Il Partito democratico e le sue fazioni: anime e correnti a congresso

Fazioni PD: analisi congressuale

Informazioni sul documento

Autore

Cristiana Di Tommaso

instructor Prof. Roberto D’Alimonte
Scuola

Dipartimento di Scienze Politiche

Specialità Scienze Politiche
Tipo di documento Tesi di Laurea
Lingua Italian
Formato | PDF
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Riassunto

I.Le Primarie del Partito Democratico PD Un analisi della Competizione Intrapartitica

Questo documento analizza le dinamiche di intraparty politics all'interno del Partito Democratico (PD), focalizzandosi sul processo di selezione del leader attraverso le primarie. Vengono esaminati i congressi del 2009, 2013 e 2017, confrontando i risultati ottenuti dai diversi candidati (Walter Veltroni, Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi, ecc.) tra iscritti ed elettori. L'obiettivo è comprendere l'impatto di questo sistema di selezione del leader sulla coesione interna e sulle performance elettorali del partito.

1. Il Sistema delle Primarie Aperte del PD

Il capitolo si concentra sull'analisi della competizione intrapartitica nel Partito Democratico, caratterizzata da un sistema unico nel panorama europeo: le primarie aperte. Vengono esaminati tre momenti chiave: i congressi del 2009, 2013 e 2017, in cui il 'popolo democratico' ha scelto il proprio leader. L'analisi approfondisce i meccanismi multifase della competizione, esaminando le piattaforme programmatiche dei candidati, gli schieramenti a loro sostegno, le consultazioni tra gli iscritti e la fase aperta a tutta la popolazione. Il testo confronta questo sistema con quello dei Conservatori britannici, evidenziando l'inasprimento del fazionalismo dopo l'arrivo di Margaret Thatcher e le persistenti dinamiche di contrapposizione interna, anche su temi come i diritti civili delle coppie omosessuali e l'appartenenza alla UE. Si sottolinea come la tipologia di votazione (primarie chiuse o aperte) impatti sulla partecipazione e sul risultato finale, con opinioni divergenti sull'efficacia di questo metodo di selezione del leader e sulla sua influenza sul policy making.

2. Analisi dei Congressi del PD 2009 2013 2017

Lo studio analizza in dettaglio i tre congressi del PD, focalizzandosi sulla selezione del leader e sulle dinamiche interne. Viene sottolineato l'aumento progressivo del peso del leader nella definizione della linea politica e nella sua trasmissione all'elettorato (Poguntke e Webb, 2005). Si evidenzia come la scelta del leader non sia rilevante solo per la corsa alla carica di Primo Ministro, ma anche per la visibilità di figure politiche all'elettorato. Il documento cita studi di politologi come Cross (2013), Boucek (2012) e Ceron (2013), che analizzano il collegamento tra sistemi elettorali (maggioritari o proporzionali) e il grado di frammentazione intrapartitica. L'analisi si concentra sui meccanismi di selezione del leader, inclusi i diversi livelli di partecipazione (iscritti e elettori) e il loro peso nelle decisioni. Il ruolo del leader nel gestire le fazioni interne, bilanciando le pressioni interne con le esigenze elettorali, è un punto cruciale dell'analisi. La classificazione di Hirschman (Exit, Voice and Loyalty) viene applicata per comprendere il comportamento dei membri del partito rispetto alle fazioni e alle scelte della leadership.

3. Il Peso degli Iscritti vs. Elettori nelle Primarie

Un aspetto fondamentale dell'analisi riguarda il rapporto tra iscritti ed elettori nel PD e il loro ruolo nelle primarie. Lo statuto del PD, pur riconoscendo entrambi come componenti fondamentali del partito, non definisce in modo chiaro le loro diverse funzioni e prerogative, generando un dibattito sul radicamento territoriale del partito e sul peso delle decisioni prese dagli elettori rispetto agli iscritti. L’analisi approfondisce il processo multistage di selezione del leader (Hazan e Rahat, 2010), evidenziando la complessità di definire le primarie del PD come vere e proprie elezioni primarie (Pasquino, 2014). Si esamina il ruolo dei media nella rappresentazione di questo processo e la difficoltà di comunicare al pubblico la novità del metodo di elezione del segretario. La questione del radicamento territoriale e la costruzione di una solida organizzazione di partito vengono poste come sfida in relazione al ruolo degli elettori-simpatizzanti rispetto agli iscritti-militanti.

