
Piano Anticorruzione CROB 2016-2018
Informazioni sul documento
Scuola | Istituto Di Ricovero E Cura A Carattere Scientifico Centro Di Riferimento Oncologico Della Basilicata (IRCCS CROB) |
Specialità | Gestione E Prevenzione Della Corruzione |
Azienda | IRCCS CROB |
Luogo | Rionero In Vulture (PZ) |
Tipo di documento | Piano Triennale |
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 5.41 MB |
Riassunto
I.Prevenzione della Corruzione all IRCCS CROB
Questo documento delinea il Piano Anticorruzione dell'IRCCS CROB, un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico situato in Basilicata, Italia. Il piano si basa sulla gestione del rischio e mira a promuovere la trasparenza e l'accountability per contrastare la corruzione nel settore sanitario. Vengono identificate le aree a rischio più elevate, in linea con le migliori prassi internazionali e le indicazioni di organismi come il GRECO e l'UNODC. Il piano include misure specifiche di formazione del personale, rotazione dei dirigenti in aree sensibili, e l'implementazione di una Whistleblowing Policy per proteggere i segnalanti di illeciti. L'obiettivo è garantire l'efficacia, efficienza ed economicità dell'azione, promuovendo una cultura della legalità e dell'etica pubblica. Il piano fa riferimento alla Legge 190/2012 e al D.Lgs. 33/2013 sulla trasparenza.
1. Contesto e Obiettivi del Piano Anticorruzione
Il documento introduce il Piano Anticorruzione dell'IRCCS CROB, motivandolo con la necessità di contrastare i diffusi fenomeni corruttivi in Italia, evidenziati anche dall'inserimento del paese nelle statistiche internazionali dei paesi a rischio corruzione. Si cita la Legge 190/2012 come strumento fondamentale per arginare questo problema. Il piano si propone di definire i criteri di valutazione del rischio di corruzione nelle diverse aree dell'Istituto, individuando le attività ad alto rischio e predisponendo misure di informazione, formazione e controllo per prevenirlo e contrastarlo. L'approccio si ispira alla teoria delle 'finestre rotte', sottolineando l'importanza di creare un ambiente 'sterile' per prevenire la diffusione dell'illegalità. Il piano è concepito come un processo in costante evoluzione, con monitoraggi e adeguamenti periodici guidati dal Responsabile della prevenzione della corruzione. Il documento sottolinea la necessità di un costante sviluppo e progressiva correzione ed implementazione del piano, con cadenze temporali definite, per assicurare un adattamento continuo alle esigenze e alle mutate situazioni.
2. Responsabilità e Ruoli nel Piano
Il documento definisce con chiarezza le responsabilità legate al Piano Anticorruzione. I compiti del Responsabile della prevenzione della corruzione non sono delegabili se non in casi eccezionali e motivati, con la responsabilità del delegante che rimane sia in vigilando che in eligendo. La responsabilità per il verificarsi di fenomeni corruttivi in capo al Responsabile non esclude la responsabilità individuale di tutti i dipendenti coinvolti nelle attività amministrative, in relazione ai compiti effettivamente svolti. L'attività del Responsabile deve essere strettamente collegata e coordinata con quella di tutti i soggetti presenti nell'organizzazione. Il documento specifica le conseguenze in caso di ripetute violazioni delle misure di prevenzione, prevedendo responsabilità ai sensi dell'articolo 21 del D.Lgs. 165/2001 e sanzioni disciplinari. La mancata predisposizione del piano e la mancata formazione dei dipendenti in settori a rischio sono considerati elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale, collegando l'adempimento normativo agli obiettivi individuali nella negoziazione dell'incarico.
3. Gestione del Rischio e Analisi del Contesto
Il documento introduce la metodologia del risk management, definendola come il processo per identificare potenziali eventi rischiosi che possano ostacolare il raggiungimento degli obiettivi. L'analisi del rischio tiene conto di vari fattori, tra cui la discrezionalità, la rilevanza esterna, la complessità del processo, il valore economico, la razionalità del processo e l'esistenza di controlli. La valutazione considera sia l'impatto economico che quello organizzativo e di immagine. Si sottolinea l'importanza di considerare l'efficacia concreta dei controlli interni, non solo la loro esistenza formale. L'analisi include anche la considerazione di precedenti giudiziali e disciplinari che hanno coinvolto l'Istituto. Il documento specifica che la stima della probabilità di un evento rischioso tiene conto dei controlli vigenti, sottolineando che l’efficacia del controllo in relazione al rischio considerato è più rilevante dell’esistenza astratta del controllo stesso. La gestione del rischio è attuata dai medesimi soggetti che partecipano al processo di gestione del rischio, in stretta connessione con il sistema di programmazione e controllo di gestione.
