La dimensione sociale nel processo di integrazione dei mercati sudamericani : il caso Mercosur

Mercosur: Integrazione Sociale

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Riassunto

I.L efficacia delle norme del Mercosur e la volontà degli Stati membri

Il documento analizza l'efficacia delle norme prodotte dal Mercosur, sottolineando come la loro applicazione dipenda dalla volontà degli Stati membri di recepirle nei propri ordinamenti giuridici. L'analisi si concentra sulle principali fonti normative del Mercosur: il Trattato di Asunción, le sue modifiche, il Protocollo di Ouro Preto, le Decisioni del Consiglio del Mercato Comune (CMC), le Risoluzioni del Gruppo del Mercato Comune (GMC), e le Direttive della Commissione di Commercio del Mercosur (CCM). Viene inoltre menzionato il ruolo del Protocollo di Brasilia per la risoluzione delle controversie e l'attività del Sottogruppo di lavoro n. 10.

1. Dipendenza dall adozione degli Stati membri

L'efficacia delle norme del Mercosur è strettamente legata alla volontà dei singoli Stati membri di integrarle nei propri ordinamenti giuridici. Il documento evidenzia questa dipendenza come fattore cruciale per il successo dell'integrazione regionale. Senza l'impegno concreto degli Stati nell'adottare e applicare le normative, le decisioni del Mercosur rimangono inapplicate, compromettendo l'efficacia del sistema nel suo complesso. Questa affermazione rappresenta il punto di partenza dell'analisi, che procede poi ad esaminare nel dettaglio le istituzioni e le fonti normative del Mercosur per comprendere meglio le dinamiche che influenzano l'applicazione delle norme. La ricerca si concentra sulla necessità di un'armonizzazione tra il diritto comunitario e quello nazionale, evidenziando le sfide poste da questa complessa relazione. Il processo di integrazione, infatti, richiede un bilanciamento tra la sovranità nazionale e la necessità di conformarsi alle norme del Mercosur, un aspetto che il documento esplora a fondo.

2. Le principali fonti normative del Mercosur

Il documento identifica le principali fonti normative del Mercosur, fondamentali per comprendere il funzionamento del sistema. Tra queste, spiccano il Trattato di Asunción, con le sue successive modifiche, e il Protocollo di Ouro Preto, testi chiave che gettano le basi dell'integrazione. Oltre a questi documenti fondanti, l'analisi considera le Decisioni del Consiglio del Mercato Comune (CMC), le Risoluzioni del Gruppo del Mercato Comune (GMC) e le Direttive della Commissione di Commercio del Mercosur (CCM), tutte fonti di norme con diverse implicazioni per gli Stati membri. Un'attenzione particolare è riservata al Protocollo di Brasilia, creato per risolvere controversie relative all'interpretazione, applicazione o inadempimento delle fonti normative. Infine, il documento sottolinea il ruolo significativo svolto dal Sottogruppo di lavoro n. 10, evidenziando la sua importanza nel processo di integrazione e nel garantire il rispetto dei principi fondamentali, tra cui il divieto di discriminazioni e la tutela dei diritti dei lavoratori.

3. Principi fondamentali e tutela dei diritti

Il documento si sofferma su alcuni principi fondamentali del Mercosur, cruciali per la sua efficacia e la tutela dei cittadini. Tra questi, viene evidenziato il divieto di discriminazioni di ogni genere, il diritto di soggiornare nel territorio di un altro Stato membro per lavoro subordinato o autonomo, anche con il nucleo familiare (in linea con l'Accordo di Residenza per i Cittadini dei Paesi Membri). Particolare rilievo è dato al diritto a un sistema di previdenza sociale che consenta la cumulabilità dei periodi contributivi maturati in paesi diversi e il pagamento delle prestazioni nel luogo di residenza attuale, indipendentemente da dove sono stati versati i contributi (in accordo con l'Accordo Multilaterale di Sicurezza Sociale del Mercato Comune). Questi principi, seppur fondamentali, risentono della mancanza di un meccanismo di sanzione effettivo per gli Stati inadempienti, un aspetto che limita la loro reale applicazione e che viene ampiamente discusso nel documento.

