
Musulmani in Europa: Integrazione a Caltanissetta
Informazioni sul documento
Scuola | Corso di Laurea Magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Asia Meridionale e Occidentale: Lingue, Culture e Istituzioni |
Specialità | Asia Meridionale e Occidentale: Lingue, Culture e Istituzioni |
Tipo di documento | Tesi di Laurea |
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 2.50 MB |
Riassunto
I.Il Pensiero di Tariq Ramadan sull Integrazione Musulmana in Europa
Il documento analizza il pensiero di Tariq Ramadan sull'integrazione dei musulmani in Europa, focalizzandosi sulla costruzione di un'identità musulmana europea. Ramadan propone un 'giusto mezzo' tra accettazione completa e rifiuto del nuovo contesto, suggerendo una coniugazione tra gli insegnamenti islamici e la realtà europea. Questo processo, secondo Ramadan, si basa su principi chiave come la fede, la spiritualità, la pratica, la protezione e la libertà, culminando nel concetto di shahada, la testimonianza di fede che lega l'identità musulmana alla responsabilità sociale nella Dar ash-Shahada, 'casa della testimonianza'. L'analisi considera anche le diverse fasi storiche della presenza musulmana in Europa, dall'827 ad oggi, evidenziando le difficoltà legate alle fratture tra tradizione e modernità, come teorizzato da Appadurai. L'immigrazione musulmana e la sua integrazione sono punti cruciali nella discussione.
1. Il Giusto Mezzo di Ramadan Integrazione tra Insegnamenti Islamici e Contesto Europeo
Il pensiero di Tariq Ramadan sull'integrazione musulmana in Europa si concentra sulla necessità di trovare un 'giusto mezzo' tra l'accettazione completa e il rifiuto del nuovo contesto. Non si tratta di adattare l'identità musulmana all'immagine che gli 'altri' si formano di essa, bensì di una consapevole coniugazione tra gli insegnamenti islamici e la nuova realtà di appartenenza. Questo processo richiede un ambiente 'ideale' che consenta al fedele di vivere la propria fede in armonia con il nuovo contesto, testimoniando la propria presenza in Europa. Questo 'giusto mezzo' si concretizza attraverso cinque principi fondamentali: fede, spiritualità, pratica, protezione e libertà. A questi si aggiunge il principio dell'azione, inteso come partecipazione attiva alla vita sociale, politica, economica del paese ospitante. Ramadan introduce il concetto di shahada, la testimonianza di fede, come elemento cardine che lega l'identità musulmana alla responsabilità sociale, situando questa testimonianza all'interno della Dar ash-Shahada, 'casa della testimonianza', uno spazio che racchiude le comunità musulmane sparse nel mondo. L'integrazione richiede dunque un bilanciamento tra radici e nuove realtà, tra tradizione e modernità, un'elaborazione complessa che definisce la nuova identità musulmana in Europa.
2. Le Fasi Storiche della Presenza Musulmana in Europa e la Frattura Tradizione Modernità
Secondo Tariq Ramadan, la presenza musulmana in Europa si articola in quattro fasi storiche, a partire dall'827 con l'arrivo di popolazioni nordafricane in Sicilia fino ai giorni nostri. La quarta fase, quella attuale, caratterizzata dall'immigrazione postcoloniale, rappresenta un punto di partenza per ridefinire l'identità musulmana in Europa, considerando le difficoltà spazio-temporali e la frattura tra tradizione e modernità. Questa frattura, analizzata anche dall'antropologo Appadurai, è descritta come una discrepanza tra società 'tradizionali' e società 'moderne', una prospettiva che può distorcere la comprensione del cambiamento e delle concezioni del passato. L'analisi si concentra su paesi europei con una forte presenza musulmana: Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Sicilia. Si sottolinea come la comprensione della presenza musulmana in Europa necessita di una lettura multisfaccettata che tenga conto delle diverse fasi storiche e delle dinamiche sociali, economiche e politiche, al fine di una maggiore comprensione del processo di integrazione delle comunità musulmane.
