Procedura operativa per la gestione di casi sospetti di infezione da Covid-19 in Basilicata. Vers. 5 del 17 mar. 2020 Task Force Coronavirus Regione Basilicata - IRCCS Crob

COVID-19: Gestione Casi Sospetti

Informazioni sul documento

Autore

Task Force Coronavirus Regione Basilicata

Scuola

IRCCS Crob

Specialità Public Health/Epidemiology
Luogo Basilicata, Italia
Tipo di documento Procedura Operativa
Lingua Italian
Formato | PDF
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Riassunto

I.Definizione e Sintomi di COVID 19

Il documento descrive il COVID-19, una malattia respiratoria causata dal virus SARS-CoV-2. I principali sintomi includono febbre, tosse, rinorrea, mal di gola, e in casi gravi, dispnea e polmonite con insufficienza respiratoria. L'incubazione varia da 2 a 12 giorni, con un limite massimo di precauzione di 14 giorni. La trasmissione avviene principalmente tramite droplet (goccioline respiratorie). I primi due casi in Italia sono stati confermati a Roma il 30 gennaio 2020.

1. Definizione di COVID 19 e il virus SARS CoV 2

Il documento inizia definendo il COVID-19 come una malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato ufficialmente la denominazione COVID-19 l'11 febbraio 2020, una sigla che sintetizza "COrona VIrus Disease" e l'anno di identificazione, 2019. Il documento sottolinea l'importanza di questa nuova malattia infettiva, evidenziando la sua natura di pandemia dichiarata dall'OMS l'11 marzo 2020, pur rimanendo ancora controllabile con adeguato impegno politico. Si fa riferimento anche all'identificazione iniziale del virus, temporaneamente denominato 2019-nCoV, da parte del CDC cinese il 9 gennaio 2020, confermando la trasmissione inter-umana. Il testo quindi contestualizza il SARS-CoV-2 all'interno della più ampia famiglia dei coronavirus (CoV), noti per causare malattie respiratorie da lievi a gravi, come il comune raffreddore, la MERS e la SARS. L'aspetto della trasmissibilità del virus è menzionato, sottolineando la sua capacità di evolversi e infettare l'uomo, diffondendosi poi nella popolazione, seppur raramente.

2. Sintomi Clinici del COVID 19

Il documento elenca i sintomi clinici associati all'infezione da SARS-CoV-2, che vanno da manifestazioni lievi a forme gravi. Tra i sintomi più comuni si trovano febbre, rinite (raffreddore), tosse, mal di gola, e, in casi più gravi, dispnea (difficoltà respiratoria) e polmonite che può portare a insufficienza respiratoria. La gravità dei sintomi può variare notevolmente da individuo a individuo. Si specifica che la data di inizio dei sintomi (o l'aggravamento di condizioni preesistenti croniche) non deve superare i 7 giorni precedenti l'ammissione in ospedale. È importante notare che la presenza di questi sintomi non indica automaticamente una positività al COVID-19, ma sollecita l'effettuazione di test diagnostici appropriati per la conferma. L'importanza della diagnosi precoce e corretta è fondamentale per un intervento tempestivo e per limitare la diffusione del virus. Il documento fa riferimento alla sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) come una possibile complicanza grave del COVID-19.

3. Periodo di Incubazione e Modalità di Trasmissione

Relativamente al COVID-19, il documento indica che il periodo di incubazione del virus SARS-CoV-2 varia da 2 a 12 giorni, con un margine di sicurezza prudenziale fissato a 14 giorni. Questo dato è fondamentale per determinare la durata delle misure di quarantena e di isolamento. La principale via di trasmissione del virus è quella respiratoria, tramite droplet (goccioline di saliva o secrezioni respiratorie). Si specifica che, a differenza di altre malattie infettive, la trasmissione attraverso superfici contaminate è meno rilevante, sebbene si ricordi comunque l'importanza di una corretta igiene delle mani e delle superfici. La disinfezione con detergenti a base di alcol (etanolo al 75%) o di cloro (all'1%) è efficace nell'eliminare il virus. L'accento sull'importanza di queste informazioni risiede nella prevenzione della diffusione del virus, un punto focale nella gestione dell'emergenza sanitaria. La conoscenza precisa dei meccanismi di trasmissione permette l'implementazione di strategie di contenimento più efficaci, mirando a ridurre la diffusione della malattia. La comprensione del periodo di incubazione permette di stabilire periodi di sorveglianza più accurati per individui a rischio.

