Catalizzatori a base di Pd (II) per l’ossidazione di alcoli primari e dioli

Catalizzatori Pd(II): Ossidazione Alcoli

Informazioni sul documento

Scuola

Corso di Laurea in Chimica e Tecnologie Sostenibili

Specialità Chimica e Tecnologie Sostenibili
Tipo di documento Tesi di Laurea Magistrale
Lingua Italian
Formato | PDF
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Riassunto

I.Ossidazione Selettiva di Alcoli e Dioli Metodi Tradizionali e Approcci Sostenibili

Il documento tratta l'ossidazione catalitica di alcoli e dioli ad aldeidi, focalizzandosi sullo sviluppo di metodi più sostenibili. I processi tradizionali, spesso basati su ossidanti inorganici (M-O) come il bicromato e il permanganato, sono costosi, inquinanti e generano scarti pericolosi. La ricerca si concentra quindi su alternative più ecologiche, utilizzando perossido di idrogeno (H₂O₂) o ossigeno (O₂) come ossidanti più puliti e meno aggressivi, in presenza di catalizzatori. Si analizzano diverse tipologie di catalizzatori, con particolare attenzione ai complessi a base di palladio (Pd), studiando l'influenza dei leganti sulle proprietà catalitiche, in termini di selettività e durata del catalizzatore.

1. Ossidazione di Dioli Sfide e Seletività

La sezione introduce l'ossidazione dei dioli, composti in cui due gruppi ossidrilici sono legati a due atomi di carbonio adiacenti. Mentre l'ossidazione è simile a quella degli alcoli primari e secondari, la difficoltà principale risiede nell'ottenere un processo altamente selettivo. L'ossidazione di un diolo può infatti portare alla formazione di ben cinque prodotti diversi, evidenziando la complessità della reazione e la necessità di sviluppare metodologie che permettano di indirizzare la reazione verso un prodotto specifico. Questa sfida è cruciale per applicazioni industriali, dove la purezza e l'efficienza del processo sono fattori determinanti.

2. Metodi Tradizionali vs. Approcci Sostenibili Ossidanti e Catalizzatori

Le ossidazioni tradizionali di alcoli e dioli impiegano spesso ossidanti inorganici (M-O), caratterizzati da elevati costi, impatto ambientale negativo (rilascio di metalli pesanti) e necessità di solventi tossici. Questo contrasta con i principi della chimica verde, che promuove l'utilizzo di processi più sostenibili. La ricerca si concentra quindi su ossidanti meno aggressivi e inquinanti, come il perossido di idrogeno (H₂O₂), spesso in combinazione con catalizzatori (omogenei o eterogenei) per migliorare l'efficienza e la selettività della reazione. Un esempio di recente sviluppo è un catalizzatore elettrochimico a base di componente carboniosa nanostrutturata, privo di metalli, che utilizza ossigeno e acqua come reagenti, riducendo significativamente l'impatto ambientale e i costi.

3. Il Ruolo dei Catalizzatori Cinetica Seletività e Ricerca di Sistemi Efficienti

La sezione approfondisce il ruolo dei catalizzatori nell'accelerare le reazioni di ossidazione, diminuendo l'energia di attivazione e creando percorsi di reazione alternativi. Si sottolinea la natura cinetica (non termodinamica) dell'azione catalitica, con il catalizzatore che rimane inalterato al termine della reazione. La scelta del catalizzatore è fondamentale per la selettività e l'efficienza del processo. L'utilizzo di complessi organometallici, in particolare quelli a base di palladio, è ampiamente discusso, sottolineando l'importanza della scelta dei leganti per modulare le proprietà catalitiche, tra cui la durata del catalizzatore e la selettività verso specifici prodotti. La ricerca si concentra su come ottimizzare questi aspetti, bilanciando l'attività catalitica con la necessità di processi ecocompatibili e economicamente vantaggiosi.

4. Catalisi al Palladio Sfide e Miglioramenti

L'utilizzo del palladio come catalizzatore nelle reazioni di ossidazione è ben consolidato, ma l'obiettivo è quello di migliorare l'approccio rendendolo più sostenibile. La scelta dell'ossidante (O₂ o H₂O₂), del solvente e delle condizioni di reazione sono cruciali. Molti sistemi catalitici presentano inconvenienti, come la bassa tolleranza all'acqua (un sottoprodotto comune) o la combinazione di solventi infiammabili con O₂. La riossidazione del palladio ridotto (Pd⁰) alla sua forma attiva (Pd²⁺) è essenziale per mantenere il ciclo catalitico attivo. La ricerca è quindi focalizzata sullo sviluppo di sistemi catalitici che velocizzino questa riossidazione, minimizzando gli inconvenienti e massimizzando l'efficienza del processo. L'influenza dei leganti sulla durata e sui cicli catalitici del palladio è sottolineata.

