
Il cimitero di Mestre: percezioni e analisi antropologica del tempo e dello spazio
Informazioni sul documento
Autore | Gianluca Ligi |
Specialità | Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica |
Tipo di documento | Tesi di Laurea Magistrale |
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 4.02 MB |
Riassunto
I.Antropologia della Morte
La morte colpisce sia il corpo biologico di un individuo, sia la costruzione sociale di un essere umano. La tanatometamorfosi è il processo culturale e sociale tramite cui viene manipolato e trasformato il corpo di un defunto in modo che acquisisca nuovamente un potere su di esso. I monumenti funebri hanno diverse finalità: commemorative e pubblicitarie e una funzione funeraria.
II.Il cimitero di Mestre
Il cimitero di Mestre è stato oggetto di grandi ampliamenti nel corso del tempo, ma ora è chiaro che si tratta di un luogo di socialità, un luogo in cui rafforzare il sentimento di appartenenza a una comunità. Non è solo un luogo di silenzio e solitudine.
III.La Natura in un Cimitero
La natura in un cimitero viene negata e mantenuta nei limiti concessi dall’uomo, attraverso opere di bonifica, di sfalciamento dell’erba e con l’uso di diserbanti chimici. Allo stesso tempo, viene anche imitata e riprodotta, attraverso l’uso di fiori finti o prati d’erba finta.
IV.Il ruolo dei fiori e della Natura
I fiori sulle tombe sono un simbolo di allegria e un tentativo di rallegrare qualcosa che può essere sereno. Allo stesso tempo, anche i fiori finti e l’erba finta hanno un ruolo nella rappresentazione della natura in un cimitero.
Il ruolo dei fiori e della Natura
La natura nel cimitero di Mestre viene sia negata e sia mantenuta nei limiti concessi dall’uomo, attraverso opere di bonifica, di sfalciamento dell’erba e con l’uso di diserbanti chimici. Allo stesso tempo, essa viene anche imitata e riprodotta, attraverso l’uso di fiori finti o di prati di erba finta adagiati sopra le tombe.