II.Diagnosi e Test per SARS CoV 2

La diagnosi di COVID-19 si basa su test diagnostici di PCR Real Time per SARS-CoV-2, effettuati su campioni prelevati dalle basse vie respiratorie (espettorato, aspirato endotracheale) o dalle alte vie respiratorie (aspirato rinofaringeo, tamponi). In caso di risultato dubbio o negativo, il test va ripetuto. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e i laboratori regionali svolgono un ruolo cruciale nella conferma dei casi. Un caso confermato è definito dalla conferma di laboratorio, indipendentemente dai sintomi.

1. Il Test Diagnostico PCR Real Time per SARS CoV 2

La diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 si basa principalmente sul test di PCR Real Time, secondo i protocolli indicati dall'OMS. Questo test molecolare rileva la presenza dell'RNA virale nei campioni biologici prelevati dal paziente. Il documento specifica che i campioni ideali provengono dalle basse vie respiratorie (espettorato, aspirato endotracheale, lavaggio bronco-alveolare). Tuttavia, se non possibile, si ricorre a campioni dalle alte vie respiratorie (aspirato rinofaringeo, tamponi nasofaringei e orofaringei combinati). L'importanza della corretta raccolta del campione è sottolineata, con l'indicazione di adottare le necessarie precauzioni e DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per minimizzare il rischio di esposizione a patogeni. I campioni positivi vengono inviati al laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per la conferma del caso. Nel caso di un risultato negativo su un paziente fortemente sospetto, si raccomanda di ripetere il prelievo da diversi siti del tratto respiratorio in tempi successivi. La tempestività e l'accuratezza del test sono cruciali per una gestione efficace dell'infezione.

2. Definizione di Caso Sospetto e Caso Confermato

Il documento distingue tra caso sospetto e caso confermato di COVID-19. Un caso sospetto è definito da un risultato del test per SARS-CoV-2 dubbio o inconcludente con protocolli specifici di Real Time PCR, oppure da un risultato positivo con un test pan-coronavirus. Un caso confermato, invece, richiede una conferma di laboratorio per infezione da SARS-CoV-2, effettuata presso il laboratorio di riferimento nazionale dell’ISS o da laboratori regionali di riferimento che rispettano criteri specifici. Questa conferma di laboratorio è determinante per la diagnosi, indipendentemente dai segni e sintomi clinici presentati dal paziente. La definizione chiara di caso sospetto e caso confermato è fondamentale per la gestione epidemiologica dell'infezione e per l'attivazione delle appropriate misure di sanità pubblica. La distinzione permette di indirizzare le risorse e gli interventi in modo più efficace, garantendo una risposta adeguata all'emergenza sanitaria.

3. Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell A.O.R. San Carlo di Potenza

Il documento menziona il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’A.O.R. San Carlo di Potenza come un esempio di struttura che effettua i test diagnostici per SARS-CoV-2. Questo evidenzia l'importanza dei laboratori di riferimento nella diagnostica molecolare e nella gestione dell'emergenza. Sebbene il documento non approfondisca il ruolo specifico di questo laboratorio, la sua menzione indica che la diagnosi avviene in strutture qualificate che seguono i protocolli stabiliti dall'OMS. La capacità diagnostica di questi centri è un elemento essenziale nella gestione della pandemia, consentendo un'identificazione tempestiva dei casi e quindi una rapida attivazione delle misure di contenimento. L'efficienza e la capacità di questi laboratori sono fattori chiave per il controllo dell'epidemia.