4. Due visioni sulla natura giuridica del Trattato di Asunción

Il documento presenta due interpretazioni contrastanti sulla natura giuridica del Trattato di Asunción: la prima lo considera un Trattato-Quadro, che stabilisce principi e obiettivi generali, lasciando l'attuazione a specifici accordi successivi. Questa visione sottolinea la necessità di accordi complementari per dare concretezza alle disposizioni del Trattato. La seconda interpretazione, invece, definisce il Trattato di Asunción come un Trattato-Costituzione, che crea un'organizzazione internazionale autonoma con capacità di stipulare accordi giuridici a livello internazionale. Questa prospettiva si basa sulla stabilità degli equilibri economici e commerciali creati dopo la firma del Trattato, considerandoli prova della volontà politica dei partecipanti di creare un soggetto giuridico distinto e autonomo. La discrepanza tra queste due interpretazioni evidenzia l'incertezza iniziale sulla natura giuridica del Mercosur e le sfide nell'interpretazione e applicazione delle sue norme.

II.Livelli di integrazione economica nel Mercosur dall area di preferenza tariffaria al mercato comune

Il documento classifica i processi di integrazione economica in diversi livelli: area di preferenza tariffaria, zona di libero scambio, unione doganale e mercato comune. Il Mercosur, dal 1° gennaio 1995, è un'unione doganale con una tariffa esterna comune (TEC) per gli scambi con Paesi terzi e abolizione dei dazi tra i quattro Paesi fondatori. L'obiettivo finale è quello di un mercato comune, simile all'Unione Europea, che includa la libera circolazione di merci, servizi, capitali e lavoratori, nonché il coordinamento delle politiche macroeconomiche e fiscali. Si fa riferimento all'ALALC come esempio di zona di libero scambio.

1. Modelli di Integrazione Economica

Il documento descrive diversi livelli di integrazione economica, partendo dal modello più basilare, l'area di preferenza tariffaria, che prevede tariffe agevolate per gli scambi tra i Paesi membri, ma mantiene tariffe standard con i Paesi terzi. Si passa poi alla zona di libero scambio o libero commercio, caratterizzata dall'eliminazione di barriere tariffarie e non tariffarie tra i Paesi partecipanti, sebbene spesso con eccezioni iniziali per alcuni prodotti. L'ALALC viene citata come esempio di questo tipo di integrazione. Il livello successivo è rappresentato dall'unione doganale, che, oltre alla libera circolazione delle merci tra i Paesi membri, introduce una tariffa esterna comune (TEC) per le importazioni da Paesi terzi. Il Mercosur, dal 1° gennaio 1995, è diventato un'unione doganale, abolendo i dazi tra i quattro Paesi fondatori e applicando una TEC per gli scambi internazionali. Il livello più avanzato è il mercato comune, illustrato dall'Unione Europea, che prevede la libera circolazione non solo di merci, ma anche di servizi, capitali e lavoratori, richiedendo un coordinamento delle politiche macroeconomiche e fiscali. Questi modelli sono presentati come fasi di un processo evolutivo, e la loro comprensione è fondamentale per analizzare l'evoluzione del Mercosur.

2. Il Mercosur come Unione Doganale e l obiettivo del Mercato Comune

Il documento sottolinea che il Mercosur, dal 1° gennaio 1995, si configura di fatto come un'unione doganale, grazie all'introduzione della tariffa esterna comune (TEC) per gli scambi con il resto del mondo e all'abolizione dei dazi interni tra i quattro Paesi fondatori (considerati 'integrantes'). Tuttavia, l'obiettivo a lungo termine rimane quello di un mercato comune, un livello di integrazione più profondo che implica la libera circolazione non solo delle merci, ma anche dei servizi, dei capitali e dei lavoratori. Questo passaggio richiede un coordinamento significativo delle politiche macroeconomiche e fiscali tra gli Stati membri, una sfida complessa che il documento affronta in diverse sezioni. La realizzazione di un mercato comune, come quello dell'Unione Europea (che viene citata come esempio), è un processo graduale e richiede un impegno continuo da parte degli Stati membri per superare le barriere e le resistenze esistenti. L'approfondimento degli aspetti relativi al mercato comune viene rimandato a sezioni successive del documento.