3. L Europeizzazione dell Islam Costruzione di un Identità Musulmana Europea
Tariq Ramadan auspica la creazione di un Islam europeo, un processo di 'europeizzazione' che non è dato per scontato ma deve essere costruito. Nella sua opera 'Essere musulmano europeo', Ramadan afferma che l'identità musulmana europea non è ancora definita e necessita di un'elaborazione collettiva. Questa identità deve essere proiettata verso l'Occidente, per assorbire e valorizzare l'impatto con una cultura 'altra', spesso percepita come una minaccia. La costruzione di questa identità musulmana è un compito che coinvolge non solo gli intellettuali ma tutti i musulmani che vivono in Europa, con l'obiettivo di considerare l'Islam una religione europea. L'analisi si concentra sul 'come' si realizza questa integrazione piuttosto che sul 'chi', sottolineando come il successo dell'inserimento nel 'nuovo paese' influisce sui riferimenti culturali portati dai migranti. Se l'esperienza è positiva, la differenza culturale viene preservata e vissuta solidalmente; se negativa, si può assistere a un recupero di autostima attraverso il ricorso a elementi culturali del passato o di altri gruppi emarginati. L'integrazione dunque richiede un processo attivo e consapevole di costruzione dell'identità.
II.L Islam in Germania e Gran Bretagna Un Analisi Storica
Il documento esamina la presenza musulmana in Germania e Gran Bretagna, evidenziando le fasi storiche di insediamento. In Germania, la presenza ottomana nei secoli XVI-XVII, nonostante i conflitti, portò a un insediamento permanente di soldati e alla successiva creazione di una moschea e di un cimitero musulmano a Berlino. In Gran Bretagna, la costruzione della London Nizamiah Mosque nel 1928, seguita dalla Central London Mosque nel 1977, rappresenta un punto di svolta nell'integrazione dei musulmani nel tessuto sociale britannico. Questi esempi sottolineano la complessa storia dell'Islam in Europa e il graduale sviluppo delle comunità musulmane.
1. La presenza musulmana in Germania dall impero Ottomano all unificazione
Il documento traccia una panoramica storica della presenza musulmana in Germania, focalizzandosi sul periodo XVI-XVII, coincidente con l'espansione dell'impero Ottomano nei Balcani. Sebbene inizialmente caratterizzato da aspri conflitti culminati nei due assedi di Vienna (1529 e 1683), questo periodo vide anche un insediamento permanente di soldati ottomani e dei loro compagni d'arme in Germania, dopo il ritiro delle truppe ottomane. Si formò persino un'unità di 1000 soldati musulmani al servizio della cavalleria prussiana, godendo di libertà religiosa. L'istituzione di relazioni diplomatiche tra Berlino e Istanbul nel XVIII secolo, con la creazione di un cimitero e poi di una moschea musulmana, testimonia la crescita della comunità. L'unificazione della Germania nel 1860-61, sotto Bismarck, portò inizialmente a un minore interesse per il Medio Oriente. Tuttavia, successivamente, il Kaiser instaurò rapporti diplomatici e commerciali più stretti con gli Ottomani, migliorando le infrastrutture, come la rete ferroviaria. Questa fase storica evidenzia la complessa interazione tra conflitto, immigrazione e integrazione, che ha plasmato la presenza musulmana nel territorio tedesco.
2. Lo sviluppo della comunità musulmana in Gran Bretagna la costruzione delle moschee
L'analisi prosegue con l'esame dello sviluppo della comunità musulmana in Gran Bretagna. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la necessità di una moschea centrale a Londra divenne sempre più sentita, soprattutto dopo l'apertura di una moschea centrale a Parigi nel 1926. Lord Headley ebbe un ruolo chiave nella costruzione della London Nizamiah Mosque nel 1928. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il re Giorgio VI aprì il centro della moschea nel 1944. Successivamente, nel 1954, ambasciatori e alti commissari di circa tredici stati musulmani costituirono il Central London Mosque Trust per raccogliere fondi per la costruzione di una nuova moschea. Il progetto, ostacolato dalla crisi di Suez del 1954, si concluse solo nel 1977. Questo evento segnò un cambiamento radicale nel carattere della comunità musulmana in Gran Bretagna, sottolineando l'importanza della presenza fisica di luoghi di culto come la moschea nella definizione dell'identità e nell'integrazione della comunità musulmana. L'esperienza britannica, quindi, dimostra come la costruzione di infrastrutture religiose come le moschee sia stata un elemento chiave nello sviluppo e nell'affermazione della comunità musulmana nel paese.
III.L esperienza francese e la Guerra d Indipendenza Algerina
L'analisi si concentra sull'esperienza in Francia, in particolare sugli effetti della Guerra d'Indipendenza Algerina (1954-1962) e del conseguente flusso migratorio. La presenza di circa 212.000 algerini in Francia nel 1954 accentuò il desiderio d'indipendenza della comunità algerina, creando tensioni sociali e politiche. La guerra, caratterizzata da una repressione francese brutale, ebbe un impatto profondo sull'integrazione dei musulmani in Francia e contribuì a plasmare la realtà attuale delle comunità musulmane in Europa.