III.Prevenzione e Controllo del COVID 19

Le misure di prevenzione e controllo del COVID-19 includono la quarantena e l'isolamento di 14 giorni per i contatti stretti di casi confermati, l'utilizzo corretto dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuali) da parte del personale sanitario, il mantenimento del distanziamento sociale di almeno un metro e una scrupolosa igiene delle mani e delle superfici con disinfettanti a base di alcol (75%) o cloro (1%). L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emesso raccomandazioni per l'utilizzo razionale dei DPI.

1. Quarantena e Isolamento come Misure di Prevenzione

Il documento evidenzia l'importanza della quarantena e dell'isolamento come misure di salute pubblica per il contenimento del COVID-19. La quarantena, di durata variabile a seconda della malattia, è attualmente fissata a 14 giorni per i contatti stretti di casi confermati di COVID-19, come stabilito da un'ordinanza del Ministero della Salute del 22 febbraio 2020. Questo periodo di isolamento e osservazione serve a prevenire la diffusione del virus SARS-CoV-2 nella popolazione. L'isolamento è una misura fondamentale per evitare l'insorgenza di ulteriori casi secondari e per non sovraccaricare il sistema ospedaliero. Il documento sottolinea che l'isolamento fiduciario, effettuato a domicilio o in strutture dedicate, è una strategia chiave per la gestione dell'emergenza. La durata della quarantena è legata al periodo di incubazione del virus, con 14 giorni come limite massimo di precauzione. Si sottolinea che l'adesione a queste misure è essenziale per il successo delle strategie di contenimento. Il rispetto delle misure di isolamento e quarantena è un elemento cruciale per la limitazione della diffusione del virus, proteggendo sia la popolazione generale che il sistema sanitario.

2. Ruolo dei DPI Dispositivi di Protezione Individuale

L'uso corretto dei DPI è fondamentale per la protezione degli operatori sanitari e del personale di laboratorio impegnati nell'assistenza diretta a casi di COVID-19 o nella manipolazione di campioni biologici. Il documento sottolinea che i DPI sono efficaci solo se integrati in un più ampio sistema di interventi che includono controlli amministrativi, procedurali, ambientali, organizzativi e tecnici. Date le potenziali carenze di DPI, il documento richiama le raccomandazioni dell'OMS per ottimizzare il loro utilizzo, implementando strategie a livello nazionale per garantirne la maggiore disponibilità possibile agli operatori maggiormente esposti al rischio di contagio. Si raccomanda l'uso appropriato, la corretta vestizione e svestizione, nonché la corretta eliminazione dei DPI. Si sottolinea che la trasmissione del SARS-CoV-2 avviene principalmente attraverso droplet e contatto, con eccezioni per procedure che generano aerosol. L'ottimizzazione dell'uso dei DPI è essenziale per la sicurezza del personale sanitario e per la gestione efficace dell'emergenza.

3. Altre Misure di Prevenzione e Controllo

Oltre alla quarantena, all'isolamento, e all'utilizzo dei DPI, il documento menziona altre misure preventive e di controllo per limitare la diffusione del COVID-19. Tra queste, l'importanza di evitare i contatti ravvicinati, mantenendo una distanza di almeno un metro dalle altre persone, soprattutto da chi presenta sintomi respiratori. Si raccomanda di far indossare una mascherina chirurgica ai pazienti con sintomi respiratori acuti, se tollerata, e di mantenere il distanziamento di almeno un metro nelle relazioni con il paziente, quando possibile. Si sottolinea l'importanza della formazione adeguata del personale sanitario e si suggerisce la segnalazione degli eventuali incidenti tramite schede di incident reporting per promuovere azioni correttive e di miglioramento. La gestione appropriata dei rifiuti, considerandoli potenzialmente infettivi, è anche evidenziata, insieme all'opportunità di limitare il contatto con gli animali da parte delle persone contagiate, come misura precauzionale. L'adesione a queste misure contribuisce a proteggere la popolazione e a gestire efficacemente l'emergenza sanitaria.

