Il danno non patrimoniale: evoluzione storica e prospettive future

Il danno non patrimoniale: evoluzione storica e prospettive future

Informazioni sul documento

Autore

Francesca Cristina Salvadori

Scuola

Scuola Dottorale Interateneo in Scienze Giuridiche

Specialità Diritto europeo dei contratti civili, commerciali e del lavoro
Anno di pubblicazione 2010 - 2011
Luogo Padova
Tipo di documento tesi di dottorato
Lingua Italian
Numero di pagine 219
Formato
Dimensione 1.06 MB
  • Danno non patrimoniale
  • Risarcimento del danno
  • Diritto europeo dei contratti

Riassunto

I. Il Problema Del Danno Non Patrimoniale Sotto Il Codice Civile Precedente

Il danno non patrimoniale ha suscitato un ampio dibattito giuridico, specialmente sotto il Codice Civile del 1865. La dottrina si è divisa sulla possibilità di risarcire tali danni, considerati principalmente come danno morale. Questo concetto, mutuato dalla tradizione giuridica, si riferisce alle sofferenze morali causate da comportamenti altrui. La mancanza di una chiara previsione normativa ha alimentato il dibattito sulla risarcibilità. L'articolo 1151 del Codice Civile stabilisce che ogni fatto che arreca danno obbliga al risarcimento, ma non specifica la natura del danno. Questo ha portato a interpretazioni che includono anche i danni non patrimoniali. La dottrina ha sostenuto che il diritto a proteggere il patrimonio economico deve estendersi a quello morale, evidenziando l'importanza di tutelare la personalità umana. La questione della valutazione economica del danno morale rimane complessa, ma è fondamentale per garantire una giustizia equa.

1.1. La Dottrina

La dottrina ha cercato di definire il danno morale in termini negativi, identificandolo come sofferenza priva di ripercussioni patrimoniali. Tuttavia, la mancanza di una norma specifica ha reso difficile il riconoscimento di tale danno. Le opinioni degli esperti, come Pacchioni, evidenziano che il danno morale opera esclusivamente sulla personalità morale, senza influenzare il patrimonio. La questione della risarcibilità è stata sostenuta da argomentazioni che affermano la necessità di proteggere anche il patrimonio morale. La dottrina ha sottolineato che il risarcimento, sebbene non possa essere puramente economico, deve comunque esistere per alleviare le sofferenze causate da atti illeciti. Questo approccio è cruciale per comprendere l'evoluzione del concetto di danno non patrimoniale e le sue implicazioni giuridiche.

II. Il Risarcimento Del Danno Non Patrimoniale Alla Luce Delle Norme Penali

L'analisi del danno non patrimoniale si estende anche alle norme penali, in particolare agli articoli 38 del Codice Penale del 1889 e 7 del Codice di Procedura Penale del 1913. Queste norme hanno fornito un quadro giuridico per il risarcimento dei danni non patrimoniali, evidenziando l'importanza di un approccio integrato tra diritto civile e penale. L'articolo 185 del Codice Penale Rocco del 1930 ha ulteriormente chiarito le modalità di risarcimento, introducendo la possibilità di riconoscere il danno morale come risarcibile. La giurisprudenza ha iniziato a riconoscere il valore del danno non patrimoniale, stabilendo precedenti significativi. Le sentenze hanno dimostrato un'evoluzione nella comprensione e nell'applicazione delle norme, portando a una maggiore protezione dei diritti individuali. Questo sviluppo giuridico ha avuto un impatto significativo sulla percezione del danno non patrimoniale nella società contemporanea.

2.1. L Articolo 185 Del Codice Penale Rocco

L'articolo 185 del Codice Penale Rocco ha rappresentato un punto di svolta nella trattazione del danno non patrimoniale. La norma ha stabilito che il risarcimento deve includere anche i danni non patrimoniali, ampliando così la portata della responsabilità civile. La giurisprudenza ha interpretato questa norma in modo da includere il danno morale, riconoscendo la sua rilevanza nel contesto della responsabilità civile. Le sentenze hanno evidenziato la necessità di un risarcimento equo, che tenga conto delle sofferenze morali subite dalle vittime. Questo approccio ha contribuito a una maggiore consapevolezza e protezione dei diritti individuali, rendendo il sistema giuridico più sensibile alle esigenze delle persone danneggiate.

III. Il Danno Non Patrimoniale Alla Luce Del Codice Civile Del 1942

Il Codice Civile del 1942 ha introdotto una nuova visione del danno non patrimoniale, in particolare attraverso l'articolo 2059. Questo articolo ha fornito una base giuridica per il riconoscimento e il risarcimento del danno morale, stabilendo che il danno non patrimoniale è risarcibile in determinate circostanze. La Corte Costituzionale ha giocato un ruolo cruciale nell'interpretazione di questo articolo, emettendo sentenze che hanno chiarito la nozione di danno non patrimoniale. Le decisioni della Corte hanno evidenziato l'importanza di un approccio equilibrato, che consideri sia le esigenze di giustizia sia la protezione dei diritti individuali. Questo sviluppo ha avuto un impatto significativo sulla giurisprudenza, portando a una maggiore coerenza e chiarezza nelle decisioni relative al danno non patrimoniale.

3.1. Prime Applicazioni Dell Articolo 2059

Le prime applicazioni dell'articolo 2059 hanno mostrato un'evoluzione nella comprensione del danno non patrimoniale. Le sentenze iniziali hanno stabilito che il risarcimento deve tenere conto delle sofferenze morali e delle conseguenze psicologiche subite dalle vittime. La Corte Costituzionale ha affermato che il danno morale deve essere considerato un elemento essenziale nella valutazione del danno complessivo. Questo approccio ha portato a una maggiore sensibilità da parte dei giudici nei confronti delle esigenze delle vittime, contribuendo a una giustizia più equa. Le decisioni della Corte hanno anche stimolato un dibattito più ampio sulla natura e la portata del danno non patrimoniale, influenzando la dottrina e la giurisprudenza successive.

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