
Sede Originaria Umanità: Illuminismo
Informazioni sul documento
school/university | Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali |
subject/major | Conservazione dei Beni Culturali |
Tipo di documento | Tesi di Laurea |
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 3.09 MB |
Riassunto
I.Le Diverse Collocazioni del Paradiso Terrestre Dal Medioevo al Rinascimento
Il testo analizza l'evoluzione delle teorie sulla localizzazione del Giardino dell'Eden, dal Medioevo al Rinascimento. Si passa da un'interpretazione teologica che collocava l'Eden in luoghi remoti e inaccessibili, all'identificazione, favorita da Giuseppe Flavio, con la valle del Gange e l'India, opinione condivisa dai Padri della Chiesa. Nel Cinquecento, con l'avvento di una visione più secolare, si afferma l'ipotesi della Mesopotamia come sede dell'Eden, sostenuta da figure influenti come Giovanni Calvino. Questo spostamento riflette la crescente influenza della geografia moderna e il tentativo di conciliare le Sacré Scritture con le nuove conoscenze geografiche. Le caratteristiche ambientali principali del paradiso terrestre, quali la presenza di quattro corsi d'acqua (Pison, Ghicon, Tigri, Eufrate), la fertilità del suolo e la ricchezza del sottosuolo, hanno guidato la ricerca della sua ubicazione.
II.La Ricerca dell Eden nel Seicento e Settecento Nuove Discipline e Interpretazioni
Nel Seicento e Settecento, discipline come l'etnologia, la mitologia e la filologia comparata contribuiscono alla ricerca delle origini dell'umanità, influenzate però dall'imprinting biblico. Samuel Bochart e Pierre-Daniel Huet, con le loro opere Geographia sacra e Traité de la situation du paradis terrestre, tentano di localizzare con maggiore precisione il Paradiso terrestre, spesso associato ai fiumi Tigri ed Eufrate. Joseph Tournefort, invece, propone una nuova ipotesi, spostando l'Eden verso la Georgia, basandosi su una lettura letterale del testo biblico e sulle proprie osservazioni geografiche. L'autorità scritturale continua ad avere un peso significativo, anche se nuove prospettive scientifiche e interpretazioni allegoriche emergono gradualmente.
III.L Origine dell Umanità nell Ottocento Linguistica Antropologia e Teorie Razziali
L'Ottocento vede l'ascesa della linguistica storica e l'influenza della teoria scitica, che ipotizzava un'origine comune di diverse lingue nell'area del Caucaso, diffondendosi poi in Europa e Asia. Figure chiave come Bailly, con la sua Histoire de l'astronomie ancienne, e Herder, con le sue Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit, contribuiscono a queste teorie, spesso basate su interpretazioni delle Sacré Scritture e su confronti tra miti e tradizioni di diversi popoli. L'arianismo, legato all'origine delle lingue indoeuropee e alla ricerca di una patria comune (Airyanem Vaejah), viene proposto da studiosi come Schlegel e Lassen. La nascita dell'antropologia fisica, con figure come Blumenbach, introduce nuove metodologie, come lo studio dei crani, per classificare le razze umane, spesso con implicazioni razziste. Renan, con la sua Histoire générale et système comparé des langues sémitiques, sfida le teorie ariane, offrendo una prospettiva differente sull'origine dei popoli semitici.
IV. Asia Centrale
Il dibattito sull'origine dei popoli semitici è centrale. Si confrontano due ipotesi principali: quella che indica l'Arabia come patria originaria, sostenuta da studiosi come Schrader e Sayce, e quella che ipotizza un'origine nell'Asia Centrale, vicina agli Indoeuropei, sostenuta da studiosi come Kremer, Hommel, e Guidi. Questo dibattito si intreccia con gli sviluppi dell'archeologia e della decifrazione della scrittura cuneiforme, che forniscono nuove informazioni sulle civiltà antiche (Sumeri, Assiri, Babilonesi), influenzando le teorie linguistiche e sull'origine delle culture. Il ruolo del deserto arabo e la comparazione tra le lingue semitiche sono elementi chiave nell'argomentazione.