IV.Gestione dei Casi e Definizione di Guarigione

Il documento definisce il paziente clinicamente guarito da COVID-19 come un individuo asintomatico dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all'infezione da SARS-CoV-2, anche se potrebbe risultare ancora positivo al test. La scomparsa dell'RNA virale è confermata da due test molecolari negativi a 24 ore di distanza, accompagnata dalla scomparsa dei sintomi. L'assistenza sanitaria sul territorio per casi di COVID-19 include la sorveglianza attiva e l'isolamento domiciliare, in collaborazione tra operatori sanitari e medici di medicina generale.

1. Definizione di Paziente Guarito da COVID 19

Il documento definisce un paziente clinicamente guarito da COVID-19 come colui che, dopo aver manifestato sintomi clinici come febbre, rinite, tosse, mal di gola, eventualmente dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria, associati all'infezione da SARS-CoV-2 (confermata virologicamente), diventa asintomatico. È importante notare che un soggetto clinicamente guarito può risultare ancora positivo al test per la ricerca di SARS-CoV-2. Questa definizione è cruciale per la gestione dei pazienti e per la definizione della fine dell'isolamento. La guarigione clinica si basa sulla risoluzione della sintomatologia, non esclusivamente sulla negativizzazione del test. La negativizzazione del test, invece, è definita dall'esecuzione di due test molecolari con esito negativo a 24 ore di distanza, accompagnata dalla scomparsa dei sintomi. Questa distinzione tra guarigione clinica e negativizzazione del test è importante per evitare fraintendimenti e per stabilire le linee guida per la dimissione ospedaliera e il ritorno alla vita sociale.

2. Assistenza Sanitaria Territoriale per Casi di COVID 19

L'isolamento fiduciario a domicilio (o in strutture dedicate se il domicilio è inadeguato) per 14 giorni è una misura di salute pubblica fondamentale per i casi di COVID-19 e per i loro contatti stretti. Questa misura mira a prevenire ulteriori contagi e a evitare il sovraccarico del sistema ospedaliero. L'assistenza sanitaria territoriale, in collaborazione tra operatori di sanità pubblica, Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS), monitora i pazienti in isolamento. Si definisce un percorso di gestione clinica concordato con il medico infettivologo dell'ospedale di riferimento, determinando anche il termine dell'isolamento. Questa collaborazione interprofessionale è essenziale per garantire un'assistenza adeguata e per evitare la diffusione del virus. Il documento sottolinea l'importanza di questo approccio integrato per la gestione efficace dei casi di COVID-19 sul territorio, bilanciando la necessità di contenimento del contagio con la fornitura di un'assistenza sanitaria adeguata.

3. Considerazioni sulla Clearance del Virus SARS CoV 2

La "clearance" del virus SARS-CoV-2 indica la scomparsa dell'RNA virale rilevabile nei fluidi corporei, sia in persone sintomatiche che asintomatiche. Questa eliminazione virale è solitamente associata alla produzione di anticorpi specifici di tipo IgG. Per i soggetti asintomatici, si consiglia di ripetere il test per confermare la negativizzazione non prima di 14 giorni dal riscontro della positività. La presenza di anticorpi IgG, nella maggior parte delle infezioni virali, indica una protezione da reinfezioni. Si ipotizza che questa protezione anticorpale possa essere presente anche per il SARS-CoV-2, sebbene un caso di possibile reinfezione riportato potrebbe essere dovuto a una lunga persistenza del virus, a un errore nella gestione pre-analitica del campione o a limiti di sensibilità del test. La definizione di clearance è importante per determinare la fine dell'isolamento e il ritorno alla normalità. L'individuazione di eventuali mutazioni capaci di sfuggire al controllo immunitario è oggetto di ulteriore ricerca.

V.Gestione dei Rifiuti e Aspetti Legislativi

La gestione dei rifiuti prodotti da soggetti positivi al COVID-19 in isolamento o quarantena deve seguire linee guida specifiche, facendo riferimento al DPR 254/2003 riguardo ai rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Sebbene non ci siano prove certe sulla sopravvivenza del SARS-CoV-2 nei rifiuti domestici, si raccomandano procedure cautelative per la raccolta e lo smaltimento, tenendo conto della percezione del rischio da parte della popolazione e degli operatori.