4. Mappatura del Rischio e Interventi Organizzativi
La mappatura del rischio ha guidato l'individuazione di interventi organizzativi per la prevenzione della corruzione. Il documento evidenzia l'importanza di definire procedure appropriate per la selezione e la formazione dei dipendenti in settori ad alto rischio, nonché l'adozione del criterio della rotazione degli addetti per evitare il consolidamento di posizioni di privilegio. Le attività a rischio di corruzione devono essere svolte da personale specificamente selezionato e formato. L'adozione dei piani viene comunicata al Dipartimento della funzione pubblica entro il 31 gennaio 2015. L'Istituto si impegna ad adempiere agli obblighi di trasparenza senza ritardi, prevedendo fasi progressive di implementazione in conformità alle linee guida dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e alle indicazioni dell'AVCP. La trasparenza viene vista non come un fine in sé, ma come strumento per un'amministrazione eticamente corretta ed efficiente.
II.Trasparenza e Accessibilità delle Informazioni
L'IRCCS CROB si impegna a garantire la piena trasparenza e accessibilità delle informazioni, in conformità con il D.Lgs. 33/2013. Il sito web istituzionale è costantemente monitorato per la conformità alle normative, e vengono definiti i tempi e le modalità di pubblicazione dei dati, compresi quelli relativi ai contratti pubblici (lavori, servizi e forniture). Il Responsabile della Trasparenza gestisce le richieste di informazioni, garantendo una risposta entro 30 giorni. La Bussola della Trasparenza viene utilizzata per verificare la corretta pubblicazione online delle informazioni.
1. Obbligo di Trasparenza e D.Lgs. 33 2013
Il documento sottolinea l'impegno dell'IRCCS CROB nel garantire la trasparenza e l'accessibilità delle informazioni, in piena conformità al D.Lgs. 33/2013. Questo decreto rafforza la trasparenza come accessibilità totale delle informazioni sull'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, al fine di favorire forme diffuse di controllo. L'Istituto considera la trasparenza non come un fine a sé stante, ma come strumento per un'amministrazione eticamente corretta ed efficiente, che persegue obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità. Gli obblighi di trasparenza previsti dal D.Lgs. 33/2013, salvo deroghe specifiche, sono entrati in vigore il 20 aprile 2013. L'applicazione non attende l'adozione di un decreto interministeriale previsto dalla Legge 190/2012, che potrà fornire solo dettagli e disposizioni di raccordo. Il documento chiarisce che l’Istituto si impegna ad attuare pienamente gli obblighi di trasparenza nel rispetto dei termini previsti dalle norme, attuando un processo di implementazione graduale e conforme alle linee guida dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
2. Modalità di Pubblicazione e Gestione delle Richieste
Il documento descrive le modalità di pubblicazione delle informazioni sul sito web istituzionale dell'IRCCS CROB. Le informazioni sono pubblicate in un formato idoneo a garantire l'integrità del documento, sono facilmente consultabili, indicano la provenienza e sono riutilizzabili, con un obbligo di pubblicazione di 5 anni. Il sito è costantemente monitorato tramite la 'Bussola della Trasparenza', un sistema automatico che verifica l'aderenza alla struttura definita dall'allegato A del D.Lgs. 33/2013. L'elenco del materiale soggetto a pubblicazione obbligatoria, con indicazioni sui soggetti responsabili, termini e tempi di aggiornamento, è disponibile nel PTTI 2015-2017, pubblicato nella sezione 'Amministrazione Trasparente'. Per le richieste di informazioni o dati già pubblicati, il Responsabile della Trasparenza fornisce il collegamento ipertestuale entro 30 giorni. Se i dati non sono pubblicati, il Responsabile richiede alla struttura competente la pubblicazione entro 30 giorni, informando l'istante di eventuali ritardi dovuti a motivi tecnici. Una comunicazione con il collegamento ipertestuale viene inviata all'istante una volta avvenuta la pubblicazione.
