Il persiano parlato a Tehran, dagli studi degli anni '60 ai rilevamenti attuali: evoluzione e standardizzazione.

Dialetto Persiano a Teheran

Informazioni sul documento

Lingua Italian
Formato | PDF
Dimensione 8.86 MB

Riassunto

I.Lo studio del dialetto di Teheran una panoramica

Questo studio sociolinguistico si concentra sul dialetto di Teheran (Tehrani Persian), analizzando la sua evoluzione e le sue varianti geografiche. Si confrontano dati raccolti tra settembre 2012 e aprile 2013, attraverso interviste con dodici informatori nativi di Teheran, con studi precedenti, come il libro Tegeranskii Diialekt di Pejsikov Lazar Samoilovič (1960) e la tesi di Jahāngiri Nāder A sociolinguistic study of tehrani persian (anni '80). L'obiettivo è comprendere la variabilità linguistica all'interno della città e l'influenza di fattori come la migrazione e l'espansione urbana sulla standardizzazione del persiano parlato. Si considera inoltre l'impatto della tehranizzazione sui dialetti circostanti, come quelli di Šemirān, analizzando la creazione di una koinè dialettale. Importanti sono le ricerche del Farhangestān-e Zabān va Adbiyāt-e Fārsi (1991) sulla situazione linguistica iraniana e lo studio di Vaḥidiyān Taqi Kāmiyār (2005) Dastur-e zabān-e fārsi-ye goftāri sulla grammatica del persiano parlato.

1. Studi precedenti sul dialetto di Teheran

La sezione introduce il contesto della ricerca, sottolineando l'esistenza di diversi studi, ricerche, articoli e libri sul dialetto di Teheran (Tehrani Persian). Un'opera fondamentale citata è il libro Tegeranskii Diialekt (1960) di Pejsikov Lazar Samoilovič, che ha documentato la situazione dialettologica del centro storico di Teheran, evidenziando le differenze fonologiche, morfologiche e sintattiche tra il persiano standard letterario e il persiano parlato a Teheran. L'importanza di questo lavoro risiede nell'attenzione posta al modo di parlare della popolazione iraniana, aprendo la strada a una ricerca di standardizzazione del parlato. Si accenna inoltre all'importanza degli studi dialettologici all'interno dell'Iran e al lavoro del Farhangestān-e Zabān va Adbiyāt-e Fārsi (1991), che ha avviato un censimento della situazione linguistica iraniana, riconoscendo la scomparsa dei dialetti come un fenomeno globale.

2. Metodologia della ricerca raccolta dati sul campo

La ricerca si basa su una metodologia di tipo qualitativo, condotta tramite ricerca sul campo tra settembre 2012 e aprile 2013. Sono state intervistate dodici persone nate e cresciute a Teheran, con genitori anch'essi originari della capitale (preferibilmente dello stesso quartiere), per evitare l'influenza di altri sistemi dialettali. Le interviste sono state condotte con un approccio naturalistico, basato su un discorso libero e non strutturato, per favorire la spontaneità e la naturalezza del linguaggio. L'unico vincolo imposto è stato l'argomento della conversazione: gli informatori hanno discusso del loro quartiere, dei cambiamenti nel tempo, della loro casa e delle attività svolte nel quartiere, fornendo infine un'opinione su Teheran, confrontando il passato con il presente. Questo approccio ha permesso di ottenere dati omogenei e confrontabili, minimizzando la variabilità individuale. La difficoltà nel reperire informatori adeguati è evidenziata, a causa della presenza di genitori non originari di Teheran nella maggior parte delle famiglie della capitale e le difficoltà burocratiche relative ai permessi per le interviste. La scelta dei quartieri, preferibilmente antichi e con una forte identità, è stata fondamentale per l'analisi, escludendo quartieri di costruzione recente.

3. Confronto con studi precedenti e fonti bibliografiche

I dati raccolti attraverso le interviste sono stati confrontati con studi dialettologici importanti realizzati a partire dagli anni '60. Tra le fonti principali, si citano: il libro Tegeranskii Diialekt di Pejsikov, la tesi di dottorato di Jahāngiri Nāder (A sociolinguistic study of Tehrani Persian), lo studio del 2005 di Vaḥidiyān Taqi Kāmiyār (Dastur-e zabān-e fārsi-ye goftāri) e il libro Bar resi-ye xorde guyešhā-ye mantaqe-ye Qaṣrān di Giti Deyhim (con particolare attenzione ai quartieri a nord di Teheran). Questo confronto permette di analizzare l'evoluzione del dialetto tehranese nel tempo, evidenziando cambiamenti fonetici, morfologici e lessicali. L'analisi si concentra sulla variabilità linguistica di Teheran, confrontando le diverse fonti bibliografiche con i dati raccolti sul campo. L'obiettivo è ricostruire un quadro completo dell'evoluzione del dialetto e della sua standardizzazione nel contesto sociolinguistico di Teheran.

