Cap. 4 - Il legame chimico (pdf) - 1.3 MB

Legame Chimico: Tipi e Forze

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Specialità Chimica
Tipo di documento Appunti di Lezione

Riassunto

I.Tipi di Legami Chimici

Il documento descrive i principali tipi di legame chimico: legame ionico, caratterizzato da una grande differenza di elettronegatività tra gli atomi (superiore a 1.7) e il trasferimento di elettroni; legame covalente, formato dalla condivisione di elettroni tra atomi, che può essere polare o non polare a seconda della differenza di elettronegatività; legame metallico, presente nei metalli, dove gli elettroni di valenza sono delocalizzati formando una nube elettronica; e infine, forze intermolecolari più deboli come le forze di London e le forze di Van der Waals.

1. Definizione di Legame Chimico e Tipi di Legami

Il documento inizia definendo il legame chimico come una forza di natura elettrostatica che unisce atomi in una specie chimica (legami forti o intramolecolari) o molecole in una sostanza allo stato condensato (legami deboli o intermolecolari). Vengono poi elencati diversi tipi di legami atomici: le forze di London, le forze di Van der Waals, il legame ionico, il legame covalente, il legame dativo e il legame metallico. La distinzione tra legami forti e deboli è fondamentale per comprendere le proprietà delle diverse sostanze. I legami forti determinano la struttura interna delle molecole, mentre i legami deboli influenzano le interazioni tra le molecole, ad esempio nello stato liquido o solido. La comprensione di questi diversi tipi di legami è essenziale per spiegare le proprietà fisiche e chimiche di una vasta gamma di sostanze, dai semplici composti inorganici alle complesse molecole organiche. L'introduzione di questi concetti chiave fornisce una base solida per l'analisi più approfondita di ogni singolo tipo di legame che segue nel testo.

2. Il Legame Ionico Elettronegatività ed Energia Reticolare

Il legame ionico è descritto come un'interazione elettrostatica tra ioni di carica opposta, formatisi a seguito del trasferimento di elettroni da un atomo a un altro. La differenza di elettronegatività tra gli atomi coinvolti è un fattore cruciale: una differenza maggiore di 1.7 indica un legame prevalentemente ionico. L'esempio della formazione di NaCl illustra il processo: il sodio (meno elettronegativo) cede un elettrone al cloro (più elettronegativo), formando ioni Na+ e Cl-. La variazione di energia durante questa reazione coinvolge l'energia di ionizzazione del sodio, l'affinità elettronica del cloro e, soprattutto, l'energia reticolare di NaCl. Quest'ultima rappresenta il principale contributo alla stabilità del composto ionico, superando la spesa energetica iniziale necessaria per la formazione degli ioni. L'analisi energetica dettagliata fornisce una comprensione quantitativa della stabilità dei composti ionici. Il testo approfondisce poi il concetto di regola dell'ottetto, spiegando come molti elementi tendono ad acquistare o perdere elettroni per raggiungere una configurazione elettronica stabile, simile a quella dei gas nobili, sebbene esistano eccezioni come il litio e il berillio.

3. Il Legame Covalente Condivisione di Elettroni e Simboli di Lewis

Il legame covalente è presentato come la condivisione di elettroni di valenza tra atomi, tipicamente non metalli. Il concetto di elettronegatività viene ripreso per spiegare la formazione di legami covalenti polari (elettroni condivisi in modo non uniforme) e non polari (elettroni condivisi in modo uniforme). I simboli di Lewis vengono introdotti come strumento per rappresentare graficamente gli elettroni di valenza e i legami covalenti. Ogni atomo cerca di completare il suo ottetto (otto elettroni nel livello di valenza) attraverso la condivisione di elettroni. Il testo spiega la formazione di legami singoli, doppi e tripli, fornendo esempi come la molecola di idrogeno (H-H) e idrocarburi come metano, etano, propano, etene ed etino, illustrando come la condivisione di elettroni porta alla formazione di molecole stabili. L'utilizzo di formule condensate e la discussione sulla disposizione degli atomi nel butano e isobutano forniscono esempi pratici della rappresentazione molecolare.

