Nuova territorialità IVA delle prestazioni di servizi in ambito comunitario

IVA: Territorialità Servizi UE

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Riassunto

I.Armonizzazione IVA nell Unione Europea Principi e Sfide

Il documento analizza le complessità dell'armonizzazione IVA nell'Unione Europea, focalizzandosi sull'applicazione della Direttiva IVA 2006/112 e le sue modifiche rispetto alla Sesta Direttiva IVA. Vengono esaminati i principi fondamentali, tra cui la territorialità IVA, la deduzione d'imposta da imposta, e il ruolo della Corte di Giustizia UE nell'interpretazione della normativa. L'analisi evidenzia le difficoltà nel creare un sistema IVA comune europeo, con particolare attenzione alle problematiche legate all'aliquota IVA, alle esenzioni, e alla cooperazione tra le amministrazioni finanziarie per contrastare frodi carosello IVA ed evasione fiscale. Il documento si concentra sulle controversie interpretative e giudiziali, mostrando la necessità di un approccio armonizzato per garantire la neutralità del sistema IVA e un corretto funzionamento del mercato unico europeo.

1. Evoluzione del Sistema IVA Europeo e Obiettivi del Mercato Unico

Il trattato di Roma del 1957 ha posto le basi per la Comunità Europea, con l'obiettivo finale di un mercato unico basato sulla libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali. Questo ha richiesto la cancellazione delle frontiere fiscali e l'adozione di un regime IVA comune, un processo iniziato nel 1967 e ancora in corso. Tappe fondamentali sono state il Trattato di Maastricht (1992) e l'introduzione dell'euro. L'unione doganale è stata completata nel 1993 con l'abolizione di dazi e controlli doganali, ma l'omogeneità del sistema IVA richiede ancora importanti sforzi. Le proposte iniziali includevano l'abolizione delle imposte cumulative a cascata, la creazione di un'unica imposta con aliquota uniforme, detrazioni 'base da base' ed esenzioni simili in tutti gli Stati membri. L'esperienza francese, con l'adozione di un sistema IVA già esistente, ha influenzato l'adozione di un modello simile a livello comunitario, basato sul principio di 'imposta da imposta' e sulla tassazione nello Stato di consumo finale, almeno provvisoriamente. La realizzazione di un sistema IVA completamente armonizzato rimane una sfida importante per raggiungere l'obiettivo del mercato unico europeo.

2. La Seconda Direttiva IVA e il Principio di Deduzione Imposta da Imposta

La seconda direttiva IVA definisce concetti fondamentali per l'applicazione uniforme del sistema comunitario, riguardanti tipo, struttura, meccanismo e applicazione dell'imposta. Tuttavia, aliquote ed esenzioni rimanevano fuori da questa uniformità. Un punto cruciale è l'adozione del principio di 'deduzione di imposta da imposta', che trasforma l'IVA in un'imposta generale sui consumi a pagamenti frazionati. Invece di gravare interamente sull'operatore finale, l'imposta viene ripartita tra i vari operatori economici coinvolti nel ciclo produttivo e distributivo. L'abolizione delle frontiere fiscali ha reso necessaria una maggiore collaborazione tra le amministrazioni finanziarie per contrastare evasione e frodi, portando alla creazione di un sistema comune di scambio di informazioni sulle transazioni intracomunitarie. Questo sistema, però, è ancora in fase di sviluppo, con problemi irrisolti nella definizione degli istituti e degli strumenti, sia per le amministrazioni che per i contribuenti. La scarsa applicazione di verifiche, ad esempio la presenza di agenti fiscali di uno Stato membro in un altro, evidenzia la necessità di una regolamentazione più precisa e uniforme.

3. La Direttiva 2006 112 e il Processo di Armonizzazione IVA

La direttiva 2006/112 svolge un ruolo fondamentale nella revisione della normativa IVA, in quanto rivede e semplifica le numerose modifiche apportate alla Sesta direttiva. Tre aspetti chiave emergono dall'analisi del testo rifuso: la natura provvisoria degli interventi successivi alla direttiva 91/680 (regime transitorio degli scambi intracomunitari), la necessità di sostituire le disposizioni che privilegiano la tassazione nel luogo di destinazione con la regola generale della tassazione nello Stato membro di origine, e la natura intermedia di questo testo rifuso nel processo di armonizzazione della legislazione comunitaria. La definizione di 'attività economica', secondo gli orientamenti della Corte di Giustizia, prevede un duplice criterio: funzionale (relativo all'attività) e strutturale (relativo all'organizzazione). L'articolo 4 del DPR 633/72, riformato dal D.Lgs 331/97, ha chiarito l'ambito di applicazione a livello fiscale, includendo anche attività come le locazioni. La Commissione mira ad una completa armonizzazione dell'IVA, con la soppressione dell'imposizione all'importazione e della detassazione delle esportazioni negli scambi intracomunitari, garantendo la neutralità del sistema, ma solo con una significativa uniformità di base imponibile e aliquote. La Sesta Direttiva, riguardo alle aliquote, si basa su un limitato vincolo giuridico per gli Stati membri e sulla fiducia nel mercato europeo per avvicinare le aliquote.