1. L immigrazione Algerina in Francia e il contesto della Guerra d Indipendenza
Il testo evidenzia il significativo aumento dell'immigrazione algerina in Francia nel 1954, con circa 212.000 algerini registrati dal censimento. Questo flusso migratorio è strettamente correlato alla Guerra d'Indipendenza Algerina (1954-1962). Il successo della rivoluzione nasseriana in Egitto negli anni '50 radicalizzò il movimento nazionalista algerino, dando vita al Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) guidato da Muhammed Ben Bella. Questo portò a uno scontro decisivo con la Francia, culminando nella sanguinosa battaglia di Algeri nel 1957. La repressione francese, caratterizzata da metodi brutali come la liquidazione fisica dei prigionieri e la tortura, suscitò sdegno e proteste nell'opinione pubblica e nel mondo politico francese. La guerra terminò nel 1961-62, in un periodo di alta concentrazione di migranti in cerca di lavoro in Europa occidentale. Questo evento ebbe un impatto profondo sulla comunità algerina in Francia e, più in generale, sull'integrazione dei musulmani nel paese. La Guerra d'Indipendenza Algerina segnò quindi un punto di svolta nella storia dell'immigrazione e dell'integrazione delle comunità musulmane in Francia.
2. Politiche del ritorno e integrazione nel mercato del lavoro europeo
A seguito della Guerra d'Indipendenza Algerina, e con l'aumento dell'immigrazione musulmana in Francia e in altri paesi europei, si tentarono politiche di 'ritorno' degli immigrati nei paesi d'origine, principalmente per ridurre la disoccupazione. Tuttavia, la crisi del 1974 dimostrò l'inefficacia di queste politiche. Questo fallimento era dovuto al fatto che la popolazione immigrata era ormai integrata nel mercato del lavoro europeo e che il desiderio di ritorno era diminuito, trasformandosi persino in una sorta di rifiuto. Questo evidenzia la difficoltà di gestione dei flussi migratori e la complessità dell'integrazione nel mercato del lavoro europeo. L'esperienza francese, quindi, dimostra come le politiche di integrazione necessitino di un approccio più sfumato e attento alla realtà delle comunità immigrate, in particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro e le dinamiche sociali che caratterizzano la presenza di musulmani nel paese. Il fallimento delle politiche di 'ritorno' ha contribuito a definire la presenza stabile delle comunità immigrate in Francia, con tutte le sfide inerenti all'integrazione a lungo termine.
IV.L Islam in Italia Dall arrivo degli studenti agli anni 70
Il documento illustra l'evoluzione della presenza musulmana in Italia. Si parte dall'arrivo di studenti siriani, giordani e palestinesi negli anni '60, per poi arrivare alla nascita delle prime associazioni musulmane negli anni '70. Un caso esemplare è quello dell'Università per Stranieri di Perugia, dove gli studenti migranti si integravano frequentando corsi di italiano. L'aumento dei flussi migratori e le conseguenti variazioni sociali influenzano la struttura dell'Islam in Italia, portando alla formazione di centri islamici più strutturati. Il numero di moschee in Italia è aumentato considerevolmente, passando da oltre 50 nel 1993 a circa 300 oggi, rifletendo l'evoluzione dell'immigrazione musulmana nel paese.
1. Gli inizi dell Islam in Italia anni 60 e l arrivo degli studenti
Il documento descrive l'emergere della presenza musulmana in Italia a partire dagli anni '60. Inizialmente, si tratta di un numero limitato di persone, principalmente studenti provenienti da Siria, Giordania e Palestina, insieme ad uomini d'affari e dipendenti di ambasciate. Questa fase iniziale segna l'inizio di una lenta ma costante crescita della comunità musulmana in Italia, ponendo le basi per lo sviluppo futuro. Si nota la presenza di un'immigrazione di tipo elitario, caratterizzata da un livello di istruzione più elevato e legata ad attività economiche e accademiche. Questo diverso tipo di immigrazione, rispetto a quella di altri paesi europei, contribuisce a delineare uno scenario iniziale più specifico per l'Italia in questo periodo. La mancanza di una presenza musulmana numerosa prima degli anni '60 evidenzia una fase iniziale di formazione della comunità islamica italiana.
