Il risarcimento del 'nuovo' danno non patrimoniale e la sua funzione

Il risarcimento del 'nuovo' danno non patrimoniale e la sua funzione

Document information

Autore

Piervito Bonifacio

instructor Prof. Mario Nuzzo
Scuola

Dipartimento di Giurisprudenza

Specialità Diritto Civile
Anno di pubblicazione 2014/2015
Tipo di documento tesi
Lingua Italian
Numero di pagine 274
Formato
Dimensione 1.16 MB
  • Danno non patrimoniale
  • Risarcimento del danno
  • Diritto civile

summary

I. Il Problema Della Funzione Del Risarcimento Del Danno Non Patrimoniale

Il risarcimento del nuovo danno non patrimoniale rappresenta un tema di grande rilevanza nel contesto giuridico italiano. La distinzione tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale è fondamentale per comprendere le implicazioni legali e sociali del risarcimento. Il codice civile italiano ha evoluto la sua posizione riguardo al risarcimento dei danni non patrimoniali, introducendo una serie di innovazioni significative. L'articolo 1151 del codice civile del 1865, in linea con il codice civile francese, non specificava il tipo di danno risarcibile, portando a interpretazioni diverse. La giurisprudenza ha storicamente limitato il risarcimento ai soli danni patrimoniali, escludendo il danno morale. Tuttavia, la crescente consapevolezza della necessità di riconoscere il valore intrinseco della persona ha portato a una rivalutazione di questa posizione. La dottrina ha iniziato a esplorare le diverse funzioni del risarcimento, come la funzione punitivo-afflittiva e la funzione consolatorio-satisfattiva, evidenziando l'importanza di un approccio più inclusivo e umano nel trattamento dei danni non patrimoniali.

1.1. Danno Patrimoniale E Danno Non Patrimoniale Nel Sistema Del Codice Civile

La distinzione tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale è cruciale per l'interpretazione del sistema giuridico. Il danno patrimoniale è facilmente quantificabile e misurabile in termini economici, mentre il danno non patrimoniale si riferisce a lesioni che non possono essere tradotte in termini monetari. La giurisprudenza ha storicamente sostenuto che solo il danno patrimoniale fosse risarcibile, ma questa visione è stata messa in discussione. La dottrina ha iniziato a riconoscere che il danno non patrimoniale, come il danno morale, ha un impatto significativo sulla vita delle persone. Le sentenze recenti hanno confermato la necessità di un approccio più ampio, che consideri anche il valore della dignità umana e il benessere psicologico. La questione della risarcibilità del danno non patrimoniale è diventata un tema centrale nel dibattito giuridico, con implicazioni pratiche per la giurisprudenza e la legislazione futura.

1.2. Le Peculiarità Del Danno Non Patrimoniale E Il Problema Della Funzione Del Relativo Risarcimento

Le peculiarità del danno non patrimoniale pongono sfide uniche nel contesto del risarcimento. A differenza del danno patrimoniale, il danno non patrimoniale non è facilmente quantificabile. Ciò ha portato a un dibattito intenso riguardo alla funzione del risarcimento. Diverse teorie sono emerse, tra cui la funzione punitivo-afflittiva, che mira a punire il trasgressore, e la funzione consolatorio-satisfattiva, che cerca di alleviare il dolore della vittima. La dottrina ha anche esplorato la funzione riparatorio-compensativa, che si propone di ripristinare la situazione della vittima. Tuttavia, la mancanza di criteri chiari per la quantificazione del danno non patrimoniale ha reso difficile l'applicazione pratica di queste teorie. Le recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno cercato di fornire maggiore chiarezza, ma le ambiguità persistono. La questione della funzione del risarcimento rimane aperta, richiedendo ulteriori riflessioni e sviluppi giuridici.

II. Il Nuovo Danno Non Patrimoniale E I Suoi Profili Di Rilevanza

Il concetto di nuovo danno non patrimoniale ha guadagnato attenzione negli ultimi anni, specialmente in relazione alle sentenze della Corte Costituzionale. Queste sentenze hanno segnato un cambiamento significativo nella percezione giuridica del danno non patrimoniale, introducendo una nuova interpretazione dell'articolo 2059 del codice civile. La Corte ha riconosciuto che il danno non patrimoniale può includere aspetti come il danno esistenziale, che è stato storicamente trascurato. Questo riconoscimento ha aperto la strada a una maggiore protezione dei diritti delle vittime, consentendo un risarcimento più equo e completo. Le implicazioni pratiche di questa evoluzione sono notevoli, poiché le vittime di danni non patrimoniali possono ora cercare un risarcimento che tenga conto della loro sofferenza e del loro benessere psicologico. Tuttavia, la quantificazione di tali danni rimane una questione complessa, richiedendo un approccio equilibrato e sensibile.

2.1. I Primi Passi Verso La Nuova Interpretazione Dell Art. 2059 C.C.

Le sentenze 8827 e 8828 del 2003 hanno rappresentato i primi passi verso una nuova interpretazione dell'articolo 2059 del codice civile. Queste decisioni hanno stabilito un precedente importante, riconoscendo la risarcibilità del danno non patrimoniale in un contesto più ampio. La Corte ha sottolineato che il danno non patrimoniale non può essere considerato un concetto statico, ma deve essere interpretato in modo dinamico, tenendo conto delle evoluzioni sociali e culturali. Questo approccio ha portato a una maggiore flessibilità nella valutazione dei danni, consentendo ai giudici di considerare le specificità di ciascun caso. La nuova interpretazione ha anche stimolato un dibattito accademico e giuridico, con esperti che esplorano le implicazioni di questa evoluzione per la responsabilità civile e il risarcimento. La necessità di criteri chiari per la quantificazione del danno non patrimoniale rimane una sfida, ma le sentenze del 2003 hanno segnato un passo significativo verso una maggiore giustizia per le vittime.

2.2. Le Novità Introdotte Dalle Sentenze Del 2003 E Le Questioni Ancora Aperte

Le sentenze del 2003 hanno introdotto importanti novità nel panorama giuridico italiano riguardo al danno non patrimoniale. Tuttavia, nonostante i progressi, molte questioni rimangono aperte. La definizione di danno esistenziale e la sua risarcibilità sono tra i temi più dibattuti. La giurisprudenza ha faticato a stabilire criteri chiari per la quantificazione di questo tipo di danno, portando a incertezze sia per le vittime che per i professionisti del diritto. Inoltre, la questione delle duplicazioni risarcitorie è un altro aspetto critico, poiché la sovrapposizione tra diverse categorie di danno può complicare ulteriormente il processo di risarcimento. Le recenti sentenze delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno cercato di chiarire alcuni di questi aspetti, ma le ambiguità persistono. La necessità di un approccio coerente e sistematico è evidente, poiché il riconoscimento del danno non patrimoniale è essenziale per garantire una giustizia equa e adeguata.

Riferimento del documento

  • Sentenze 8827 e 8828 del 2003
  • Sentenza 233 del 2003 della Corte Costituzionale
  • Ordinanza di rimessione n. 4712 del 2008
  • Sentenze delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione dell’11 novembre 2008
  • Sentenza 1361 del 2014