

  • Se il coefficiente numerico del divisore è diverso da 1, sia n, si dividono dividendo e divisore per n (proprietà invariantiva della divisione).
  • Per ottenere il resto della divisione di partenza, occorre moltiplicarlo per n.

Divisione con divisione di Ruffini

Esempio:

Dividere (2 x 4 - x 3 - 4 x 2 + 2 x + 7) : (2 x - 1) con la regola di Ruffini.

VIII.Regola di Ruffini

La regola di Ruffini è presentata come un metodo per eseguire la divisione tra due polinomi quando il divisore è di grado 1. Comprende passaggi specifici e un esempio per illustrare il suo utilizzo.

1. Teorema della divisione euclidea

Il teorema della divisione euclidea afferma che dati due polinomi A(x) e B(x), con B(x) non nullo, esiste un unico polinomio Q(x) (quoziente) e un unico polinomio R(x) (resto) tali che:

2. Regola di Ruffini

La regola di Ruffini è un metodo per eseguire la divisione tra un polinomio e un binomio di grado 1 (x + n), dove n è un numero reale. Il procedimento è il seguente:

IX.Minimo comune multiplo di monomi

Vengono fornite le definizioni di minimo comune multiplo (m.c.m.) e minimo comune divisore (m.c.d.) per un insieme di monomi e vengono descritte le procedure per calcolarli.

Minimo Comune Multiplo di Monomi

Il Minimo Comune Multiplo (M.C.M.) di un insieme di monomi è il monomio che soddisfa due condizioni:

  1. Il coefficiente numerico è il minimo comune multiplo dei coefficienti numerici dei monomi dati.
  2. La parte letterale è formata da tutte le lettere comuni e non comuni ai monomi dati, ciascuna presa una sola volta e con l'esponente maggiore con cui compare.