2. Anni 70 prime associazioni e il ruolo dell Università di Perugia
Negli anni '70 si assiste alla nascita delle prime associazioni musulmane in Italia, impegnate nella promozione di iniziative e progetti volti a migliorare la vita dei musulmani nel paese, tra cui la creazione di moschee. L'esempio dell'Università per Stranieri di Perugia è significativo: gli studenti migranti, frequentando i corsi di italiano, si integravano nella società italiana. Questo modello, unico rispetto ad altri paesi europei, è legato al contesto specifico degli anni '70 in Italia, dove la presenza musulmana era ancora limitata e concentrata in ambiti specifici, come quello universitario. L'Università di Perugia diventa così un punto di riferimento per la prima fase di integrazione sociale della comunità musulmana. L'accrescimento dell'immigrazione negli anni successivi porterà ad una organizzazione più strutturata dell'Islam nel paese, con un aumento significativo del numero di luoghi di culto come le moschee.
3. L evoluzione dell organizzazione islamica in Italia e la diffusione del modello di Perugia
Con l'aumento dei flussi migratori, l'organizzazione dell'Islam in Italia si sviluppa e si struttura. Si passa da un'organizzazione iniziale, forse meno strutturata, ad una più complessa, con la nascita di centri islamici più organizzati. Questo cambiamento è anche legato ad una diminuzione degli iscritti alle associazioni iniziali, probabilmente dovuta all'arrivo di immigrati con un basso livello d'istruzione e spinti da ragioni economiche. Il modello di integrazione sociale sperimentato a Perugia, con la sua focalizzazione sull'apprendimento della lingua e sulla socializzazione universitaria, viene poi esportato in altre città universitarie come Pisa, Siena, Padova e Bologna. Questo processo di diffusione del modello di Perugia è significativo per comprendere l'evoluzione dell'integrazione e dell'organizzazione della comunità musulmana in Italia. Il notevole aumento del numero di moschee e sale di preghiera, da oltre 50 nel 1993 a circa 300 oggi, riflette la crescita e l'evoluzione della presenza musulmana nel paese.
V.Il Pluri Islam e le Nuove Generazioni
Il documento evidenzia la complessità del Pluri-Islam in Europa, caratterizzato da un uso secolarizzato della religione e da un'identità musulmana in continua evoluzione. L'analisi si concentra sul contrasto tra una visione totalizzante e reattiva dell'Islam e la realtà di nuove generazioni di immigrati che mostrano un approccio più moderno alla fede. L'integrazione dei musulmani è influenzata da diversi fattori, tra cui etnicità, adattamento e innovazione, creando un'immagine complessa e sfaccettata dell'Islam in Europa.
1. Il Pluri Islam in Europa secolarizzazione e identità in evoluzione
Il documento analizza il fenomeno del 'Pluri-Islam' in Europa, evidenziando un uso spesso secolarizzato della religione, definito come un Islam 'culturale' o 'etico' più che strettamente religioso. Questa realtà presenta una complessa dialettica tra etnicità, integrazione, adattamento e innovazione. La presenza dei musulmani in Europa ha portato a una maggiore visibilità dell'identità islamica e a forme di impegno collettivo, in contrasto con visioni totalizzanti e reattive dell'Islam, spesso descritte come teocratiche e minacciose per la società pluralista. Questo 'Pluri-Islam' riflette la diversità di esperienze e pratiche religiose all'interno delle comunità musulmane europee. La pluralità delle esperienze e delle pratiche religiose evidenzia la necessità di abbandonare le immagini stereotipate e di comprendere la complessità della realtà delle comunità musulmane in Europa.
2. Le nuove generazioni e l Islam moderno un approccio secolarizzato
Un aspetto fondamentale riguarda l'atteggiamento delle nuove generazioni di immigrati verso l'Islam. Molti studi dimostrano che i giovani musulmani in Europa mostrano un uso secolarizzato della religione, paragonabile a quello dei giovani cattolici della stessa età. Si parla di un comportamento da 'credenti-consumatori', suggerendo un rapporto più moderno e meno rigido con la fede. Questo non significa una diminuzione della religiosità, ma piuttosto una ridefinizione del rapporto tra fede e vita quotidiana, un adattamento al contesto sociale europeo. Questa prospettiva sfida le visioni semplicistiche e stereotipate dell'Islam, sottolineando la variabilità delle pratiche e delle interpretazioni religiose all'interno delle comunità musulmane. L'approccio moderno all'Islam da parte dei giovani evidenzia la capacità di adattamento e di rielaborazione della fede nel contesto della società europea.