II. Legame Ionico Formazione e Stabilità

La formazione di un legame ionico implica la cessione di elettroni da parte di un atomo meno elettronegativo (generalmente un metallo) ad un atomo più elettronegativo (generalmente un non metallo). La stabilità del composto ionico è principalmente determinata dall'energia reticolare, che compensa l'energia spesa per la ionizzazione e l'affinità elettronica. La regola dell'ottetto, sebbene non sempre valida (es. Li, Be), prevede che gli atomi tendano ad acquisire o cedere elettroni per raggiungere una configurazione elettronica stabile, simile a quella dei gas nobili.

1. Meccanismo di Formazione del Legame Ionico

Il legame ionico si forma attraverso il trasferimento di uno o più elettroni da un atomo a un altro. Questo processo è fortemente influenzato dalla differenza di elettronegatività tra gli atomi coinvolti. Se la differenza di elettronegatività è superiore a 1.7, si forma un legame prevalentemente ionico. L'atomo meno elettronegativo, generalmente un metallo, perde elettroni e diventa uno ione positivo (catione), mentre l'atomo più elettronegativo, generalmente un non metallo, acquista elettroni e diventa uno ione negativo (anione). La forte attrazione elettrostatica tra questi ioni di carica opposta è ciò che costituisce il legame ionico. Il testo utilizza l'esempio della formazione del cloruro di sodio (NaCl) per illustrare questo meccanismo: l'atomo di sodio cede un elettrone all'atomo di cloro, formando gli ioni Na+ e Cl-, che sono poi tenuti insieme dalla forza di attrazione elettrostatica. Questo esempio serve a chiarire il concetto fondamentale del trasferimento di elettroni come base della formazione del legame ionico.

2. Energia Reticolare e Stabilità dei Composti Ionici

La stabilità di un composto ionico è strettamente correlata all'energia reticolare. L'energia reticolare è definita come l'energia rilasciata quando ioni gassosi si combinano per formare un reticolo cristallino. Questa energia rappresenta la forza di attrazione tra gli ioni positivi e negativi nel reticolo. Il valore negativo dell'energia reticolare indica che la formazione del reticolo è un processo esoergonico, ovvero rilascia energia. Nel caso del NaCl, l'energia reticolare (-787.0 kJ/mol) è un fattore chiave nella stabilità del composto, compensando l'energia richiesta per ionizzare il sodio e per l'affinità elettronica del cloro. Un calcolo termodinamico dettagliato, fornito nel testo, mostra come l'energia reticolare supera la somma dell'energia di ionizzazione del sodio e dell'affinità elettronica del cloro, rendendo la formazione di NaCl un processo spontaneo ed energeticamente favorevole. Quindi, l'energia reticolare è fondamentale per la comprensione della stabilità dei composti ionici.

3. La Regola dell Ottetto nei Composti Ionici

La regola dell'ottetto, sebbene non sempre universale, fornisce una guida utile per comprendere la formazione dei composti ionici. Questa regola afferma che molti atomi tendono a raggiungere una configurazione elettronica stabile con otto elettroni nel loro livello di valenza, simile a quella dei gas nobili. Nel contesto dei legami ionici, gli atomi tendono a perdere o guadagnare elettroni per raggiungere questa configurazione. Il sodio, ad esempio, perde un elettrone per raggiungere la configurazione elettronica del neon (gas nobile più vicino), mentre il cloro guadagna un elettrone per raggiungere la configurazione elettronica dell'argon. Il testo sottolinea che la regola dell'ottetto funziona bene per i metalli dei gruppi IA e IIA dal terzo periodo in poi e per gli anioni dei non metalli, ma presenta delle eccezioni, come il litio e il berillio, che raggiungono la configurazione elettronica dell'elio (1s2). La comprensione della regola dell'ottetto facilita la previsione della carica che uno ione assumerà in un composto ionico.