1. Gestione dei Rifiuti da Soggetti in Isolamento o Quarantena

La sezione affronta la questione della gestione dei rifiuti provenienti da abitazioni di soggetti positivi al COVID-19 in isolamento o quarantena obbligatoria. Si sottolinea che, pur non essendo ancora nota la durata di sopravvivenza del virus SARS-CoV-2 nei rifiuti domestici, l'elevata percezione del rischio da parte della popolazione e degli operatori richiede un approccio prudenziale. Il documento suggerisce di considerare questi rifiuti equivalenti a quelli prodotti in strutture sanitarie, come definiti dal DPR 254/2003, che regolamenta i "rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo". In base all'articolo 15 del DPR, i rifiuti speciali prodotti fuori dalle strutture sanitarie, ma con rischio analogo a quelli infettivi, devono essere gestiti allo stesso modo. Idealmente, questi rifiuti dovrebbero essere raccolti in imballaggi a perdere da aziende specializzate, ma la difficoltà di attuazione di questa procedura, per mancanza di contratti specifici, porta a raccomandazioni alternative. La gestione dei rifiuti in questo contesto è di fondamentale importanza per la protezione della salute pubblica e degli operatori coinvolti nella raccolta e nello smaltimento.

2. Aspetti Legislativi e Riferimenti Normativi

Il documento fa riferimento al DPR 254/2003, che disciplina la gestione dei rifiuti sanitari, per definire il trattamento dei rifiuti prodotti da soggetti in isolamento o quarantena a causa del COVID-19. Specificamente, si citano gli articoli che definiscono i "rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo", considerando l'analogia di rischio con i rifiuti prodotti in ambienti di isolamento infettivo. Si ipotizza, per analogia con altri virus con envelope, che il SARS-CoV-2 si disattivi in un intervallo di tempo che va da pochi minuti a un massimo di 9 giorni, a seconda del materiale, della concentrazione virale e delle condizioni ambientali. Si evidenzia che altri coronavirus, come SARS e MERS, non sopravvivono a lungo su carta in assenza di umidità, ma persistono più a lungo su indumenti monouso. Questa analisi porta a raccomandare che i rifiuti urbani da abitazioni con soggetti positivi al tampone dovrebbero essere gestiti come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, applicando le prescrizioni del DPR 254/2003, con raccolta in imballaggi a perdere. La conoscenza degli aspetti legislativi e dei riferimenti normativi è essenziale per una corretta e sicura gestione dei rifiuti, proteggendo sia la salute pubblica che gli operatori addetti alla raccolta e allo smaltimento.

3. Raccomandazioni per la Gestione dei Rifiuti in Caso di Difficoltà Applicative

Il documento riconosce le potenziali difficoltà nell'implementazione della procedura ideale per la gestione dei rifiuti, soprattutto per la mancanza di contratti con aziende specializzate nella raccolta e nello smaltimento di rifiuti infettivi. Per questo, vengono fornite raccomandazioni alternative, ritenute sufficientemente protettive per la salute pubblica e degli operatori. Queste comprendono la sostituzione frequente dei guanti da lavoro non monouso, la sanificazione e la disinfezione della cabina di guida dei mezzi per la raccolta dei rifiuti dopo ogni ciclo di lavoro, prestando particolare attenzione ai tessuti. Si raccomanda di evitare l'uso di aria compressa o acqua sotto pressione per la pulizia per evitare la formazione di spruzzi e aerosol di materiale infettivo. L'uso di disinfettanti a base di alcol (almeno al 75% v/v) in confezione spray è consigliato. Queste raccomandazioni, pur non essendo la soluzione ideale, mirano a fornire una guida pratica e sicura in situazioni di emergenza, in cui l'aderenza scrupolosa alle norme è comunque fondamentale per la sicurezza di tutti.