III.Codice di Comportamento e Formazione
L'IRCCS CROB ha adottato un Codice di Comportamento per i propri dipendenti, in linea con il D.P.R. n. 62/2013 e le linee guida dell'ANAC, promuovendo la diligenza, la lealtà, l'imparzialità, e il servizio esclusivo all’interesse pubblico. Il piano prevede un programma di formazione continuo e capillare, incentrato sull'etica pubblica, sulla legalità, e sulle norme anticorruzione. La formazione, prevalentemente interna (“in-house”), si articola in diverse fasi, coinvolgendo tutti i dipendenti, con particolare attenzione per le aree a maggior rischio individuate dal Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC). Vengono utilizzati metodi come i focus group per approfondire le tematiche etiche. Il monitoraggio dell’efficacia della formazione viene svolto tramite questionari.
1. Adozione del Codice di Comportamento
L'IRCCS CROB ha adottato un Codice di Comportamento, in ottemperanza all'art. 54, comma 5, del D.Lgs. n. 165/2001 e all'art. 1, comma 2, del Codice statuale, con deliberazione del Direttore Generale n. 39 del 29/01/2014. Questo Codice, conforme al D.P.R. n. 62/2013 e alle linee guida dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, mira ad assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione della corruzione e il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo all'interesse pubblico. Il Codice di Comportamento si pone come strumento fondamentale per promuovere la diffusione di buone pratiche e valori all'interno dell'Istituto, contribuendo a creare un ambiente di lavoro improntato all'etica e alla legalità. L'adozione del codice etico e il suo rispetto costituiscono una parte integrante del sistema di prevenzione della corruzione. La sua applicazione è fondamentale per garantire un ambiente di lavoro trasparente e rispettoso delle normative vigenti.
2. Rotazione del Personale e Prevenzione della Corruzione
Per prevenire il consolidarsi di posizioni di privilegio e il rischio di corruzione, l'IRCCS CROB applica la rotazione dei dirigenti e dei funzionari in settori particolarmente esposti, come indicato nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC). Questa misura mira ad evitare che lo stesso funzionario si occupi a lungo di procedimenti simili o si relazioni sempre con gli stessi utenti. La rotazione del personale viene attuata tenendo conto delle competenze necessarie per mantenere la continuità e la coerenza degli indirizzi. In accordo con l'intesa del 24 luglio 2013 tra Governo, Regioni ed Enti Locali per l'attuazione dell'art. 1, commi 60 e 61, della Legge 190/2012, l'Istituto assicura la rotazione dei dirigenti e funzionari addetti alle aree ad alto rischio di corruzione, previa informativa sindacale e con criteri oggettivi. La rotazione avviene al termine dell'incarico, la cui durata deve essere contenuta, salvaguardando la continuità della gestione amministrativa e prediligendo l'affiancamento e l'utilizzo di professionalità interne per la formazione del personale. L'Istituto adegua il proprio ordinamento alle previsioni dell'art. 16, comma 1, lett. I quater, del D.Lgs. n. 165/2001, per assicurare la prevenzione della corruzione mediante tutela anticipata.
3. Piano di Formazione sull Etica Pubblica e la Legalità
Il piano di formazione dell'IRCCS CROB sui temi dell'etica pubblica e della legalità prevede iniziative formative rivolte a tutti i dipendenti e collaboratori. Queste iniziative riguardano il contenuto dei Codici di comportamento e il Codice disciplinare, basandosi sull'esame di casi concreti. L'organizzazione di focus group, con un numero ristretto di dipendenti guidati da un animatore, permette di affrontare problematiche etiche e di individuare i principi comportamentali eticamente adeguati. Per garantire una formazione continua e capillare, il piano prevede, nell'ottica della massima economicità, che la formazione si svolga prevalentemente 'in-house', con cadenza periodica e un sistema 'a cascata'. La prima annualità (2014) prevedeva un articolato programma formativo. A partire dalla seconda annualità (2015), o anche prima se possibile, la formazione coinvolgerà tutti i dipendenti, anche quelli non individuati come ad alto rischio nel PTPC. Il piano di formazione annuale prevede percorsi specifici e settoriali, con cadenza trimestrale, sull'approfondimento della normativa anticorruzione e delle azioni di prevenzione e contrasto del rischio di corruzione e illegalità. L'istituto monitora l'efficacia della formazione tramite questionari.