4. Risultati delle Primarie e Impatto sulle Elezioni

Il documento analizza le primarie del 2007 (Veltroni), 2009 (Bersani), 2013 (Bersani vs. Renzi) e 2017 (Renzi). L'analisi si concentra sulla competitività delle primarie, sul numero dei partecipanti, e sull'impatto dei risultati sulla coesione interna e sulle performance elettorali successive. L’analisi include dati sulla partecipazione alle primarie, confrontando i risultati tra iscritti, elettori del PD e l'elettorato totale. Vengono esaminati indici che permettono di individuare il selettore di ciascun candidato nelle diverse aree geografiche (Nord, Centro, Sud). Il confronto tra le primarie del 2013 e quelle del 2017 evidenzia la diversa competitività tra i candidati e l’impatto di un outsider forte (Renzi) sulla partecipazione. L'analisi considera anche l'astensionismo e l'evoluzione del sistema politico italiano da un bipolarismo verso una struttura multipolare (con l'emergere del M5S).

II.Il Ruolo del Leader e le Fazioni nel PD

L'analisi approfondisce il ruolo del leader nella mediazione tra le diverse fazioni interne al PD. Vengono analizzate le dinamiche di potere tra figure chiave come D'Alema, Letta, Prodi, Rutelli, e Veltroni, e l'evoluzione delle correnti nel tempo (da una dicotomia DS-DL a un panorama più frammentato). Si esamina come il sistema delle primarie abbia influenzato il peso del leader e la coesione interna, considerando anche i modelli teorici di “exit, voice, and loyalty”.

1. L Evoluzione del Ruolo del Leader nel PD

Il documento evidenzia come, nel tempo, il peso del leader nella determinazione della linea del Partito Democratico e nella sua trasmissione all'elettorato sia progressivamente aumentato (Poguntke e Webb, 2005). Questo dato rende fondamentale la comprensione dei meccanismi di selezione del leader stesso. La scelta del leader, secondo Cross (2013), non è rilevante solo per la possibile corsa alla carica di Primo Ministro, ma anche per la creazione di una cerchia di individui visibili all'elettorato, influenzando la scelta del voto. L'analisi si concentra sul modo in cui il leader deve mediare tra le diverse anime interne al partito, una sfida resa più complessa dalla presenza di fazioni e correnti interne. Il testo suggerisce che un'elevata disproporzionalità nel sistema elettorale potrebbe incentivare l'unità interna al partito, mentre sistemi più proporzionali potrebbero favorire una maggiore frammentazione (Boucek, 2012; Ceron, 2013).

2. Fazioni e Correnti Interne al PD Dinamiche di Potere

Il testo descrive la struttura interna del PD, inizialmente caratterizzata da una contrapposizione tra le eredità dei DS (ex-comunisti) e della Margherita (ex-democristiani). Vengono menzionati diversi leader e le fazioni a loro associate, come Massimo D'Alema, Enrico Letta, Romano Prodi, Francesco Rutelli e Walter Veltroni, oltre a gruppi minori come i popolari, i teodem e gli ecodem. L'analisi evidenzia l'evoluzione delle correnti interne, passando da una dicotomia iniziale a un panorama più frammentato. Il dibattito interno sul modello di partito ideale (leggero e maggioritario vs. strutturato e con alleanze) evidenzia le diverse visioni dei leader, come Veltroni (partito leggero) e Bersani/D'Alema (partito strutturato). Il ruolo del leader nel gestire queste fazioni e nel formulare delle ‘payoffs’ (benefici) alle componenti interne viene analizzato, con l'aumento delle possibilità di scissione in caso di payoffs scarsi o incompatibilità con la linea della maggioranza. La capacità del leader di guidare la loyalty o l'exit delle fazioni, valutando l'impatto sull'immagine del partito, è un aspetto fondamentale.