VI.L esperienza a Caltanissetta Uno Studio sul Campo
La ricerca sul campo a Caltanissetta, in Italia, fornisce dati sulla vita quotidiana dei musulmani. L'analisi si basa sulle interviste condotte presso l'ufficio immigrazione del comune e attraverso l'associazione culturale 'La Scala di Afrodite'. Le testimonianze dei musulmani a Caltanissetta offrono spunti importanti sulla pratica dell'Islam in un contesto italiano, evidenziando sia i momenti di integrazione sia le sfide legate alla costruzione dell'identità musulmana in un paese diverso dal proprio. Le interviste mettono in luce le difficoltà lavorative, le relazioni sociali e la preservazione delle tradizioni islamiche, evidenziando la necessità di una comunità più coesa a Caltanissetta.
1. Metodologia della ricerca sul campo a Caltanissetta
La sezione descrive una ricerca sul campo condotta a Caltanissetta, Italia, iniziata a maggio 2012 e proseguita oltre la fine del tirocinio (agosto 2012). La ricerca ha coinvolto l'ufficio immigrazione del comune, fornendo dati sulla presenza di immigrati stanziali, e l'associazione culturale 'La Scala di Afrodite', focalizzata sull'integrazione e la mediazione culturale. L'obiettivo era comprendere la vita quotidiana dei musulmani a Caltanissetta, analizzando le loro esperienze di integrazione e la pratica della loro religione. La ricerca si concentra sulla situazione specifica di Caltanissetta, una città che, secondo alcuni, conserva un'atmosfera familiare per gli arabi, in particolare nel mercato e in alcuni quartieri. L'utilizzo dell'associazione 'La Scala di Afrodite' ha permesso un approccio partecipativo alla ricerca, arricchendone la prospettiva e la comprensione del contesto locale.
2. Dati raccolti e analisi della situazione degli immigrati a Caltanissetta
I dati raccolti a Caltanissetta mostrano che l'80% degli intervistati si dichiara disoccupato, anche se molti lavorano nel settore informale come ambulanti. Le donne lavorano prevalentemente come badanti, colf o cameriere, mentre gli uomini spesso come ambulanti o magazzinieri. Si evidenzia una netta prevalenza di lavori manuali, probabilmente perché meno richiesti dalla popolazione locale e non richiedono particolari qualifiche. Il 60% degli intervistati dichiara di stare meglio rispetto al proprio paese d'origine, grazie ad un'occupazione che, seppur precaria, consente loro di provvedere al proprio sostentamento. Il restante 40% desidera tornare nel proprio paese. L'analisi mette in luce le condizioni socio-economiche degli immigrati a Caltanissetta, in particolare la difficoltà di accesso al mercato del lavoro formale e le diverse aspettative e prospettive di futuro. Il confronto con lo studio di Allievi sull'Islam italiano sottolinea la tendenza a guardare all'Islam come ad una fotografia statica, anziché un processo dinamico, distorcendo la percezione della realtà e delle dinamiche di integrazione.
3. Testimonianze degli immigrati e la pratica dell Islam a Caltanissetta
La sezione presenta le testimonianze di diversi immigrati a Caltanissetta, evidenziando le diverse esperienze di vita e di pratica dell'Islam. Alcuni intervistati, pur essendo praticanti, trovano difficoltà nel rispettare appieno i precetti islamici a causa delle condizioni di lavoro e della mancanza di una comunità unita. Altri dichiarano di essere musulmani non praticanti, spesso a causa di difficoltà economiche e lavorative. La mancanza di una forte comunità musulmana a Caltanissetta emerge come un ostacolo all'esercizio completo della fede. Le testimonianze sottolineano il legame profondo con le proprie origini, la lingua e la cultura del paese d'origine, ma anche la volontà di garantire un futuro migliore ai propri figli, preservando la loro identità culturale e religiosa. Le difficoltà riscontrate mettono in luce le sfide dell'integrazione e della pratica religiosa in un contesto sociale e culturale diverso da quello d'origine. La città di Caltanissetta, per alcuni, presenta elementi familiari rispetto al paese di origine, ma la mancanza di una comunità coesa e le difficoltà economiche rappresentano ostacoli significativi alla piena integrazione e alla pratica dell'Islam.