IV.Tracciabilità dei Procedimenti e Gestione degli Acquisti
Per garantire la tracciabilità dei procedimenti amministrativi, l'Istituto utilizza la dematerializzazione dei flussi, semplificando i processi e migliorando la trasparenza. La formalizzazione delle Richieste di Acquisto (RDA) è fondamentale per prevenire i rischi connessi alle procedure di acquisto. Vengono analizzate le diverse modalità di emissione delle RDA (verbale, cartacea, software gestionale) per individuare potenziali vulnerabilità e migliorare il controllo del processo. La tempistica delle procedure di approvvigionamento è un altro elemento monitorato.
1. Tracciabilità dei Procedimenti Amministrativi
Il documento sottolinea l'importanza della tracciabilità dei procedimenti amministrativi all'interno dell'IRCCS CROB. I responsabili di tutti gli uffici e dipartimenti devono garantire tale tracciabilità attraverso diverse misure. La dematerializzazione dei flussi amministrativi è fondamentale, non solo per ridurre l'uso di carta, ma anche per razionalizzare i flussi informativi e rendere più trasparenti i processi. Questo permette di monitorare lo stato di un atto e di rispondere tempestivamente alle sollecitazioni dei cittadini, fornitori e altre amministrazioni, rilevando eventuali criticità e inefficienze. Altre misure includono la semplificazione dei flussi documentali, la standardizzazione delle tipologie di provvedimenti tramite modelli e percorsi trasversali, e la trasparenza del procedimento istruttorio, assicurando la tracciabilità delle varie fasi e l'individuazione degli operatori responsabili. La tracciabilità dei procedimenti è considerata una misura ordinaria per garantire l'effettività degli interventi organizzativi previsti dal piano di prevenzione della corruzione.
2. Gestione delle Richieste di Acquisto RDA
La Richiesta di Acquisto (RDA) è identificata come lo strumento formale che innesca il processo di selezione di un fornitore. Il documento analizza sia le modalità di formazione della RDA che la tipologia di soggetti autorizzati ad emetterla, evidenziando come questi elementi incidano sui processi successivi. Le RDA possono assumere diverse forme, dalla richiesta verbale a quella cartacea, con rischi diversi legati alla difficoltà di controllo e monitoraggio. Le comunicazioni scritte o via e-mail presentano un rischio più elevato rispetto alle richieste effettuate tramite software gestionale. Il numero di individui abilitati ad effettuare una richiesta è un fattore rilevante, potendo comportare fenomeni di deresponsabilizzazione o richieste non perfettamente controllate. La tempistica è un altro elemento oggetto di controllo: un processo di approvvigionamento standard, o eventuali deviazioni per urgenza, possono celare fenomeni che meritano osservazione. L’analisi delle diverse tipologie di RDA e dei soggetti autorizzati a richiederle permette di evidenziare i potenziali rischi legati alla difficoltà nel controllo e nel monitoraggio del processo di acquisto.
V.Il Contesto e i Rischi Corruttivi in Sanità
Il documento evidenzia il problema della corruzione nel settore sanitario, sia a livello nazionale che internazionale. Si fa riferimento al report “Corruzione e Sprechi in Sanità” di RiSSC e Transparency International Italia, che sottolinea l'importanza di modelli di analisi del rischio e di sistemi di pre-allerta (early warnings). L'Italia si posiziona agli ultimi posti nelle classifiche internazionali per la percezione della corruzione nel settore pubblico, con la sanità particolarmente esposta a tale rischio. La Corte dei Conti ha evidenziato la necessità di migliorare i sistemi di controllo per contrastare l’inappropriatezza organizzativa e gestionale.
1. La Corruzione nel Settore Sanitario Un Fenomeno Sottovalutato
Il documento evidenzia la corruzione come un grave problema globale, presente sia nei paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo, in ambito pubblico e privato. Definita come abuso di potere a vantaggio del privato, causa perdite finanziarie, limita la crescita e gli investimenti, riducendo la spesa per servizi sociali come sanità ed istruzione, minando il benessere sociale e la fiducia dei cittadini. Specificamente nel settore sanitario, la corruzione è un fenomeno poco studiato, nonostante numerosi scandali e condanne. Non è possibile determinare con precisione la sua diffusione, i danni provocati e i settori più a rischio. Il documento fa riferimento al report "Corruzione e Sprechi in Sanità" (2013) di RiSSC e Transparency International Italia, che utilizza una definizione internazionale di corruzione più ampia di quella del codice penale italiano: abuso di potere pubblico per vantaggio privato. La decisione di aderire o meno a schemi corruttivi, o di denunciarli, dipende dal singolo soggetto e dai suoi principi e valori, un aspetto spiegabile anche attraverso un approccio socio-culturale che considera i 'costi morali' della corruzione.
