
Parlamentari: Evoluzione Italia-Germania
Informazioni sul documento
Autore | Michele Rillo |
instructor | Prof. Raffaele De Mucci |
Scuola | Dipartimento di Scienze Politiche, Cattedra di Politica Comparata |
Specialità | Scienze Politiche |
Tipo di documento | Tesi |
Lingua | Italian |
Formato | |
Dimensione | 1.24 MB |
Riassunto
I.Teoria delle Élites e Metodologia di Ricerca
Questo studio analizza l'evoluzione delle élites parlamentari italiane e tedesche negli ultimi anni, applicando la teoria delle élites di Mosca e Pareto. La ricerca si concentra sull'analisi comparata di due democrazie parlamentari simili (Italia e Germania), esaminando come i sistemi elettorali e le condizioni socio-economiche dell'elettorato influenzano la composizione e le caratteristiche dei parlamentari. Si utilizzano metodologie di analisi comparata, in particolare il metodo dei “most similar systems”, per evidenziare analogie e differenze tra i due casi studio. Il lavoro si basa anche sugli studi di autori chiave come Best, Cotta, e Rokkan, integrando analisi quantitative (indici come NEP e Rae) e qualitative.
1.1 La scelta del tema di ricerca le élites parlamentari
La scelta di studiare le élites parlamentari in Italia e Germania è motivata dall'interesse intrinseco per il ruolo di pochi individui nell'esercizio del potere politico, anche in regime democratico. Questa consapevolezza, già presente in autori classici come Platone, trova riscontro nelle teorie elitiste di Mosca e Pareto, i cui studi sull'esercizio del potere mantengono attualità. L'autore si concentra sull'evoluzione degli ultimi anni, prendendo spunto dall'approccio della ricerca EurElite di Best e Cotta, focalizzandosi sul cambiamento dei parlamentari italiani e tedeschi nelle ultime cinque legislature (dal 1996 e 1998 rispettivamente). La ricerca si pone come un piccolo contributo ad un campo di studi già vasto, cercando di aggiungere nuove prospettive all'analisi di un fenomeno complesso e sfaccettato.
1.2 La teoria delle élites una panoramica storica e concettuale
Il documento ripercorre la storia della teoria delle élites, suddividendola in cinque fasi secondo la classificazione di Sola: il periodo dei precursori (fino al 1880), quello dei classici (1880-1925) con Mosca, Michels, Pareto e Weber, la fase neoclassica (tra le due guerre), il periodo post-classico (dopo la seconda guerra mondiale) e l'ultimo periodo di studi empirici. L'analisi approfondisce i contributi di Mosca e Pareto, evidenziando le loro teorie sull'organizzazione interna ed esterna della classe politica, i meccanismi di circolazione delle élites (ereditarietà, cooptazione, circolazione vera e propria, rivoluzione) e l'importanza dei residui e delle derivazioni in Pareto. Vengono inoltre menzionati altri autori influenti come Lasswell, Mannheim, Ortega y Gasset, Schumpeter, Aron, Dahrendorf e Riesman, sottolineando la complessità e l'evoluzione del dibattito sulla definizione stessa del termine 'élite'.
1.3 Metodologia di ricerca approccio comparativo e scelta delle variabili
La ricerca adotta un approccio comparativo, scegliendo Italia e Germania come casi studio per la loro similarità istituzionale (democrazie parlamentari con esecutivo dipendente dalla fiducia parlamentare) e socio-economica (economie di libero mercato, democrazie consolidate, appartenenza all'UE). Questo metodo, definito 'most similar systems', consente di isolare le variabili indipendenti che influenzano la variabile dipendente, la classe dei parlamentari. Le variabili indipendenti scelte sono il sistema dei partiti (misurato attraverso indici come NEP e Rae) e le condizioni socio-economiche dell’elettorato. L'analisi si basa su dati quantitativi e qualitativi, utilizzando metodi statistici come il canone congiunto della concordanza e della differenza di Mill. Si effettua sia un’analisi diacronica (nel tempo) all’interno di ogni paese che un’analisi sincronica (nello stesso tempo) comparando i due paesi.