3. L Egemonia di Renzi e l Erosione del Pluralismo Interno

L'analisi delle primarie del 2017 evidenzia l'ascesa di Matteo Renzi come leader indiscusso, con una netta vittoria su tutti i candidati in tutte le aree geografiche. Questo risultato viene interpretato come una forte investitura popolare della leadership, che concentra un grande potere personale. L’analisi considera la creazione di una sorta di equilibrio di forze attorno a un potere personale forte, ma anche la creazione di filiere interne di potere che hanno eroso il pluralismo delle idee. Il dibattito interno, evidenziato dalle dichiarazioni di Orfini, tocca la questione del ruolo della minoranza nel partito, tra il dovere di contrapporsi alla linea del segretario e la ricerca di soluzioni di sintesi. Il testo suggerisce che con Renzi si è assistito a una progressiva corrispondenza tra leader e partito, erodendo la dialettica tra le tradizioni socialdemocratica e democratica originarie. Si conclude con l’immagine di un partito fortemente ronziano, con la sua corrente egemone in Assemblea nazionale e in Parlamento.

III.Le Primarie Aperte e il loro Impatto

Il documento analizza il sistema di primarie aperte del PD, confrontando la partecipazione degli iscritti e degli elettori. Si discute del dibattito sul peso relativo di questi due gruppi nella definizione dell'indirizzo politico e della scelta del leader. L'analisi include una valutazione critica del processo multistage delle primarie (Hazan e Rahat, 2010), evidenziando i punti di forza e di debolezza del sistema e il suo impatto sul radicamento territoriale del partito.

1. Il Sistema delle Primarie Aperte Definizione e Dibattito

Il documento analizza criticamente il sistema delle primarie aperte del Partito Democratico (PD), un meccanismo unico nel panorama europeo per la selezione del leader. Si evidenzia la distinzione, prevista dallo statuto del PD, tra iscritti ed elettori, anche se formalmente, ai fini elettorali, le differenze sembrano minime. In realtà, questa distinzione è fondamentale per individuare il selettore nelle diverse fasi di consultazione per la scelta del leader e dei candidati. Il processo, genericamente definito 'primarie', è un processo multistage (Hazan e Rahat, 2010), con una prima fase riservata agli iscritti per selezionare i candidati e una successiva fase aperta a tutti gli elettori. D'Alimonte evidenzia una falla nel sistema iscritti-elettori, dove gli iscritti, teoricamente l'anima del partito, sembrano avere lo stesso peso degli elettori, sminuendo il valore della militanza. Pasquino (2014) sottolinea l'ambiguità nel definire questo processo 'elezioni primarie', evidenziando aspetti di manipolazione e mobilitazione dell'elettorato. Il testo si concentra sulla difficoltà di costruire una solida organizzazione di partito con radicamento territoriale quando le decisioni cruciali sono prese da elettori-simpatizzanti e non da iscritti-militanti.

2. L Impatto delle Primarie sulla Coesione Interna e le Performance Elettorali

L'analisi delle primarie del PD (2007-2017) valuta l'impatto di questo sistema sulla coesione interna e sulle performance elettorali del partito. Viene evidenziato che, a differenza di altri partiti, nel PD non si è mai verificato un ballottaggio. Il Segretario resta in carica quattro anni ed è automaticamente il candidato premier (art. 3 comma 1 dello statuto). Il documento confronta la partecipazione e i risultati delle primarie tra i diversi congressi, analizzando le dinamiche interne e le diverse strategie dei candidati. Il confronto tra i risultati delle primarie e le successive elezioni politiche (2008 e 2013) permette di valutare l'efficacia del sistema nella mobilitazione dell'elettorato e nel rafforzamento del partito. Si analizza l'astensionismo e l'evoluzione del sistema politico italiano da un bipolarismo a una struttura multipolare, con l'influenza del Movimento 5 Stelle. L'analisi si sofferma sul ruolo delle primarie nel riequilibrio del sistema politico, mostrando come la scelta dei leader, influenzata dal meccanismo delle primarie, abbia ripercussioni sui risultati elettorali successivi.

