
Ossidazione ad alte T di FSS per SOFC
Informazioni sul documento
Scuola | Università degli Studi di Genova, Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Specialità | Scienza ed Ingegneria dei Materiali |
Tipo di documento | Tesi di Laurea Magistrale |
Luogo | Genova |
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 12.95 MB |
Riassunto
I.Studio della Cinetica di Ossidazione di Acciai Inossidabili Ferritici per Interconnettori SOFC
Questo studio approfondisce la cinetica di ossidazione ad alte temperature di due acciai inossidabili ferritici (FSSs) commercialmente disponibili: AISI 441 e Crofer22 APU. Questi materiali sono utilizzati come interconnettori nelle pile a combustibile ad ossidi solidi (SOFCs), dispositivi che operano a 700-900°C in ambienti ossidanti aggressivi. La degradazione delle SOFCs, causata dalla formazione di uno spesso strato di ossido e dall'evaporazione del cromo (specie volatili Cr(VI)), è un problema critico. L'analisi si basa su un modello di ossidazione ideale derivato dalla teoria di Wagner, confrontato con risultati sperimentali ottenuti tramite misure termogravimetriche, analisi dell'evaporazione del cromo (con un metodo innovativo di quantificazione in operando e ex situ) e misure di Area Specific Resistance (ASR) per valutare l'energia di attivazione.
II.Metodologie Sperimentali
Sono state condotte misure termogravimetriche fino a 1000 ore di invecchiamento a 750°, 800° e 850°C per determinare la costante cinetica di ossidazione. Un sistema innovativo è stato sviluppato per la quantificazione dell'evaporazione del cromo, sia in operando (tramite la misura del CO₂ prodotto dalla reazione con carbonato di calcio) sia ex situ (spettrofotometria del cromato di sodio). Inoltre, sono state effettuate misure di ASR per valutare la conducibilità elettronica dell'ossido in funzione della temperatura e del tempo. L'analisi ex situ ha sfruttato tecniche quali la spettrofotometria UV-Vis e l'ICP-AES per la quantificazione accurata del cromo evaporato.
1. Misure Termogravimetriche
Le misure termogravimetriche, effettuate su campioni di AISI 441 e Crofer22 APU, costituiscono il fulcro dell'analisi cinetica di ossidazione. Queste prove, condotte fino a 1000 ore di invecchiamento a temperature di 750°C, 800°C e 850°C, hanno permesso di calcolare la costante cinetica di ossidazione. Tuttavia, l'importanza di queste misure risiede nella loro capacità di fornire informazioni sulla velocità di crescita dello strato di ossido superficiale. È fondamentale sottolineare che i dati termogravimetrici, rappresentati dalle curve di aumento di peso, devono essere integrati con altri dati, in particolare la quantificazione dell'evaporazione del cromo, un fenomeno che causa una perdita di massa dal campione e influenza significativamente i risultati. La precisione delle misure è stata garantita da una bilancia analitica con un errore nell'ordine di 10⁻⁵ g cm⁻², considerato accettabile per l'analisi. L'analisi delle curve di aumento di peso ha permesso di ricavare la costante parabolica k, fornendo indicazioni cruciali sulla cinetica di ossidazione dei due acciai inossidabili ferritici studiati. La scelta di effettuare le prove a tre diverse temperature ha permesso di analizzare l'effetto della temperatura sulla velocità di ossidazione e di comprendere meglio il comportamento dei materiali in diverse condizioni operative, tipiche delle applicazioni SOFC.
2. Misure di Evaporazione del Cromo
Un aspetto cruciale dello studio è la quantificazione dell'evaporazione del cromo, un fenomeno che contribuisce significativamente alla degradazione degli interconnettori SOFC. Per affrontare questo aspetto, è stato messo a punto un innovativo sistema di misura in grado di quantificare il cromo evaporato sia in operando che ex situ. La tecnica in operando, una novità assoluta nel campo, prevede il monitoraggio del diossido di carbonio (CO₂) rilasciato dalla reazione tra le specie volatili del cromo e il carbonato di calcio, permettendo così la quantificazione diretta del cromo evaporato durante il processo di ossidazione. L'utilizzo di un sensore a infrarossi (DFRobot) e di un Arduino Uno per la gestione del sensore e la raccolta dati (termocoppie e sensore di umidità inclusi) ha consentito la misurazione online del CO₂ fino a 5000 ppm. La tecnica ex situ, più tradizionale, si basa sulla quantificazione spettrofotometrica del cromato di sodio formatosi dopo la reazione. Questo sistema, testato con misure a diversi tempi (10, 50 e 100 ore e successive misure su campioni pre-ossidati per tempi più lunghi), ha dimostrato un'elevata efficienza (circa il 92% con analisi ICP-AES). La metodologia in operando, oggetto di uno studio di fattibilità, si prefigge l'obiettivo di fornire una quantificazione accurata e riproducibile dell'evaporazione del cromo, essenziale per una comprensione completa dei meccanismi di degradazione degli acciai utilizzati negli interconnettori SOFC. L'utilizzo di una soluzione 1M di NaOH nel gorgogliatore ha permesso di controllare l'umidità e ridurre l'interferenza della CO₂ ambientale.