3. Il Trattato di Montevideo del 1980 e i sistemi di preferenza tariffaria

Il documento menziona il Trattato di Montevideo del 1980, che introduce un sistema di preferenza tariffaria regionale (PAR), un meccanismo collettivo che prevede l'abbassamento delle tariffe doganali tra i Paesi aderenti. Questo trattato fornisce una base giuridica per accordi commerciali diversi con altri Stati della regione, senza l'obbligo di estendere gli accordi ad altri Paesi membri. È interessante notare che molti accordi bilaterali e multilaterali tra Paesi aderenti, come il Patto Andino del 1969, hanno preceduto il Trattato di Montevideo, venendo poi successivamente riconosciuti da quest'ultimo. Questo evidenzia un processo di integrazione regionale che si è sviluppato gradualmente nel tempo, con accordi iniziali spesso bilaterali che in seguito sono stati formalizzati e consolidati attraverso accordi multilaterali di portata più ampia. L'analisi del Trattato di Montevideo contribuisce a comprendere l'evoluzione dei meccanismi di integrazione economica nella regione, ponendo le basi per l'analisi successiva del Mercosur.

III.Il ruolo del dialogo sociale e la Dichiarazione Socio laboral

Il documento evidenzia l'importanza del dialogo sociale nel Mercosur, inizialmente ostacolato dalla priorità data alla crescita economica. L'attività della Coordinadora de Centrales Sindicales del Cono Sur (CCSCS), creata nel 1986, e il Gruppo di lavoro n. 10, hanno contribuito a promuovere la dimensione sociale. La Dichiarazione Socio-laboral, pur non essendo vincolante, rappresenta un importante passo verso l'armonizzazione del diritto del lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori, ispirandosi alle convenzioni dell'OIL. La sua efficacia dipende dalla volontà politica degli Stati membri. La Conferenza Regionale sull'Impiego del Mercosur (Buenos Aires, aprile 2004) e la successiva Dichiarazione dei Ministri del Lavoro hanno ulteriormente promosso una Strategia Regionale per l'Occupazione.

1. Priorità economica vs. Dialogo Sociale

All'inizio del processo di integrazione del Mercosur, la priorità assoluta era la crescita economica e l'apertura ai mercati internazionali. Questo ha portato ad una iniziale marginalizzazione del dialogo sociale, considerato secondario rispetto agli obiettivi economici. Il continente latinoamericano, dopo anni di isolamento causato dalle dittature e dalle difficoltà di scambio di informazioni e tecnologie, vedeva nell'integrazione economica la chiave per uno sviluppo rapido. La creazione di uno spazio sociale autonomo, quindi, era inizialmente subordinata alla necessità di una forte crescita economica. Tuttavia, il documento sottolinea come, negli anni successivi alla firma del Trattato di Asunción, il dialogo sulla dimensione sociale si sia progressivamente ampliato, grazie all'impegno di diversi attori.

2. Il Ruolo delle Centrali Sindacali e la Coordinadora de Centrales Sindicales del Cono Sur CCSCS

Un ruolo fondamentale nell'ampliamento del dialogo sociale è stato svolto dalle organizzazioni dei lavoratori, e in particolare dalla Coordinadora de Centrales Sindicales del Cono Sur (CCSCS), creata nel 1986. Questo coordinamento di centrali sindacali dell'America Latina ha contribuito ad internazionalizzare le relazioni sindacali, portando le istanze dei lavoratori all'interno delle istituzioni del Mercosur. La CCSCS, pur non costituendosi come organizzazione sindacale autonoma, ha partecipato attivamente al Foro Consultivo Economico Sociale e al Gruppo di Lavoro n. 10, promuovendo un equilibrio tra integrazione economica e dialogo sociale. Fin dai primi tentativi di integrazione, le centrali sindacali hanno cercato di includere una dimensione sociale nel progetto, anche se ci è voluto tempo per ottenere risultati significativi. L'obiettivo principale era democratizzare le istanze dell'integrazione e promuovere l'adozione di una carta sociale, in linea con le convenzioni dell'OIL.