1.4 Ipotesi di ricerca e obiettivi dell analisi
L'obiettivo principale è verificare l'influenza del sistema dei partiti e delle condizioni socio-economiche sull'evoluzione delle élites parlamentari. Si ipotizza che il cambiamento del sistema dei partiti influenzi la composizione delle élites (ipotesi 1), e che le caratteristiche socio-economiche dell'elettorato influenzino le caratteristiche dei parlamentari (ipotesi 2). L’analisi mira a valutare la validità esplicativa della teoria delle élites, confrontandola con la teoria della rappresentanza come rappresentatività, ovvero quanto la composizione del parlamento rispecchi le caratteristiche dell’elettorato. Gli indicatori scelti per testare le ipotesi includono età media dei parlamentari, tasso di neoeletti, tipologia di lavoro e tasso di laureati tra i deputati, in relazione al PIL e al tasso di disoccupazione dell'elettorato.
II.Analisi del Caso Italiano La Camera dei Deputati 1996 2013
L'analisi della Camera dei Deputati italiana dal 1996 al 2013, coprendo cinque legislature (XIII-XVII), esplora i cambiamenti nella composizione delle élites parlamentari. Vengono esaminati gli effetti dei diversi sistemi elettorali (Mattarellum, Porcellum) sulla rappresentatività dei deputati. Si analizza l'evoluzione del sistema dei partiti, l'impatto delle condizioni socio-economiche (PIL, disoccupazione, livello di istruzione), e il ruolo dei partiti nella selezione dei candidati. Vengono considerati i governi di questo periodo, con particolare attenzione alle coalizioni e alla loro stabilità. Figure chiave: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, Giuliano Amato, Enrico Letta, Sergio Mattarella (legge elettorale Mattarellium).
2.1 Contesto istituzionale sistema dei partiti e fattori socio economici 1996 2013
Questa sezione fornisce il contesto socio-politico ed economico dell'Italia tra il 1996 e il 2013, periodo analizzato nello studio delle élites parlamentari. Si descrive il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, sottolineando i cambiamenti nel sistema dei partiti a seguito di Mani Pulite: la scomparsa della Democrazia Cristiana, la trasformazione del Partito Comunista in Democratici di Sinistra (DS) e la nascita di Forza Italia. Vengono analizzate le elezioni del 1996, con la formazione di due grandi coalizioni (l'Ulivo e il Polo per le Libertà), e l'evoluzione del sistema partitico durante le legislature XIII, XIV, XV, XVI e XVII. Si esamina l'impatto dei sistemi elettorali, in particolare il Mattarellum e il Porcellum, sulla frammentazione partitica e sulla rappresentatività. Si analizzano anche gli aspetti socio-economici, quali il PIL, il PIL pro capite, il tasso di disoccupazione e il livello di istruzione della popolazione, evidenziando le tendenze e le correlazioni con il contesto politico.
2.2 Aspetti politico parlamentari e socio economici dei deputati
Questa parte analizza le caratteristiche dei deputati eletti tra il 1996 e il 2013, focalizzandosi sugli aspetti politico-parlamentari e socio-economici. Si esaminano dati come l'età media dei deputati e la percentuale di neoeletti per legislatura, al fine di valutare il ricambio generazionale e l'esperienza politica dei parlamentari. Vengono inoltre analizzati indicatori socio-economici quali la tipologia di lavoro e il livello di istruzione (tasso di laureati) dei deputati, per valutare il grado di rappresentatività rispetto all'elettorato. Si discute la scelta di questi indicatori in relazione alle teorie della rappresentanza, confrontando la rappresentanza come 'rappresentazione' (riflesso delle caratteristiche dell'elettorato) e la rappresentanza come 'élite'. L’analisi considera anche il ruolo dei partiti nella selezione dei candidati e il loro legame con il territorio.
2.3 Verifica delle ipotesi di ricerca
Questa sezione presenta la verifica empirica delle ipotesi di ricerca formulate nella parte introduttiva. Si analizza l'influenza del sistema dei partiti (attraverso gli indici NEP e Rae) e delle condizioni socio-economiche dell'elettorato sulla composizione e sulle caratteristiche delle élites parlamentari. Vengono confrontati i dati relativi all'età media dei deputati, al tasso di neoeletti, alla tipologia di lavoro e al tasso di laureati, con l'andamento del PIL e del tasso di disoccupazione. Si valuta se esiste una correlazione significativa tra i cambiamenti nel sistema dei partiti e le caratteristiche dei deputati eletti, e se queste ultime rispecchiano le caratteristiche dell'elettorato. L’analisi si concentra sulla verifica della rappresentanza come rappresentatività e sulla teoria delle élites, valutando l’ipotesi che i partiti, piuttosto che gli elettori, siano i principali artefici della composizione del Parlamento.