4. Risorse Proprie dell UE e il Sistema IVA Sfide e Proposte di Riforma

La difficoltà di stabilire un sistema IVA comune e l'armonizzazione normativa tra gli Stati membri hanno causato ritardi nell'applicazione della decisione del 1970 sull'autonomia finanziaria dell'UE, che prevedeva risorse proprie basate sull'IVA. L'applicazione effettiva è iniziata nel 1980 con un'aliquota su un imponibile uniforme, fissato al 55% del PIL degli Stati membri (ridotto al 50% dal 1995 per Paesi con PNL pro capite inferiore al 90% della media). L'aliquota iniziale dell'1% è stata modificata nel tempo (1,4% con l'adesione di Spagna e Portogallo, poi ridotta progressivamente). La decisione del 2000 ha ulteriormente abbassato l'aliquota allo 0,5% della base imponibile IVA, armonizzata per tutti gli Stati, ridotta allo 0,3% nel 2007. Problematiche come l'effetto Anversa (distorsioni nei grandi porti come Rotterdam e Anversa) e la difficoltà di ottenere dati reali senza distorsioni, compromettono l'efficacia del sistema. L'UE soffre di deficit di autonomia finanziaria, scarsa trasparenza e inefficienza nell'assegnazione delle risorse. Una proposta di riforma prevede di scomporre l'IVA in due parti (nazionale ed europea) con aliquote diverse (1,5% e 3%), per contrastare la regressività dell'IVA e creare una vera IVA europea, ma questo richiede la risoluzione di questioni relative ai regimi speciali e alle esenzioni degli Stati membri.

II.Territorialità delle Prestazioni di Servizi Interpretazioni e Contenzioso

Una parte significativa del documento si concentra sulla territorialità IVA nelle prestazioni di servizi, analizzando i criteri per individuare il luogo di tassazione. Vengono esaminati casi specifici di prestazioni di servizi come quelle legate a beni immobili, trasporti, ristorazione, consulenze tecniche, pubblicità, evidenziando le difficoltà applicative e le diverse interpretazioni della giurisprudenza comunitaria, tra cui sentenze significative della Corte di Giustizia UE. Si mette in luce l'impatto delle sentenze sui diversi criteri di individuazione territoriale, mostrando le sfide per le amministrazioni finanziarie e i contribuenti nell'applicazione del reverse charge e nel rispetto delle norme su stabili organizzazioni IVA.

III.Il Ruolo della Corte di Giustizia UE nell Interpretazione della Normativa IVA

Il documento evidenzia il ruolo fondamentale della Corte di Giustizia UE nell'interpretazione e nell'uniformazione dell'applicazione della normativa IVA a livello europeo. Vengono analizzate diverse sentenze, tra cui quelle relative alla territorialità IVA nelle prestazioni di servizi (es. casi Alcatel, Inter-Mark), sottolineando l'impatto delle decisioni sulla giurisprudenza nazionale. La Corte di Giustizia si pone come garante dell'armonizzazione IVA, fornendo un'interpretazione uniforme che prevale sul diritto nazionale e contribuisce a risolvere le controversie interpretative, contrastando doppie imposizioni e distorsioni di concorrenza nel mercato unico europeo.

IV.Combattere le Frodi IVA Il Caso delle Frodi Carosello

Il documento affronta la problematica delle frodi IVA, in particolare le frodi carosello, evidenziando il loro impatto negativo sul sistema IVA europeo e sulle risorse proprie UE. Si analizza la responsabilità solidale del cessionario, le misure introdotte per contrastarle, e l'importanza della diligenza nella scelta dei fornitori. Viene citato un esempio di frode nel settore delle telecomunicazioni (Fastweb e Telecom Sparkle), illustrando le dinamiche e gli aspetti cruciali da considerare per evitarle. La prevenzione delle frodi è fondamentale per la stabilità del sistema IVA e del mercato unico europeo.