2. Il Contesto Italiano e il Ruolo della Corte dei Conti
L'Italia si colloca agli ultimi posti nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione (CPI del 2012: 42 su 100), con la sanità tra i settori più a rischio. La corruzione nel settore sanitario italiano rimane un fenomeno oscuro quantitativamente, ma con effetti evidenti. La Corte dei Conti ha rilevato un'inaccettabile inappropriatezza organizzativa e gestionale nel settore sanitario, che alimenta le conseguenze negative dei frequenti episodi di corruzione a danno della collettività. Si evidenzia come in sanità si intrecciano facilmente episodi di malaffare con aspetti di cattiva gestione, spesso favoriti dalla carenza di sistemi di controllo. Questa analisi del contesto italiano sottolinea la necessità di interventi mirati per contrastare la corruzione nel settore sanitario, migliorando i sistemi di controllo e promuovendo una maggiore trasparenza e accountability.
VI.Gestione ALPI e Relazioni tra Soggetti
L'Ufficio Gestione ALPI (Attività Libero Professionale Intramuraria) dell'IRCCS CROB svolge attività di supporto tecnico per la corretta gestione delle procedure ALPI. Vengono effettuate verifiche di rispondenza all’esercizio ALPI e monitorate le prescrizioni onco-ematologiche. L'Istituto utilizza apposite dichiarazioni per conoscere le relazioni e gli interessi che possono coinvolgere i professionisti sanitari e amministrativi nei processi decisionali, in particolare per quanto riguarda farmaci, dispositivi, ricerca e sponsorizzazioni, al fine di prevenire possibili conflitti di interesse e corruzione.
1. Ruolo dell Ufficio Gestione ALPI
Presso l'IRCCS CROB opera l'Ufficio Gestione ALPI (Attività Libero Professionale Intramuraria), che fornisce supporto tecnico a tutti gli attori coinvolti nelle procedure di programmazione, gestione, verifica e controllo. Tra questi attori figurano la Direzione Generale, il Collegio di Direzione, la Commissione Paritetica di Garanzia, gli organismi di verifica e i professionisti richiedenti ALPI. L'ufficio si occupa della corretta gestione di ogni procedura inerente l'ALPI, incluso l'aggiornamento degli elenchi del personale che esercita attività libero-professionale intramuraria. Effettua verifiche di rispondenza all'esercizio ALPI come disciplinato dal regolamento interno. L'attività di monitoraggio e controllo svolta dall'ufficio è fondamentale per garantire la trasparenza e la correttezza delle procedure, contribuendo a mitigare i potenziali rischi di conflitto di interesse o di comportamenti non etici legati all'esercizio dell'attività libero-professionale all'interno dell'Istituto. La presenza di questo ufficio dimostra l’attenzione dell’IRCCS CROB nel prevenire e contrastare la corruzione.
2. Monitoraggio delle Prescrizioni e Gestione delle Relazioni
L'Ufficio Gestione ALPI monitora le prescrizioni onco-ematologiche effettuate in ambito ospedaliero tramite un sistema informatizzato, verificando la conformità alle linee guida nazionali e internazionali. Questo sistema di monitoraggio aiuta a garantire la qualità delle cure e la correttezza delle procedure. Considerando la complessità dei processi decisionali nell'ambito dell'ALPI, l'Istituto ritiene indispensabile l'utilizzo di apposite dichiarazioni per conoscere le relazioni e gli interessi che possono coinvolgere i professionisti sanitari e amministrativi. Queste dichiarazioni permettono di individuare potenziali conflitti di interesse o situazioni che potrebbero comportare un rischio di corruzione. L'adozione di questo strumento di trasparenza è fondamentale per garantire la correttezza e l’imparzialità dei processi decisionali, in particolare per quanto concerne la gestione e i processi decisionali in materia di farmaci, dispositivi, tecnologie, ricerca, sperimentazione e sponsorizzazioni. La raccolta di queste informazioni è ritenuta cruciale per la prevenzione e il contrasto della corruzione.