II.L espansione di Teheran e l influenza sulla dialettologia locale

L'espansione urbana di Teheran, a partire dal periodo Qajar e accelerata sotto la dinastia Pahlavi, ha profondamente modificato il paesaggio linguistico. L'annessione di villaggi e borghi circostanti, come Šahr-e Rey, Kan, e quelli a nord della capitale (compresi i quartieri di Šemirān), ha portato ad una significativa omogeneizzazione del dialetto tehranese. La demolizione delle mura nel 1930 sotto Reẓā Šāh, e la costruzione di nuove strade come xiyābān-e Pahlavi (attuale Vali'aṣr) e xiyābān-e ŠāhReẓā (attuale Enqelāb), hanno ulteriormente contribuito a questo processo di cambiamento linguistico. L'incremento demografico, causato anche dalla migrazione interna, ha generato una koinè, soppiantando progressivamente i dialetti locali e le loro caratteristiche fonologiche e morfologiche, tra cui l'uso di vocaboli di derivazione turca azera. L'espansione ha interessato anche città vicine come Karaj, diventata capoluogo della regione di Alborz nel 2008.

1. L espansione urbana di Teheran durante il periodo Qajar e Pahlavi

La sezione descrive l'espansione di Teheran durante le dinastie Qajar e Pahlavi, evidenziando il suo impatto sulla dialettologia locale. Sotto il regno di Nāṣer-ol-Din, la città crebbe notevolmente, passando da 15.000 a circa 100.000 abitanti in vent'anni, espandendosi oltre le mura verso sud. Nel 1891, le mura furono ampliate, e una mappa accurata, Naqše-ye šahr-e Dārālxalāfe-ye Nāṣer-e Ṭehrān, disegnata da 'Abd-ol-Ġafār Najam-ol-Molk, ne documentò l'estensione. L'avvento della dinastia Pahlavi e il governo di Reẓā Šāh portarono a una maggiore modernizzazione, con la demolizione delle mura nel 1930 (eccetto le porte, poi distrutte nel 1930) per favorire la crescita urbana e la costruzione di nuove strade, come xiyābān-e Pahlavi (attuale Vali'aṣr) e xiyābān-e ŠāhReẓā (attuale Enqelāb). Questo processo cancellò gran parte dell'identità architettonica Qajar. Negli anni '70, Teheran misurava 380 km², con una popolazione di circa 2.720.000 abitanti (un incremento di 8,6 volte in 16 anni), dovuto in parte alla forte immigrazione dalle province. Architetti francesi e americani contribuirono alla creazione di nuovi quartieri (Tehrān Pārs, Šahrak-e ġarb, Ekbātānā), spesso a discapito di aree verdi. L'espansione continua anche dopo la rivoluzione del 1979, assorbendo città come Tajriš, Šemirān, Šahr-e Rey e Kan, fino a raggiungere i 900 km² nel 2010. Karaj, inizialmente un piccolo borgo, diventò una città dormitorio, con oltre 1,5 milioni di abitanti nel 2010, elevata poi a capoluogo della nuova regione di Alborz nel 2008.

2. L inglobamento dei borghi circostanti e la perdita di identità linguistica

L'espansione di Teheran ha portato all'inglobamento di piccoli borghi e paesi circostanti, come Šahr-e Rey a sud, Ṭarašt e Kan a ovest, e la zona di Tajriš e Šemirān a nord. Šemirān, storicamente un'area di villeggiatura estiva per i cittadini di Teheran e Rey, con palazzi estivi come Kāx-e Niyāvarān, Kax-e Sa'd Ābād e Bāġ-e Ferdous, ha perso la sua identità separata a causa dell'urbanizzazione. Šemirān, anticamente chiamata anche Šemrān, e in alcuni dialetti Šemirun o Šemrun, era divisa in Qaṣrān-e birun (paesi ai piedi dei monti Alborz) e Qaṣrān-e dāxel (valli interne). L'espansione urbana, iniziata dopo la demolizione delle mura di Teheran sotto Reẓā Šāh, ha gradualmente assorbito la parte sud di Šemirān, trasformando i suoi borghi in quartieri di Teheran. Questo processo di urbanizzazione ha cancellato i confini storici dei borghi e, di conseguenza, ha portato ad una significativa perdita di identità culturale e dialettale. La forte immigrazione da zone rurali verso la capitale ha accentuato questo fenomeno, contribuendo alla formazione di una koinè linguistica. L'espansione urbana ha coinvolto anche 181 paesini delle province limitrofe, e loro capoluoghi, creando una vasta area di influenza linguistica attorno a Teheran, che si estende verso Qazvin, Qom e Semnān.