3. Il Ruolo dello Statuto del PD e il Circuito Partito Iscritti Elettori

Il documento analizza il ruolo dello statuto del PD nel definire il circuito partito-iscritti-elettori, la selezione del leader e la presenza di pluralismo interno. L'articolo 1 dello statuto indica negli elettori e negli iscritti le componenti del partito, affidando alla loro partecipazione le decisioni fondamentali sull'indirizzo politico e la scelta delle cariche. Si sottolinea che, pur senza grandi differenze formali tra iscritti ed elettori, la distinzione è fondamentale per individuare il selettore nelle diverse fasi di consultazione. L'analisi delle primarie come processo multistage (Hazan e Rahat, 2010) evidenzia la prima fase riservata agli iscritti (individuazione dei tre candidati con almeno il 5% dei voti) e la successiva fase aperta agli elettori. Si evidenzia una potenziale falla nel sistema, dove le volontà degli esterni potrebbero prevalere su quelle degli iscritti, sollevando questioni sulla militanza e sul radicamento territoriale del partito. Il documento analizza questo aspetto in relazione all’incompletezza normativa dello statuto del PD e ai dati sull’adesione al partito.

IV.Risultati Elettorali e Dinamiche Interne del PD

Vengono analizzati i risultati elettorali del PD (elezioni politiche del 2008 e 2013, europee del 2009 e 2014) in relazione alle dinamiche interne. Si evidenzia l'evoluzione dei rapporti di forza tra le correnti in Parlamento, confrontando le composizioni del 2013 e del 2017, con particolare attenzione all'ascesa di Matteo Renzi e alla sua influenza sul partito. Si discute l'impatto dell'astensionismo e della frammentazione del sistema politico italiano sulle strategie del PD.

1. Risultati Elettorali del PD 2008 e 2013

Il documento analizza i risultati elettorali del Partito Democratico (PD) per comprendere la relazione tra performance elettorali e dinamiche interne. Le elezioni politiche del 2008, dopo la caduta del governo Prodi, segnano una sconfitta per la coalizione PD+IdV contro quella di Berlusconi. Il PD ottiene buoni risultati nelle regioni tradizionalmente di sinistra ('zone rosse'), ma la vittoria di Berlusconi in 70 province su 108 evidenzia la necessità di un maggiore radicamento territoriale, in particolare al Nord e nel Sud Italia. Le elezioni del 2013, invece, vedono il centrosinistra organizzare primarie aperte a doppio turno per la scelta del candidato premier. Partecipano cinque candidati: Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi, Laura Puppato, Nichi Vendola e Bruno Tabacci. L’analisi evidenzia un alto tasso di astensionismo (inferiore all’80%) e un riequilibrio del sistema politico, con l’ascesa di un terzo polo rappresentato dal M5S che sfiora il premio di maggioranza alla Camera. Questi risultati vengono interpretati come una crisi del bipolarismo e un cambiamento nel flusso elettorale.

2. Analisi Comparativa delle Elezioni Europee 2009 e 2014

Il documento confronta i risultati delle elezioni europee del 2009 e del 2014 con quelli delle elezioni politiche precedenti per evidenziare l'evoluzione del PD. Si registra una crescita significativa dei consensi del PD tra il 2013 e il 2014 (+15,4 punti a livello nazionale), con aumenti in tutte le province. Risultati particolarmente significativi si osservano nel Nord-Est (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige), dove il PD intercetta il voto di elettori moderati precedentemente orientati verso il centrodestra o verso il blocco centrista di Monti. Il PD mantiene il dominio nelle 'regioni rosse' (Toscana, Marche, Umbria) e recupera consensi in alcune province dell'Emilia-Romagna precedentemente conquistate dal M5S. Questo confronto evidenzia la capacità del PD di adattamento e di espansione del proprio elettorato, pur in un contesto di crisi del bipolarismo.