II.Catalizzatori a Base di Palladio Ottimizzazione della Selettività e dell Efficienza

L'utilizzo di complessi di Pd(II) come catalizzatori per l'ossidazione di alcoli, come l'alcol benzilico, a benzaldeide o acido benzoico, è ampiamente studiato. La ricerca si concentra sull'ottimizzazione delle condizioni di reazione (temperatura, tempo, pressione) per massimizzare la selettività verso il prodotto desiderato. L'effetto di diversi leganti (es. neocuproina, DMPHEN, DPPF) sulla reattività e selettività del catalizzatore viene analizzato. L'importanza della scelta dell'ossidante (H₂O₂ vs O₂) e della presenza di una base (acetato di sodio) per prevenire la decomposizione del catalizzatore è evidenziata. Si esamina anche l'effetto dell'aggiunta di sali metallici (CuSO₄, Cu(OAc)₂, Co(OAc)₂) per migliorare la riossidazione del Pd(0) a Pd(II), mantenendo attivo il ciclo catalitico.

1. Ossidazione dell Alcol Benzilico Influenza della Temperatura e della Seletività

Questa sezione analizza l'ossidazione dell'alcol benzilico utilizzando catalizzatori a base di palladio. Si evidenzia l'influenza della temperatura sulla reazione: a 110°C si ottiene una conversione del 40%, con prevalente formazione di acido benzoico (86% di selettività), mentre ad una temperatura di 120-130°C la conversione sale al 90%, con una maggiore selettività verso la benzaldeide (70%). L'aumento di temperatura sembra accelerare maggiormente la formazione dell'aldeide rispetto alla sua successiva ossidazione ad acido. Le condizioni di reazione riportate includono: [Pd(OAc)₂(L)₂] = 0,003 mmol; alcol benzilico = 2,171 mmol; acetato di sodio = 0,488 mmol; t-butanolo = 5 mL; H₂O₂ 30% = 2 mL; T di reazione = 120°C; tempo di reazione = 45 minuti; pressione N₂ = 8 atm. I catalizzatori con leganti neocuproina e [Pd(OAc)₂(BCP)(TsO)] risultano i più attivi, mentre [PdCl₂(DMPHEN)] è il più selettivo verso la benzaldeide (70%).

2. Effetto dei Leganti sulla Seletività e Attività Catalitica

L'importanza della scelta dei leganti nei complessi di palladio è ampiamente discussa. Confronti tra diversi complessi, come [PdCl₂(DMPHEN)] e [Pd(OAc)₂(DMPHEN)], mostrano che il legante più coordinante porta ad una maggiore attività catalitica e selettività. Si osserva che [PdCl₂(DMPHEN)] è più attivo e selettivo di [Pd(OAc)₂(DMPHEN)], indicando un effetto dei leganti ionici sulla reazione. Ulteriori esperimenti con leganti DPPF e DPPB mostrano risultati meno soddisfacenti rispetto a DMPHEN. Le condizioni di reazione sono mantenute costanti ([Pd(OAc)₂(L)₂] = 0,003 mmol; alcol benzilico = 2,171 mmol; acetato di sodio = 0,488 mmol; t-butanolo = 5 mL; H₂O₂ 30% = 2 mL; T di reazione = 120°C; tempo di reazione = 45 minuti; pressione N₂ = 8 atm), permettendo un confronto diretto dell'influenza dei differenti leganti sull'efficienza e selettività del processo catalitico.

3. Coppie Redox e Riossidazione del Palladio

Le reazioni di ossidazione catalizzate da complessi di Pd(II) prevedono la riduzione del palladio da Pd(II) a Pd(0). Per mantenere il ciclo catalitico attivo, è necessaria la riossidazione di Pd(0) a Pd(II), utilizzando una specie ossidante (sacrificabile). Si dimostra l'efficacia di H₂O₂ e O₂ come ossidanti, con effetti diversi sulla selettività. L'utilizzo di sali metallici, capaci di formare coppie redox con le specie Pd(II)-Pd(0), viene proposto come agente ossidante efficace per il Pd(0). Esperimenti con CuSO₄, Cu(OAc)₂, e Co(OAc)₂ mostrano risultati variabili. CuSO₄ aumenta la velocità di reazione in assenza di H₂O₂, ma la selettività rimane verso l'acido benzoico. L'eccesso di Cu(OAc)₂ rallenta la reazione, spostando la selettività verso la benzaldeide. Co(OAc)₂ non influisce significativamente sulla velocità, ma in presenza di H₂O₂ sposta la selettività verso l'acido benzoico. Questi dati evidenziano la complessità dell'ottimizzazione del sistema redox per la catalisi al palladio.