III.Le interviste e il confronto con i dialetti di Šemirān

Le interviste condotte mostrano una sorprendente uniformità del persiano parlato a Teheran, nonostante le distanze geografiche tra i quartieri (es. Farmāniye a nord e Šahr-e Rey a sud). Le differenze riscontrate sono minime, riguardando principalmente la frequenza di assimilazioni consonantiche, elisioni della 'h', e l'uso dell'ezāfe. Il confronto con studi precedenti e con il dialetto di Šemirān indica che il dialetto tehranese ha prevalso sulle parlate locali, più vicine al māzanderāni, in un processo di tehranizzazione che riflette l'espansione urbana e le migrazioni interne. L'analisi approfondisce le peculiarità fonetiche e morfologiche del dialetto, confrontando le caratteristiche dei diversi quartieri e il loro avvicinamento ad un unico standard parlato.

1. Analisi delle interviste omogeneità del dialetto tehranese

Questa sezione analizza i risultati delle interviste condotte a dodici informatori di Teheran. Il confronto tra le trascrizioni delle interviste evidenzia una notevole omogeneità nella parlata, nonostante la distanza geografica tra i quartieri di origine degli informatori (fino a 40 km di distanza tra Farmāniye a nord e Šahr-e Rey a sud). Anche un informatore nato a Šahr-e Rey ma residente a Parand, un borgo di nuova creazione, presenta una parlata simile. Le differenze riscontrate sono minime e riguardano principalmente aspetti fonologici, come la frequenza di assimilazioni consonantiche ed elisioni della 'h', più marcate negli informatori del sud, e aspetti morfologici, con una maggiore presenza di mancanza dell'ezāfe e del suffisso -yā di indeterminatezza prima di ke negli informatori del sud. La pronuncia delle consonanti degli informatori del nord risulta più vicina al persiano standard scritto. L'analisi considera anche il fattore sociolinguistico dell'istruzione come possibile elemento di influenza sul modo di parlare degli informatori. L'omogeneità osservata suggerisce la presenza di un dialetto tehranese relativamente uniforme nonostante la dimensione e la varietà di quartieri della metropoli.

2. Confronto con i dialetti di Šemirān e il processo di tehranizzazione

La sezione prosegue con il confronto tra il dialetto tehranese emerso dalle interviste e i dialetti di Šemirān, in particolare quelli dei quartieri a nord della capitale. Il confronto tra le frasi delle interviste e quelle riportate nel libro Lahje-ye Qasran mostra come il tehranese abbia prevalso sulle parlate locali, che presentavano tratti linguistici più vicini al māzanderāni. Questo processo di omogeneizzazione, definito 'tehranizzazione', è attribuito all'espansione urbana di Teheran, alla sua acquisizione di status di metropoli e all'inglobamento dei borghi circostanti. La migrazione consistente della popolazione dal sud al nord della città ha ulteriormente contribuito a questa fusione dialettale, creando una koinè. Borghi un tempo distinti sono diventati quartieri della metropoli, perdendo la loro identità linguistica e culturale. L'analisi evidenzia quindi come la dialettologia di Teheran sia stata profondamente influenzata dai processi di urbanizzazione e migrazione, portando alla progressiva scomparsa di varianti locali a favore di un dialetto dominante.

3. Evoluzione storica del dialetto di Teheran e influenza esterna

L'analisi considera l'evoluzione del dialetto tehranese nel tempo, evidenziando l'influenza di fattori storici e linguistici. La perdita di importanza della città di Rey e la conseguente migrazione verso Teheran hanno contribuito a plasmare il dialetto, così come l'influenza della dinastia Qajar, di lingua turca azera. L'uso di sinonimi di derivazione turca, come dādāš al posto di barādar, conferma questa influenza lessicale, presente anche nei dialetti di Šemirān. Secondo Karimān, i dialetti di Qaṣrān-e Xārej hanno subito una forte influenza sia dal tehranese antico (dialetto di Rey) sia dal persiano standard scritto, ma nel parlato attuale di Teheran non rimangono quasi più tracce dell'antico dialetto della capitale. L'analisi evidenzia come il dialetto sia un sistema aperto, soggetto a cambiamenti continui nel tempo, influenzato da fattori interni ed esterni alla comunità parlante. La descrizione di Vaḥidiyān nel suo Dastur-e zabān-e fārsi-ye goftāri, pur senza focalizzarsi sul tehranese, contribuisce a descrivere la grammatica del persiano parlato, distinguendola da quello scritto, confermando l'esistenza di due registri linguistici distinti.