3. L Evoluzione delle Correnti Interne al PD e la Rappresentanza in Parlamento

L'analisi dei risultati elettorali viene correlata all'evoluzione delle correnti interne al PD, confrontando la composizione del partito in Parlamento nel 2013 e nel 2016/2017. Dopo la sconfitta di Bersani nel 2013, si osserva un riassorbimento dei suoi sostenitori da parte dei renziani, diventati la corrente maggioritaria. I franceschiniani perdono influenza, mentre i 'Giovani Turchi' di Orfini aumentano la propria forza. Il gruppo di Maurizio Martina si posiziona come quarta corrente, rivelandosi decisiva per il governo Renzi. La SinistraDem di Cuperlo, dopo l'abbandono di Bersani, mantiene una forte derivazione DS e cresce nel corso della legislatura. Il testo evidenzia che, nonostante i renziani rappresentino una maggioranza numerica relativa in Parlamento, diverse correnti hanno garantito appoggio a Renzi nel congresso del 2017 e al suo governo, dimostrando che la composizione del PD in Parlamento non rappresenta appieno la complessità delle dinamiche interne.

V.Il Manifesto dei Valori e lo Statuto del PD

Il documento prende in considerazione il ruolo dello Statuto e del Manifesto dei Valori del PD nell'individuazione delle linee guida e delle regole interne. Si analizza come questi documenti definiscono il rapporto tra iscritti ed elettori e come influenzano il processo di selezione del leader e la presenza di pluralismo interno.

1. Il Manifesto dei Valori del PD Obiettivi e Visione

Il documento fa riferimento al Manifesto dei Valori del PD, approvato il 16 febbraio 2008. Questo documento, oltre a spiegare le motivazioni alla base della nascita del partito, indica i campi di interesse e gli obiettivi nazionali e internazionali del PD. Il Manifesto sancisce la necessità di un partito aperto alla globalizzazione, impegnato nella tutela delle donne, dei diritti umani, dell'ambiente, del lavoro, della famiglia, del welfare, della sicurezza, della legalità e dei principi democratici, promuovendo lo sviluppo del Mezzogiorno. Il link al documento originale è fornito nel testo. L'analisi del Manifesto, in questo contesto, serve a comprendere la visione politica del PD al momento della sua fondazione e come questa visione si sia poi confrontata con le dinamiche interne e le scelte dei diversi leader.

2. Lo Statuto del PD Regole Interne e Circuito Partito Iscritti Elettori

Il documento analizza lo Statuto del PD, focalizzandosi sugli aspetti rilevanti per la comprensione del circuito partito-iscritti-elettori, le procedure di selezione del leader e la presenza di pluralismo interno. L'articolo 1 dello Statuto definisce elettori e iscritti come componenti del partito, assegnando a entrambi la partecipazione alle decisioni fondamentali sull'indirizzo politico, l'elezione delle cariche interne e la scelta delle candidature. Si sottolinea la distinzione tra iscritti ed elettori, nonostante la parità formale nella partecipazione ai processi decisionali. Questa distinzione è considerata cruciale per capire il selettore nelle fasi di consultazione per la scelta del leader e per la selezione dei candidati alle cariche pubbliche. L'analisi evidenzia una potenziale 'falla' nel sistema (D'Alimonte), dove gli elettori sembrano avere lo stesso peso degli iscritti, sminuendo il valore della militanza e del radicamento territoriale. Il processo di selezione del leader, descritto come multistage (Hazan e Rahat, 2010), prevede una fase riservata agli iscritti e una successiva fase aperta agli elettori, con un dibattito sull'efficacia e le implicazioni di questo sistema.