3. Misure di Resistenza Elettrica ASR
Per valutare le prestazioni degli interconnettori SOFC, è stata determinata l'Area Specific Resistance (ASR) mediante uno strumento appositamente progettato (RLT 0 - Real Life Tester). Questo strumento, già utilizzato in precedenti lavori, impiega un sistema a quattro fili per misurare la resistenza elettrica dei campioni, utilizzando retine d'oro per garantire un contatto ottimale e una distribuzione uniforme della corrente. La scelta dell'oro è dovuta alla sua elevata conducibilità elettrica e stabilità alle alte temperature. Le misure di ASR sono state effettuate a diverse temperature, permettendo di calcolare l'energia di attivazione per la conducibilità elettronica dell'ossido. Questa grandezza, misurata in Ω cm, è un parametro fondamentale per caratterizzare il comportamento elettrico degli interconnettori durante i processi ossidativi, fornendo informazioni sulla loro capacità di condurre elettricità e quindi di garantire un funzionamento efficiente della pila a combustibile. In questo studio, a differenza di lavori precedenti, i campioni sono stati caratterizzati senza flusso di gas, semplificando il protocollo sperimentale. L'analisi dei dati ottenuti ha permesso di correlare le variazioni di ASR con la composizione e la morfologia degli strati di ossido, contribuendo alla comprensione dei meccanismi di degradazione.
III.Risultati e Discussione Cinetica di Ossidazione e Evaporazione del Cromo
Le misure termogravimetriche hanno mostrato un andamento prevalentemente parabolico, con deviazioni per l'AISI 441 ad alte temperature a causa dello scagliamento dell'ossido. Il Crofer22 APU ha mostrato una migliore resistenza all'ossidazione rispetto all'AISI 441. Le analisi dell'evaporazione del cromo hanno rivelato quantità significativamente maggiori rispetto ai dati di letteratura, evidenziando l'efficacia del nuovo metodo di misura. L'evaporazione del cromo è risultata molto più elevata per l'AISI 441 rispetto al Crofer22 APU, correlata alla minore formazione di spinello protettivo. L'analisi EDS ha permesso di studiare la composizione degli strati di ossido formati sui due acciai, evidenziando differenze significative nella formazione di spinelli (Mn,Cr)₃O₄.
IV.Risultati e Discussione Misure Elettriche e Analisi Composizionale
Le misure di ASR hanno mostrato una diminuzione dell'energia di attivazione per la conduzione elettronica nel Crofer22 APU con l'aumento del tempo di invecchiamento, correlata alla formazione di spinello. Al contrario, per l'AISI 441 si è osservato un aumento dell'energia di attivazione, correlato all'aumento di spessore dell'ossido. Le analisi composizionali (EDXS) hanno confermato la diversa composizione degli ossidi, evidenziando una maggiore presenza di Mn nello spinello protettivo del Crofer22 APU e una maggiore presenza di Cr nell'ossido dell'AISI 441, con una significativa instabilità morfologica di quest'ultimo ad alte temperature.
Riferimento del documento
- Preparation of La(Sr)Ga(Mg)O3 Electrolyte Film by Tape Casting Method (Murata, K.)
- Porous Thin-Film Anode Materials for Solid-Oxide Fuel Cells (Morse, J. D.; Graff, R. T.; Hayes, J. P.; Jankowski, A. F.)
- Trends in Catalytic Activity for SOFC Anode Materials (Rossmeisl, J.; Bessler, W. G.)
- Fabrication of a Large Area Cathode-Supported Thin Electrolyte Film for Solid Oxide Fuel Cells via Tape Casting and Co-Sintering Techniques (Zhao, C.; Liu, R.; Wang, S.; Wen, T.)