III. Legame Covalente Condivisione di Elettroni

Il legame covalente si forma mediante la condivisione di elettroni di valenza tra atomi, spesso non metalli. I simboli di Lewis sono utili per rappresentare gli elettroni di valenza e la formazione di legami singoli, doppi o tripli. La regola dell'ottetto guida la formazione di molti composti covalenti. Esempi di composti covalenti includono gli idrocarburi (alcani, alcheni, alchini) e molte molecole organiche. La polarità del legame covalente dipende dalla differenza di elettronegatività tra gli atomi coinvolti.

1. Condivisione di Elettroni e Regola dell Ottetto

Il legame covalente si basa sulla condivisione di elettroni di valenza tra atomi, tipicamente non metalli. Questa condivisione permette agli atomi di raggiungere una configurazione elettronica più stabile, spesso seguendo la regola dell'ottetto, che prevede otto elettroni nel livello di valenza. La condivisione di una coppia di elettroni forma un legame singolo, mentre la condivisione di due o tre coppie di elettroni forma rispettivamente legami doppi e tripli. Il testo fornisce l'esempio della molecola di idrogeno (H2), dove due atomi di idrogeno condividono una coppia di elettroni, raggiungendo ciascuno la configurazione elettronica dell'elio. Questa condivisione porta alla formazione di una molecola stabile. La regola dell'ottetto, sebbene non sia una regola universale (come evidenziato dalle eccezioni per il Li e il Be), è un principio guida per comprendere la formazione di molti composti covalenti. La comprensione di questo principio è fondamentale per la previsione della struttura e delle proprietà delle molecole.

2. Simboli di Lewis e Rappresentazione dei Legami Covalenti

I simboli di Lewis sono uno strumento fondamentale per rappresentare i legami covalenti. Questi simboli mostrano il simbolo dell'elemento circondato da punti che rappresentano gli elettroni di valenza. Gli elettroni condivisi nel legame covalente sono rappresentati da punti o da un trattino che unisce i simboli degli atomi. Il testo utilizza i simboli di Lewis per illustrare la condivisione di elettroni nella molecola di idrogeno (H-H) e spiega come questo tipo di rappresentazione grafica permette di visualizzare la formazione del legame e la distribuzione degli elettroni di valenza. La formula ottenuta viene chiamata formula di Lewis o struttura di Lewis. Questa rappresentazione grafica facilita la comprensione della struttura e della geometria delle molecole, in particolare per composti più complessi. L'uso dei simboli di Lewis semplifica l'analisi della connettività atomica e la visualizzazione della condivisione di elettroni.

3. Legami Covalenti Polari e Non Polari e Esempi di Idrocarburi

Il testo distingue tra legami covalenti polari e non polari. Nei legami covalenti non polari, come quello presente nella molecola di idrogeno, gli elettroni condivisi sono distribuiti uniformemente tra gli atomi. Nei legami covalenti polari, invece, gli elettroni sono attratti maggiormente da un atomo rispetto all'altro, a causa della differenza di elettronegatività. L'elettronegatività è definita come l'attrazione di un atomo per gli elettroni di legame. Il testo fa riferimento a composti organici, citando gli alcani (CnH2n+2) con esempi come metano, etano e propano, e poi gli alcheni (CnH2n) e gli alchini (CnH2n-2), illustrando la presenza di legami singoli, doppi e tripli nel carbonio. La discussione su butano e isobutano evidenzia come, con lo stesso numero di atomi di carbonio, possano esistere diverse disposizioni spaziali degli atomi, dando luogo a isomeri con proprietà diverse. Questo evidenzia l'importanza della struttura molecolare nelle proprietà chimiche e fisiche.

IV.Polarità del Legame Covalente e Teoria della Risonanza

La differenza di elettronegatività determina la polarità di un legame covalente. Quando la differenza è elevata, il legame ha un carattere ionico significativo. La teoria della risonanza spiega la struttura di molecole come l'ozono, dove una singola struttura di Lewis non è sufficiente a descrivere accuratamente la distribuzione degli elettroni. Le strutture di risonanza rappresentano diverse forme limite che contribuiscono alla struttura reale della molecola (ibrido di risonanza).

