La politica estera di Donald Trump: analisi di una visione del mondo

La politica estera di Donald Trump: analisi di una visione del mondo

Informazioni sul documento

Autore

Francesco Casarotto

Scuola

Dipartimento di Scienze Politiche

Specialità Relazioni Internazionali
Anno di pubblicazione 2017/2018
Luogo Città
Tipo di documento Tesi
Lingua Italian
Numero di pagine 126
Formato
Dimensione 1.50 MB
  • Politica estera
  • Relazioni internazionali
  • Donald Trump

Riassunto

I. Introduzione

L'elezione di Donald Trump come 45esimo Presidente degli Stati Uniti ha suscitato un ampio dibattito sulla sua politica estera. La reazione globale è stata caratterizzata da incertezze e timori riguardo alla stabilità dell'ordine internazionale. La ricerca si propone di chiarire la visione del mondo di Trump, evidenziando la coerenza interna della sua politica estera, che si ricollega alla tradizione jacksoniana. L'analisi si concentra sull'impatto delle sue scelte politiche e sulla percezione distorta che ha caratterizzato il dibattito pubblico. La tesi centrale sostiene che il panico collettivo post-elettorale ha ostacolato una valutazione razionale della situazione attuale. La politica estera di Trump, contrariamente a quanto sostenuto da molti critici, presenta una logica interna che merita di essere esaminata con attenzione.

II. Fattori della Politica Estera

Il primo capitolo analizza i fattori esterni e interni che influenzano la politica estera degli Stati Uniti. Si discute l'importanza di comprendere le dinamiche globali e le pressioni interne che modellano le decisioni politiche. La tradizione jacksoniana emerge come un elemento chiave per interpretare le scelte di Trump. La scuola hamiltoniana, la scuola wilsoniana e la scuola jeffersoniana vengono presentate come archetipi della politica estera americana, fornendo un contesto per comprendere le posizioni di Trump. L'analisi dei fattori esterni include le relazioni con potenze come la Cina e la Russia, mentre i fattori interni si concentrano sulle pressioni politiche e sociali che influenzano le decisioni del Presidente.

2.1 Fattori Esterni

I fattori esterni nella politica estera di Trump sono determinati da una serie di dinamiche globali. Le relazioni con la Cina, ad esempio, sono caratterizzate da tensioni commerciali e strategiche. La trappola di Tucidide viene citata per descrivere il rischio di conflitto tra potenze emergenti e consolidate. La risposta di Trump a queste sfide è stata quella di adottare una posizione più assertiva, cercando di proteggere gli interessi americani. La sua retorica ha spesso enfatizzato la necessità di un approccio più nazionalista, in contrapposizione a politiche di cooperazione internazionale.

2.2 Fattori Interni

I fattori interni giocano un ruolo cruciale nella politica estera di Trump. Le pressioni politiche interne, le opinioni pubbliche e le dinamiche del Congresso influenzano le decisioni del Presidente. La sua retorica populista ha trovato risonanza tra gli elettori, portando a una maggiore enfasi sulla sovranità e sul rifiuto delle costrizioni internazionali. Questo approccio ha portato a una rivalutazione delle alleanze tradizionali e a un ripensamento delle strategie di nation-building.

III. La Visione del Mondo di Trump

Il secondo capitolo si concentra sulla visione del mondo di Trump, evidenziando il principio cardine delle alleanze: do ut des. Questo approccio pragmatico riflette una visione utilitaristica delle relazioni internazionali, in cui gli Stati sono visti come attori razionali che perseguono i propri interessi. La politica estera di Trump è caratterizzata da un forte focus sull'economia, con l'idea che la prosperità interna debba precedere l'impegno internazionale. La sua posizione sul nation-building è chiara: l'interventismo deve iniziare a casa, con un rifiuto delle politiche che non portano benefici diretti agli Stati Uniti.

3.1 Do Ut Des

Il concetto di do ut des rappresenta un cambiamento significativo nella politica estera americana. Trump ha enfatizzato la necessità di ottenere vantaggi tangibili in cambio di alleanze e cooperazione. Questo approccio ha portato a una rivalutazione delle relazioni con paesi alleati, spingendo per accordi più favorevoli per gli Stati Uniti. La retorica di Trump ha spesso messo in discussione l'efficacia delle alleanze tradizionali, suggerendo che gli Stati Uniti non dovrebbero sostenere paesi che non contribuiscono agli sforzi comuni.

3.2 Interventismo e Sovereignty

La politica estera di Trump si distingue per un forte rifiuto delle costrizioni internazionali. La sua visione implica che gli Stati Uniti debbano proteggere i propri interessi nazionali, piuttosto che impegnarsi in operazioni di nation-building all'estero. Questo approccio ha portato a una maggiore enfasi sulla sovranità, con l'idea che le risorse americane debbano essere utilizzate per il bene del paese. La retorica di Trump ha spesso sottolineato la necessità di rendere l'America sovrana di nuovo, rifiutando le politiche che non portano benefici diretti.

Riferimento del documento

  • The Jacksonian Revolt (Walter Russell Mead)
  • La vittoria di Trump. Le prime pagine dei giornali di tutto il mondo
  • La lunga pace (Graham T. Allison)
  • Disastrosi conflitti in Afghanistan, Iraq e Libia
  • Crisi finanziaria del 2008