3. La Dichiarazione Socio laboral Obiettivi e Limiti

La Dichiarazione Socio-laboral rappresenta un importante risultato del dialogo sociale nel Mercosur. Questo documento, pur non essendo vincolante per gli Stati membri, stabilisce una serie di principi e criteri guida per la tutela dei diritti dei lavoratori, ispirandosi alle convenzioni dell'OIL. L'approvazione della Dichiarazione è stata una vittoria per la dottrina giuslavorista e le parti sociali, che da tempo si battono per uno standard minimo di tutela dei lavoratori. Tuttavia, la scelta di un atto non vincolante mette in luce le difficoltà nella creazione di una dimensione sociale all'interno del Mercosur. La Commissione Socio-laboral è l'organo incaricato dell'attuazione e del controllo della Dichiarazione, ma la mancanza di poteri sanzionatori nei confronti degli Stati inadempienti ne limita l'efficacia. L'articolo 25 della Dichiarazione specifica che essa non può essere invocata per questioni commerciali, economiche e finanziarie, sottolineando la sua specificità nel campo sociale.

4. La Conferenza Regionale sull Impiego del 2004 e la Strategia Regionale per l Occupazione

La Prima Conferenza Regionale sull'Impiego del Mercosur, tenutasi a Buenos Aires nell'aprile 2004 con il supporto tecnico dell'OIL, ha rappresentato un momento fondamentale per lo sviluppo del dialogo sociale. Definita 'straordinaria' dal direttore regionale dell'OIL per l'America Latina e i Caraibi, la conferenza ha avuto come obiettivo la definizione di linee politiche e istituzionali per una politica regionale del lavoro e dell'impiego. In questa occasione è stata emanata una Dichiarazione dei Ministri del Lavoro, che ha stabilito criteri e principi guida per una Strategia Regionale per l'Occupazione. Questo evento sottolinea l'impegno crescente del Mercosur verso la dimensione sociale, anche se le difficoltà di attuazione rimangono, come evidenziato dalla natura non vincolante di molti accordi e dalla mancanza di un meccanismo di sanzione effettivo per gli Stati inadempienti. L'integrazione sociale, dunque, procede parallelamente ma non sempre in sincronia con l'integrazione economica.

IV.Libera circolazione dei lavoratori e sicurezza sociale nel Mercosur

Il documento analizza la libera circolazione dei lavoratori e la sicurezza sociale all'interno del Mercosur. L'Accordo di Residenza per i Cittadini dei Paesi Membri e l'Accordo Multilaterale di Sicurezza Sociale del Mercato Comune mirano a garantire la cumulabilità dei periodi contributivi e il pagamento delle prestazioni nel luogo di residenza attuale. Tuttavia, la mancanza di strutture sovranazionali e l'applicazione intergovernativa ostacolano l'effettiva attuazione di questi principi. La normativa in materia di residenza e accesso al lavoro è stata a volte discriminatoria nei confronti dei lavoratori migranti. La Declaración Socio-laboral rappresenta un importante strumento per la tutela dei lavoratori migranti, ma la sua efficacia dipende dalla volontà degli Stati membri.

1. Accordi sulla libera circolazione e sicurezza sociale Accordo di Residenza e Accordo Multilaterale

Il documento analizza gli strumenti giuridici del Mercosur volti a garantire la libera circolazione dei lavoratori e la sicurezza sociale. Si fa riferimento all'Accordo di Residenza per i Cittadini dei Paesi Membri, che regola il diritto di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo, anche con il nucleo familiare. L'Accordo Multilaterale di Sicurezza Sociale del Mercato Comune è un altro strumento chiave, che mira a garantire la cumulabilità dei periodi contributivi maturati in diversi Paesi membri e il pagamento delle prestazioni nel luogo di residenza attuale, indipendentemente da dove sono stati versati i contributi. Questi accordi rappresentano un progresso significativo verso l'obiettivo di una maggiore integrazione sociale nel Mercosur, ma la loro efficacia è ostacolata dalla mancanza di strutture sovranazionali di attuazione e dal carattere intergovernativo degli accordi stessi. La loro effettiva applicazione dipende dalla volontà politica dei singoli Stati membri.