4. Ruolo della Base e Decomposizione del Catalizzatore

L'aggiunta di acetato di sodio come base è cruciale per prevenire la precipitazione di Pd(0) e mantenere l'attività del catalizzatore. L'assenza o un eccesso di base diminuiscono l'attività e favoriscono la formazione di acido benzoico. L'ossidazione parziale dei leganti a causa degli intermedi idroperossidici generati dalla decomposizione di H₂O₂ è anche menzionata. La presenza di un sito di coordinazione libero e di una base di acetato sono elementi chiave per la rapida deidrogenazione degli alcoli. La base migliora la nucleofilicità dell'alcol, favorendo la formazione di alcossido di sodio e promuovendo la coordinazione al palladio. L'aumento della temperatura accelera la reazione, ma può anche favorire la decomposizione del catalizzatore, evidenziata dal cambiamento di colore della soluzione da giallastra a marroncina. Per studiare la cinetica a conversioni inferiori al 100%, le reazioni successive sono condotte a 110°C.

III.Ossidazione di Dioli e Sintesi di Isoftalaldeide

Lo studio si estende all'ossidazione di dioli, in particolare l'1,3-benzendimetolo, per la sintesi di isoftalaldeide. La selettività della reazione è complessa, con la possibilità di ottenere cinque diversi prodotti. Le condizioni di reazione, in termini di temperatura e tempo, vengono ottimizzate per favorire la formazione di isoftalaldeide. L'influenza della concentrazione del catalizzatore e della presenza di una base (acetato di sodio) sulla selettività e sulla resa vengono analizzate.

1. Sintesi di Isoftalaldeide Sfide della Seletività

La sezione si concentra sulla sintesi di isoftalaldeide tramite l'ossidazione di dioli, nello specifico l'1,3-benzendimetanolo. La reazione presenta una sfida significativa a causa della sua bassa selettività: l'ossidazione può portare a cinque diversi prodotti. Questo rende cruciale l'ottimizzazione delle condizioni di reazione per massimizzare la resa di isoftalaldeide e minimizzare la formazione di sottoprodotti. La difficoltà risiede nel trovare un catalizzatore in grado di ossidare selettivamente i due gruppi alcolici adiacenti senza ulteriori ossidazioni o reazioni collaterali. L'isoftalaldeide, una dialdeide aromatica, ha importanti applicazioni nell'industria, rendendo la sua sintesi efficiente ed economica un obiettivo rilevante della ricerca.

2. Ottimizzazione delle Condizioni di Reazione Temperatura e Tempo

L'ottimizzazione delle condizioni di reazione per la sintesi di isoftalaldeide è affrontata analizzando l'effetto di temperatura e tempo. Si utilizza un catalizzatore a base di Pd(II) con il legante DMPHEN, acqua ossigenata (H₂O₂) come ossidante, e acetato di sodio come base. Esperimenti condotti a 120°C e 130°C mostrano che temperature più alte (130°C per 5 ore) portano a conversioni maggiori e selettività verso l'isoftalaldeide, mentre a temperature inferiori (120°C) la reazione richiede tempi più lunghi per raggiungere risultati comparabili. Le condizioni di reazione ottimali riportate includono: Pd(OAc)₂ = 0,004 mmol; DMPHEN = 3 equivalenti; 1,3-benzendimetanolo = 2,171 mmol; acetato di sodio = 0,488 mmol; t-butanolo = 5 mL; H₂O₂ 30% = 2 mL; T di reazione = 120°C; pressione N₂ = 8 atm. L'analisi dei risultati evidenzia la necessità di un bilanciamento preciso tra temperatura e tempo per ottenere la massima resa di isoftalaldeide.

3. Confronto tra Catalizzatore Preformato e In Situ Attività e Seletività

Un confronto tra l'utilizzo di un catalizzatore preformato e di uno preparato in situ (IN SITU) viene effettuato per valutare l'influenza del metodo di preparazione sull'attività e sulla selettività della reazione. Il catalizzatore preformato mostra una maggiore attività fin dall'inizio, e l'aumento di temperatura ha un effetto positivo sia sull'attività che sulla selettività verso la monoaldeide e l'isoftalaldeide. L'impiego del catalizzatore preformato consente di ridurre significativamente il tempo di reazione (da 5 ore a 45 minuti) mantenendo risultati paragonabili a quelli ottenuti con il catalizzatore preparato IN SITU. Questo evidenzia che la preparazione del catalizzatore influisce sulla sua efficienza e sulla cinetica della reazione, con il catalizzatore preformato che dimostra un vantaggio in termini di tempi di reazione, mantenendo una buona selettività verso il prodotto desiderato.

