
Archeologia tra Vicenza e Padova nell'Alto Medioevo: confini e insediamenti
Informazioni sul documento
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 8.61 MB |
Riassunto
I.Inquadramento geografico
Il territorio oggetto di studio comprende le aree limitrofe al fiume Bacchiglione, caratterizzato da aspetti morfologici collinari e rilievi vulcanici. Le informazioni storiche, archeologiche e documentali forniscono un quadro dell’ambiente naturale e dell’influenza reciproca tra uomo e natura.
II.Archeologia del territorio
Le nuove indagini archeologiche, inserite in un quadro territoriale più ampio, mostrano come le testimonianze di insediamenti abitativi (Montegalda, Lumignano, Secula) siano complementari alle proprietà monastiche (San Giulia, Episcopio di Padova) e alla viabilità fluviale e terrestre, elementi chiave per comprendere la dinamica politico-occupazionale del territorio.
III.Centuriazione e occupazione successiva
Lo studio della centuriazione, unità di misura romana per la suddivisione agraria, rivela una divisione meno regolare nella zona di Montegalda, suggerendo un uso comunitario o di confine dell'area. L'ipotesi è rafforzata dalla presenza di una torre sul Monte Castello, probabilmente con funzioni militari e di controllo.
IV.Medioevo
L'arrivo dei Longobardi portò ad una riorganizzazione amministrativa e militare: i ducati (Vicetia) e i castra (Montegalda, Monselice) divennero centri di potere e controllo del territorio. Il conflitto tra Bizantini e Longobardi si tradusse in guerre di posizione, con i contadini-soldati impegnati nella difesa e il rafforzamento dei centri fortificati.
V.Strutture fortificate
Il Castello di Montegalda rappresenta un esempio di struttura difensiva con elementi architettonici tipici dell'epoca. Le torri e le mura esterne appartengono a fasi edilizie diverse, mostrando un adattamento alle esigenze militari e strategiche.
VI.Epoca altomedievale
Le indagini archeologiche a Ghizzole (Montegaldella) hanno rivelato un insediamento abitativo della fine del VI-VII secolo, caratterizzato da case con spazi domestici e artigianali. L'analisi dei reperti ceramici e la presenza di una sepoltura forniscono informazioni sulla vita quotidiana e sulla continuità di occupazione del territorio.
VII.Proprietà curtensi nel Medioevo
Le curtes erano possedimenti terrieri di origine fiscale, gestiti da funzionari regi e successivamente da ordini monastici. La documentazione scritta attesta la presenza di vaste proprietà monastiche nella zona (San Giulia, Episcopio di Padova), che influenzarono la gestione del territorio e lo sviluppo di nuovi centri.
l. Proprietà curtensi nell Alto Medioevo
I Longobardi, dopo aver conquistato l'Italia nel 568 d.C., stabilirono un sistema di proprietà fondiarie denominate 'curtes'. Queste proprietà erano di dimensioni modeste e non strutturate in modo organico, ma dall'VIII secolo si organizzarono in 'domocoltili' (terre dominiche lavorate dai servi) e 'terre massarice' (affidate in poderi ai massari). Le 'curtes' attirarono anche i rustici, desiderosi di terra e protezione, e contribuirono alla formazione di nuovi centri abitativi.
VIII.Longare e Selvazzano
Longare e Selvazzano, nelle vicinanze di Montegalda, mostrano tracce di frequentazione altomedievale. A Secula (Longare) è documentata una chiesa del XII secolo, mentre a Santa Maria di Quarta (Selvazzano) gli scavi archeologici hanno rivelato un edificio sacro di epoca longobarda (VII-VIII secolo), successivamente ampliato e trasformato in monastero.
IX.Confine tra territori longobardi e bizantini
La questione del confine tra territori longobardi e bizantini nel Veneto resta aperta. Nonostante le ipotesi di linee difensive lungo i fiumi o sulle alture, la frontiera non sembra essere stata rigida e invalicabile, ma piuttosto una serie di centri di potere in costante conflitto.