1. Polarità del Legame Covalente e Differenza di Elettronegatività

La polarità di un legame covalente dipende dalla differenza di elettronegatività tra gli atomi coinvolti. Se gli atomi hanno la stessa elettronegatività, il legame è non polare e gli elettroni sono condivisi equamente. Se c'è una differenza di elettronegatività, il legame è polare e gli elettroni sono attratti più fortemente dall'atomo più elettronegativo, creando una parziale carica negativa (δ-) su quell'atomo e una parziale carica positiva (δ+) sull'altro. Il testo sottolinea che non esiste una netta separazione tra legame ionico e legame covalente; un legame è prevalentemente ionico solo quando la differenza di elettronegatività è molto grande. Il grado di polarità, o carattere ionico, varia in modo continuo con la differenza di elettronegatività, rendendo la classificazione dei legami come puramente ionici o covalenti una semplificazione. La comprensione di questo continuum è essenziale per una descrizione accurata delle interazioni tra gli atomi.

2. Teoria della Risonanza e Strutture di Risonanza

La teoria della risonanza viene introdotta per spiegare le situazioni in cui una singola struttura di Lewis non riesce a rappresentare accuratamente la struttura elettronica reale di una molecola o di uno ione. L'esempio dell'ozono (O3) è utilizzato per illustrare questo concetto. Le due strutture di Lewis possibili per l'ozono sono equivalenti, ma nessuna delle due rappresenta la reale distribuzione degli elettroni. La teoria della risonanza propone che la molecola sia rappresentata da un ibrido di risonanza, una combinazione di diverse strutture di Lewis che contribuiscono alla struttura reale. Le strutture di risonanza non sono forme reali che si interconvertono rapidamente, ma piuttosto rappresentazioni utili per descrivere la delocalizzazione degli elettroni. Un altro esempio è quello di uno ione dove i dati sperimentali indicano che tutti i legami C-O sono uguali, suggerendo una delocalizzazione della carica e la necessità di strutture di risonanza per una descrizione completa. La teoria della risonanza è un concetto importante per comprendere la struttura e le proprietà di molte molecole e ioni.

V. Legame Metallico e Proprietà dei Metalli

Il legame metallico è responsabile delle proprietà caratteristiche dei metalli, come la malleabilità e la duttilità. In questo tipo di legame, gli elettroni di valenza sono delocalizzati, formando una nube elettronica che tiene uniti gli ioni metallici positivi in un reticolo cristallino. La reattività dei metalli è correlata alla loro elettronegatività: metalli con bassa elettronegatività sono più facilmente ossidabili.

1. Descrizione del Legame Metallico

Il legame metallico è spiegato come un'interazione che tiene uniti gli atomi nei metalli. Gli atomi metallici mettono in comune gli elettroni dello strato esterno, formando ioni metallici positivi e una nube di elettroni mobili. Questa nube elettronica, delocalizzata, avvolge tutti gli ioni metallici e li tiene fissi in un reticolo tridimensionale. A differenza dei legami ionici e covalenti, dove gli elettroni sono legati a specifici atomi o coppie di atomi, nel legame metallico gli elettroni sono liberi di muoversi attraverso l'intero reticolo. Questa caratteristica è responsabile di molte delle proprietà tipiche dei metalli, come la conducibilità elettrica e termica. La descrizione del legame metallico come una 'nube' di elettroni che circonda gli ioni positivi fornisce un'immagine intuitiva di come gli atomi sono tenuti insieme in un solido metallico. Questa delocalizzazione degli elettroni è cruciale per la comprensione delle proprietà dei materiali metallici.