4. Analisi dei Risultati e Limiti Sperimentali

L'analisi dei prodotti di reazione mediante spettroscopia NMR (¹HNMR) mostra un picco a 8 ppm, indicativo della presenza di un gruppo aldeidico, ma non permette di distinguere tra monoaldeide e isoftalaldeide. È quindi necessario isolare e caratterizzare i prodotti per una analisi più completa. L'utilizzo di ossigeno come ossidante, in confronto al perossido di idrogeno, sembra favorire la selettività verso le aldeidi. Tuttavia, anche in questo caso, il miglioramento della selettività verso l'isoftalaldeide richiede ulteriori studi e ottimizzazioni del sistema catalitico. L'isoftalaldeide stessa ha diverse applicazioni, tra cui la creazione di basi di Schiff con proprietà antimicrobiche, evidenziando l'importanza di trovare una sintesi efficiente ed ecocompatibile.

IV.L Importanza delle Risorse Rinnovabili L HMF

Il documento accenna all'utilizzo di risorse rinnovabili, focalizzandosi sull'idrossimetilfurfurale (HMF), una molecola piattaforma ottenibile da zuccheri. L'HMF può essere convertito in altri composti di interesse industriale, come la 2,5-furandicarbossaldeide e l'acido 2,5-furandicarbossilico, importanti intermedi nella sintesi di farmaci, fungicidi e polimeri. La ricerca mira ad ottimizzare la sintesi dell'HMF e la sua successiva ossidazione in modo sostenibile ed economico.

1. HMF Una Molecola Piattaforma da Risorse Rinnovabili

La sezione introduce l'idrossimetilfurfurale (HMF) come molecola piattaforma derivata da zuccheri o polisaccaridi a sei atomi di carbonio. L'HMF è al centro di una crescente attenzione nell'industria chimica e petrolifera come potenziale alternativa alle materie prime non rinnovabili, contribuendo a ridurre le emissioni di CO₂. La sua versatilità chimica lo rende un precursore per una varietà di prodotti chimici interessanti, tra cui la 2,5-furandicarbossaldeide e l'acido 2,5-furandicarbossilico, utilizzati in diverse applicazioni, dalla sintesi farmaceutica alla produzione di polimeri. La ricerca è focalizzata sull'ottimizzazione delle condizioni di reazione per migliorare la resa e l'efficienza del processo di sintesi dell'HMF, puntando a processi completamente green e a basso costo.

2. Sintesi dell HMF Ottimizzazione e Scelta delle Materie Prime

La sintesi dell'HMF è descritta, evidenziando la preferenza per il fruttosio come materia prima rispetto al glucosio, a causa della maggiore resa e della minore formazione di sottoprodotti indesiderati come le umine. L'instabilità dell'HMF è menzionata, con conseguente idrolisi ad acido formico e acido levulinico, o conversione nel diolo stabile BHF. Si discute la possibilità di ottenere simultaneamente BHF e HMFA a partire dall'HMF, evitando la necessità di ossidanti o riduttori aggiuntivi. La ricerca si concentra sull'ottimizzazione delle condizioni di reazione, privilegiando l'utilizzo di solventi facilmente separabili come il 1,4-diossano, il tetraidrofurano (THF), o il dimetilcarbonato, compatibili con i catalizzatori acidi impiegati. L'obiettivo principale è quello di aumentare la resa di HMF e di sviluppare un processo di sintesi completamente green a basso costo, attualmente ostacolato dall'elevato costo di produzione su larga scala.

3. Alternative Sostenibili Fotocatalisi e Reazione di Cannizzaro

Oltre alla ricerca di un processo selettivo per la sintesi dell'HMF, si esplora la possibilità di utilizzare approcci più sostenibili. La fotocatalisi viene proposta come alternativa più ecologica rispetto alle comuni ossidazioni catalitiche che utilizzano metalli, grazie al suo basso impatto ambientale e alla possibilità di sfruttare l'energia solare. La reazione di Cannizzaro, una reazione di ossidoriduzione interna delle aldeidi senza idrogeni in α, viene menzionata come esempio di reazione non selettiva, producendo una miscela equimolare di acido carbossilico e alcol. La ricerca sulle ossidazioni dell'HMF per ottenere derivati come la 2,5-furandicarbossaldeide e l'acido 2,5-furandicarbossilico è infine menzionata, con l'obiettivo di ottimizzare i processi per renderli selettivi e sostenibili, evitando l'utilizzo di temperature elevate e metalli nobili.