2. Limiti e sfide dell attuazione mancanza di strutture sovranazionali e carattere intergovernativo

Nonostante l'esistenza di accordi volti a promuovere la libera circolazione dei lavoratori e la sicurezza sociale, il documento evidenzia diverse sfide all'attuazione effettiva di questi principi. La principale difficoltà risiede nella mancanza di strutture sovranazionali capaci di garantire l'applicazione uniforme delle norme in tutti gli Stati membri. Il carattere intergovernativo degli accordi, inoltre, significa che la loro applicazione dipende dalla volontà politica di ciascun Paese, creando disparità di trattamento e inefficienze nel sistema. Questa mancanza di un'autorità sovranazionale con poteri sanzionatori limita l'efficacia delle norme, che restano spesso lettera morta a causa della debolezza degli strumenti di enforcement. Questo aspetto crea un'incertezza giuridica che ostacola la libera circolazione dei lavoratori e compromette la piena realizzazione di un mercato comune realmente integrato.

3. Discriminazione dei lavoratori migranti normativa frammentata e sistemi a quote

Il documento evidenzia come la normativa in materia di residenza dei cittadini migranti e di accesso al lavoro sia stata, in alcuni casi, eccessivamente discriminatoria. Anche dopo la stipula di accordi bilaterali, basati sul riconoscimento reciproco dei diritti, si sono mantenuti sistemi di quote di ingresso e contrattazioni collettive parallele per i cittadini stranieri. Questa frammentazione normativa nel settore dell'immigrazione ha ulteriormente penalizzato i lavoratori migranti, creando disparità di trattamento e ostacolando la loro piena integrazione nel mercato del lavoro. La soluzione a questi problemi richiede una maggiore armonizzazione delle normative nazionali e la creazione di un sistema più coerente ed equo per l'accesso al lavoro e la residenza dei cittadini provenienti da altri Paesi membri. La necessità di un approccio più uniforme e non discriminatorio è sottolineata come fondamentale per il successo dell'integrazione regionale.

4. La Declaración Socio laboral e la tutela dei lavoratori migranti

La Declaración Socio-laboral rappresenta un importante strumento di tutela dei lavoratori nel Mercosur, frutto di un lungo lavoro di sindacati e del Grupo de trabajo n. 10. Anche se l'efficacia del documento è oggetto di dibattito e la sua natura non vincolante ne limita l'impatto, esso costituisce un punto di riferimento fondamentale per le riflessioni sulla libera circolazione e sulla tutela dei lavoratori nel Mercato Comune. La Declaración, pur non garantendo un'uniformità di applicazione e interpretazione da parte degli Stati membri, rimane un importante passo verso una maggiore protezione dei diritti dei lavoratori, in particolare dei migranti. Il documento evidenzia la necessità di coordinare le politiche di previdenza sociale per eliminare le discriminazioni basate sull'origine dei cittadini beneficiari, come previsto dalla direttiva. L'obiettivo finale rimane quello di garantire ai lavoratori migranti le stesse tutele previdenziali e assicurative dei cittadini dello Stato ospitante.

V.Istituzioni del Mercosur e il ruolo del Parlamento

Il documento descrive le istituzioni del Mercosur, tra cui il Parlamento (Parlasur). Le funzioni del Parlamento, definite nell'art. 4 del Protocollo costitutivo, sono prevalentemente consultive. La questione della rappresentatività parlamentare, basata inizialmente su una rappresentanza paritaria tra gli Stati e non proporzionale alla popolazione, ha generato polemiche. Il documento evidenzia la mancanza di una giurisdizione sovranazionale e di meccanismi sanzionatori per gli Stati inadempienti, limitando l'efficacia del diritto comunitario del Mercosur, che rimane attualmente un sistema di diritto regionale. Il documento analizza anche le competenze e i poteri del Parlamento, sottolineando la necessità di un maggiore coordinamento e di un sistema di recepimento uniforme delle norme a livello nazionale. L'Uruguay (3,4 milioni di abitanti) e il Paraguay (6,3 milioni) potrebbero essere penalizzati da un criterio di proporzionalità nella rappresentanza, rispetto a Brasile (186 milioni), Argentina (38,5 milioni) e Venezuela (25,7 milioni).