2. Proprietà dei Metalli Spiegabili tramite il Legame Metallico

Il testo evidenzia come il legame metallico spieghi alcune proprietà comuni dei metalli. La natura delocalizzata degli elettroni è responsabile della buona conducibilità elettrica e termica: gli elettroni mobili possono trasportare facilmente carica e calore. La malleabilità e la duttilità sono anche attribuite a questo tipo di legame: la disposizione degli ioni metallici nel reticolo permette il loro scorrimento gli uni sugli altri senza rompere il legame, consentendo la deformazione del metallo. Quasi tutti i metalli sono solidi a temperatura ambiente, a eccezione del mercurio, a causa della forte attrazione tra gli ioni metallici positivi e la nube elettronica. La descrizione di queste proprietà, in particolare la malleabilità, utilizzando termini chiari e specifici, permette una comprensione più dettagliata del rapporto tra struttura e proprietà nei metalli. La menzione del mercurio come eccezione evidenzia la complessità delle proprietà dei metalli e l'importanza di considerare le interazioni specifiche tra gli atomi.

3. Reattività dei Metalli e Elettronegatività

La reattività dei metalli è correlata alla loro tendenza ad ossidarsi, ovvero a perdere elettroni. Il testo afferma che minore è il valore dell'elettronegatività di un metallo, maggiore è la sua tendenza ad ossidarsi. I metalli più facilmente ossidabili si trovano all'estrema sinistra della tavola periodica, dove l'elettronegatività è minore. Questa relazione tra elettronegatività e reattività è un concetto chiave per comprendere il comportamento chimico dei metalli. La posizione nella tavola periodica, quindi, fornisce indicazioni sulla reattività di un metallo, riflettendo la sua tendenza a perdere elettroni e quindi a formare legami ionici o metallici. Questa connessione tra la proprietà chimica (reattività) e la proprietà fisica (elettronegatività) sottolinea l'importanza di considerare sia gli aspetti elettrostatici che le proprietà periodiche degli elementi.

VI. Legami Sigma σ e Pi Greco π

Il documento introduce i legami sigma (σ) e pi greco (π), che costituiscono i doppi e tripli legami. Il legame sigma (σ) è più forte del legame pi greco (π) a causa della maggiore sovrapposizione degli orbitali atomici. I legami semplici tra atomi di carbonio sono legami σ; i doppi legami sono formati da un legame σ e un legame π; i tripli legami da un legame σ e due legami π.

1. Caratteristiche del Legame Sigma σ

Il legame sigma (σ) si forma dalla sovrapposizione diretta di orbitali atomici lungo l'asse che congiunge i due nuclei degli atomi. Questa sovrapposizione crea una zona di ricopertura, la cui ampiezza determina la forza del legame: maggiore la zona di ricopertura, più forte il legame. Il legame σ presenta simmetria cilindrica e non ha piani nodali. Un legame singolo tra due atomi è sempre un legame σ. Il testo evidenzia che a temperatura ambiente, nei composti con legami singoli (σ), la rotazione attorno all'asse di legame è libera, dando origine a conformeri. La descrizione della formazione del legame σ mediante sovrapposizione diretta di orbitali e l'assenza di piani nodali fornisce una base per comprendere la sua maggiore forza rispetto al legame π. La menzione della libera rotazione a temperatura ambiente in composti con legami singoli completa la descrizione delle sue caratteristiche.

2. Confronto tra Legami Sigma σ e Pi Greco π

La principale differenza tra il legame σ e il legame π risiede nel modo in cui avviene la sovrapposizione degli orbitali. Nel legame σ, la sovrapposizione è frontale e lungo l'asse internucleare, mentre nel legame π la sovrapposizione è laterale e al di sopra e al di sotto dell'asse internucleare. Di conseguenza, il legame σ è generalmente più forte del legame π, a causa di una maggiore sovrapposizione degli orbitali e di una maggiore densità elettronica nella zona di legame. Il testo evidenzia come un doppio legame tra due atomi di carbonio sia costituito da un legame σ e un legame π, mentre un triplo legame è composto da un legame σ e due legami π. Questa distinzione tra legami σ e π è cruciale per comprendere la geometria e le proprietà delle molecole organiche, in particolare la presenza di isomeria cis-trans negli alcheni dovuta alla rigidità del doppio legame (legame σ e π).