VI.Conclusioni Il PD tra Coesione e Frammentazione

Il documento conclude con una sintesi delle principali osservazioni sull'intraparty politics del PD. L'analisi del processo delle primarie, delle fazioni, e dei risultati elettorali evidenzia l'evoluzione del partito dai suoi congressi iniziali fino al 2017, sottolineando la crescente centralità del leader e la trasformazione delle dinamiche interne.

1. Sintesi dell Analisi dell Intraparty Politics del PD

L'analisi dell'intraparty politics del Partito Democratico si concentra sul funzionamento della fase di voto riservata agli iscritti e delle primarie aperte, esaminando il PD secondo le categorie di 'party in central office' e 'party in public office'. Il peso dei candidati all'interno dell'Assemblea Nazionale è stato valutato attraverso la comparazione dei dati sui delegati. L'analisi delle correnti interne ha permesso di comprendere la struttura del partito e l'individuazione dei rapporti di forza tra le tendenze, nonché le dinamiche PD-Parlamento. L'esame dei dati ha consentito di creare un quadro qualitativo e quantitativo del PD, comprendendo le evoluzioni in termini di prestazioni elettorali (elezioni politiche 2008 e 2013; europee 2009 e 2014) e le variazioni interne dal 2007, con le ripercussioni sui rapporti di forza in Assemblea e in Parlamento. L'andamento degli iscritti evidenzia il dibattito sul loro ruolo rispetto agli elettori, sulla militanza e sul radicamento territoriale, in relazione alla struttura aperta delle primarie.

2. Il Congresso del 2017 e l Affermazione del Partito Renziano

L'analisi del congresso del 2017 mostra una mobilitazione maggiore dei tesserati rispetto ai congressi precedenti, ma una competizione elettorale poco intensa. Matteo Renzi ottiene risultati superiori al 2013 in tutte le regioni, recuperando consensi al Sud nonostante la non partecipazione dei fedelissimi di Bersani e la presenza di Emiliano. Orlando si posiziona come secondo, ma con flessioni al Sud. L'appeal di Renzi tra gli iscritti nel 2017 è in linea con le percentuali ottenute alle primarie aperte, a differenza di quanto accaduto nel 2013. L'analisi evidenzia la grande investitura popolare della leadership di Renzi, che attribuisce un grande potere al leader eletto. Questo ha portato a un bilanciamento delle forze attorno a un potere personale forte, ma anche alla costruzione di filiere interne di potere, erodendo la dialettica tra le tradizioni socialdemocratica e democratica originarie. Il risultato è un partito fortemente ronziano, con la sua corrente egemone in Assemblea Nazionale e in Parlamento, giustificabile dall'aumento della mobilitazione elettorale.

3. Considerazioni conclusive sulla Coesione e sulla Frammentazione del PD

Le conclusioni sottolineano la complessità dell'intraparty politics del PD, evidenziando la necessità di un confronto continuo tra maggioranza e minoranze, senza mettere in discussione le scelte congressuali. La ricerca di una sintesi può portare a posizioni migliori. Il testo riflette anche sulle ragioni non completamente chiare della scissione di una parte del PD, ipotizzando una decisione maturata nel tempo e legata alla non accettazione dell'emergere di una nuova generazione politica. Il PD viene definito un soggetto 'intrigante' (Lazar, 2008) a causa della sua origine da una fusione fredda tra DS e Margherita, con le loro differenze che hanno caratterizzato il partito dalla sua fondazione fino all'ultimo congresso. L'analisi dei dati sulla provenienza partitica dei dirigenti del PD conferma questa iniziale divisione interna.

Riferimento del documento

  • Correnti PD: il parlamentino degli eletti democratici (Youtrend)
  • Le correnti del PD cambiano gli equilibri in Parlamento (Il Sole 24 Ore)