1. Struttura Istituzionale del Mercosur Un Sistema Intergovernativo

Il documento descrive il Mercosur come un'organizzazione internazionale caratterizzata da una struttura essenzialmente intergovernativa. Questo significa che le decisioni e l'attuazione delle norme dipendono fortemente dalla volontà politica degli Stati membri, limitando l'autonomia di un sistema di diritto comunitario pienamente consolidato. La mancanza di una vera sovranazionalità si riflette nella scarsa efficacia diretta delle norme, la cui applicazione dipende dalla loro effettiva recezione negli ordinamenti giuridici nazionali. Questa struttura influisce sulla produzione di norme vincolanti e impedisce la creazione di un sistema giuridico integrato e coerente, simile al modello europeo. Il documento evidenzia come, salvo rare eccezioni, l'attuazione delle normative dipenda dalla volontà politica di ogni singolo Stato membro, generando incertezza e disparità di trattamento.

2. Il Ruolo del Parlamento del Mercosur Parlasur Funzioni Consultive e Limiti di Potere

Il documento analizza il ruolo del Parlamento del Mercosur (Parlasur), evidenziando come le sue funzioni siano prevalentemente consultive e non vincolanti. A differenza di un organo legislativo vero e proprio, il Parlasur non ha il potere di emanare leggi direttamente applicabili negli Stati membri. Le sue competenze si limitano a proporre progetti di norme al Consiglio del Mercato Comune, sviluppare studi, emettere dichiarazioni e raccomandazioni. Questa limitazione dei poteri del Parlamento rispecchia la natura intergovernativa del Mercosur, dove le decisioni cruciali rimangono di competenza degli Stati e degli organi esecutivi. La mancanza di un potere legislativo effettivo del Parlasur rappresenta un ostacolo alla creazione di un sistema di diritto comunitario più solido e autonomo. La questione della rappresentatività parlamentare, inizialmente non proporzionale alla popolazione degli Stati membri, ha inoltre generato polemiche.

3. Rappresentatività Parlamentare nel Parlasur Problematiche e Dibattiti

La questione della rappresentanza parlamentare all'interno del Parlasur ha generato controversie prima ancora della firma del protocollo attuativo. L'articolo 24 prevedeva inizialmente una rappresentanza paritaria per ogni Stato membro (18 parlamentari per Stato), senza tener conto della proporzionalità demografica. Questa scelta ha suscitato critiche, soprattutto da parte degli Stati con una popolazione minore, come l'Uruguay e il Paraguay, che rischiano di essere penalizzati rispetto a Stati più popolosi come il Brasile. Il divario demografico tra gli Stati del Mercosur, con il Brasile che rappresenta circa il 70% della popolazione totale, rende complesso trovare un equilibrio nella rappresentatività. Questo esempio evidenzia come la costruzione del Mercosur sia influenzata da fattori politici complessi, che spesso prevalgono sulle esigenze di una rappresentanza proporzionale e di un'equa distribuzione del potere decisionale.

4. Verso un Diritto Comunitario del Mercosur Sfide e Prospettive

Il documento discute l'esistenza di un diritto comunitario del Mercosur, evidenziando che, nonostante gli sviluppi legislativi, attualmente non esiste un diritto comunitario propriamente inteso, ma piuttosto un consolidato sistema di diritto regionale. La dottrina giuridica tende ad affermare che l'effettiva creazione di un diritto comunitario richiede un'ulteriore evoluzione del sistema, con il rafforzamento di istituzioni come il Parlamento e la Corte di Giustizia del Mercosur, e soprattutto con la creazione di una giurisdizione sovranazionale. La mancanza di un'effettiva giurisdizione sovranazionale e di meccanismi sanzionatori per gli Stati inadempienti impedisce il pieno consolidamento di un diritto comunitario. L'attuazione delle normative dipende fortemente dalla volontà politica degli Stati membri, con conseguente mancanza di efficacia diretta delle decisioni e difficoltà nell'assicurare uniformità di trattamento e certezza del diritto. Il futuro del Mercosur, e il raggiungimento di un sistema di diritto comunitario effettivo, dipende quindi da profonde riforme istituzionali.

VI.Contrattazione collettiva e sfide future per il Mercosur

L'analisi si conclude con una valutazione della contrattazione collettiva nel Mercosur, evidenziando un indebolimento e una frammentazione del sistema, dovuto all'ascesa della contrattazione diretta. Il documento sottolinea la necessità di un maggiore coordinamento a livello comunitario, soprattutto in materia di sicurezza sociale, per garantire una reale libera circolazione dei lavoratori e la tutela dei loro diritti. Nonostante alcuni progressi in settori come l'istruzione e la cooperazione giudiziaria, il consolidamento di una dimensione sociale effettiva nel Mercosur richiede il superamento del carattere intergovernativo e il raggiungimento degli obiettivi economici.

1. Il declino della contrattazione collettiva e l ascesa della contrattazione diretta

Il documento analizza criticamente la situazione della contrattazione collettiva nel Mercosur, evidenziando un processo di indebolimento e frammentazione. Questo declino è attribuito principalmente all'ascesa della cosiddetta contrattazione diretta, ovvero la negoziazione tra datore di lavoro e singolo lavoratore, senza la partecipazione degli organi sindacali. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nei settori con una rappresentanza sindacale meno forte. Il restringimento dell'ambito della negoziazione, che negli ultimi anni si è concentrato quasi esclusivamente sugli aspetti economici del rapporto di lavoro, trascurando clausole fondamentali relative alle questioni organizzative, produttive e alla sicurezza sul lavoro, contribuisce ulteriormente all'indebolimento del sistema di contrattazione collettiva. Il settore sindacale latino-americano, storicamente attivo nelle lotte politiche e sociali, si trova di fronte alla sfida di contrastare questo trend negativo e di rilanciare il ruolo della contrattazione collettiva a tutela dei diritti dei lavoratori.

2. Obiettivi della contrattazione collettiva e disuguaglianze di genere

Gli obiettivi principali della contrattazione collettiva, come descritti nel documento, includono la garanzia di un reddito equo per i lavoratori, con un aumento del potere d'acquisto in linea con la crescita della produttività. A livello regionale, gli accordi mirano ad ampliare gli aspetti sociali del contratto di lavoro, a beneficio dei lavoratori, cercando di ridurre le crescenti disuguaglianze di reddito tra uomini e donne, fenomeno molto diffuso nel Mercosur, soprattutto nelle zone più remote del Sud America. Altri obiettivi includono la sicurezza nei luoghi di lavoro, la promozione della formazione professionale e il rispetto dell'ambiente. L'efficacia e l'attuazione dei contratti collettivi sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi, ma il documento evidenzia la necessità di un maggiore coordinamento regionale per superare le difficoltà attuali.

3. Violazioni dei diritti umani e flessibilità del lavoro in Brasile

Il Brasile, pur essendo uno dei Paesi del Mercosur con il più alto tasso di crescita economica, presenta anche gravi violazioni dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda il lavoro minorile e il lavoro in condizioni analoghe alla schiavitù, nonostante la ratifica delle convenzioni dell'OIL. Il documento evidenzia l'esistenza di una forte tendenza alla flessibilità dei rapporti di lavoro in Brasile, principio previsto dalla Costituzione Federale, che permette la modifica degli aspetti economici del rapporto tramite la contrattazione collettiva. Questa flessibilità, però, viene spesso utilizzata per giustificare il raggiungimento della crescita economica a discapito della tutela dei diritti dei lavoratori. Questo caso del Brasile illustra le contraddizioni presenti nel Mercosur, dove l'obiettivo della crescita economica a volte entra in conflitto con la protezione dei diritti sociali dei lavoratori.

4. Sfide future e necessità di coordinamento verso un futuro spazio sociale autonomo

Il documento conclude sottolineando la necessità di un maggiore coordinamento a livello comunitario per affrontare le sfide future del Mercosur, in particolare nel campo della sicurezza sociale. La disciplina della libera circolazione dei lavoratori ha incontrato numerose difficoltà, e il sistema attuale non garantisce ancora una piena libertà di movimento all'interno del Mercosur. Sono necessarie modifiche normative per attuare concretamente i principi tutelati negli accordi bilaterali e multilaterali, in una prospettiva più ampia e attuale. Il documento riconosce gli sviluppi positivi in settori come l'istruzione e la cooperazione giudiziaria, ma sottolinea la domanda cruciale se il Mercosur potrà mai creare uno spazio sociale autonomo e di diritto, simile al modello europeo. Questo obiettivo richiede il superamento del carattere intergovernativo del sistema e il raggiungimento di un equilibrio tra obiettivi economici e tutela dei diritti sociali.