III.Analisi del Caso Tedesco Il Bundestag 1998 2013
L'analisi del Bundestag tedesco (1998-2013) si concentra sulla stabilità del sistema dei partiti e la sua influenza sulla composizione delle élites parlamentari. Si esamina il sistema elettorale tedesco, con particolare attenzione alle liste bloccate e al meccanismo di compensazione dei seggi. L'analisi considera l'impatto delle condizioni socio-economiche (PIL, disoccupazione giovanile) sulla rappresentanza politica. L'indagine include l'analisi dell'età media dei parlamentari e il tasso di neoeletti. Figure chiave: Helmut Kohl, Angela Merkel, Peer Steinbrück.
3.1 Il sistema dei partiti tedesco e il sistema elettorale
Questa sezione descrive il sistema dei partiti in Germania dal 1998 al 2013, evidenziando la sua notevole stabilità. I principali partiti presenti nel Bundestag sono stati CDU, CSU, SPD e FDP (con l'aggiunta dei Verdi in alcuni periodi). Il sistema elettorale tedesco, definito proporzionale personalizzato, prevede un voto per un candidato uninominale e un voto per una lista di partito. L'analisi si concentra sul meccanismo di assegnazione dei seggi, che ha subito modifiche legislative a seguito di sentenze del Tribunale costituzionale tedesco (sentenze del 3 luglio 2008 e 25 luglio 2012), volte a garantire una maggiore proporzionalità tra voti e seggi. Si discute inoltre il ruolo delle liste bloccate e il procedimento di selezione dei candidati all'interno dei partiti, evidenziando il coinvolgimento degli iscritti e l'influenza di questa dinamica sulla composizione del Bundestag. Viene menzionato il fenomeno dello 'Stimmensplitting', ovvero la possibilità per gli elettori di esprimere due voti diversi, uno per il partito principale e uno per un partito alleato.
3.2 Analisi dell evoluzione del Bundestag 1998 2013
L'analisi del Bundestag tra il 1998 e il 2013 esamina l'evoluzione del sistema dei partiti attraverso l'analisi dei risultati elettorali di cinque legislature. Si evidenzia la stabilità del sistema bipolare, con CDU/CSU e SPD come principali attori, mentre gli altri partiti hanno un ruolo minore. Vengono analizzati i risultati elettorali di ogni legislatura, evidenziando i cambiamenti nella distribuzione dei voti e dei seggi tra i partiti. Si considera l'impatto delle condizioni socio-economiche, con particolare riferimento al PIL, al PIL pro capite, al tasso di disoccupazione e alla disoccupazione giovanile, confrontando l'andamento tedesco con la media UE e sottolineando il quadro positivo dell'economia tedesca nel periodo considerato. Si analizzano infine i dati relativi all'età media dei parlamentari e al tasso di neoeletti, al fine di valutare il ricambio generazionale e la stabilità dell'élite parlamentare tedesca.
3.3 Verifica delle ipotesi di ricerca nel caso tedesco
Questa sezione presenta la verifica delle ipotesi di ricerca nel contesto tedesco. Si analizza la relazione tra il cambiamento del sistema dei partiti (misurato tramite NEP e indice di Rae) e la composizione delle élites parlamentari. Data l'estrema stabilità del sistema partitico tedesco nel periodo considerato, l'analisi si concentra sull'impatto di questa stabilità sulle caratteristiche dei parlamentari, come l'età media. Si discute il ruolo del meccanismo interno ai partiti per la selezione dei candidati e il suo impatto sulla continuità dell'élite. Si conclude valutando la validità delle ipotesi di ricerca alla luce dei dati raccolti, considerando sia la prospettiva della rappresentanza come 'rappresentatività' che come 'élite', analizzando se il Bundestag rispecchia le caratteristiche della popolazione tedesca o se, invece, il suo funzionamento è principalmente determinato dai meccanismi interni ai partiti.
IV.Confronto Italia Germania e Conclusioni
Il confronto tra Italia e Germania evidenzia differenze significative nell'evoluzione delle élites parlamentari, determinate principalmente dalla diversità dei sistemi partitici e dei sistemi elettorali. In Italia si osserva una maggiore instabilità e un cambiamento più significativo nella composizione delle élites, mentre in Germania prevale una maggiore stabilità. La ricerca valuta la validità della teoria delle élites e della rappresentanza politica, confrontando l'effettiva rappresentatività dei parlamentari rispetto alle caratteristiche del loro elettorato. Si conclude analizzando quanto le élites parlamentari rispecchino o meno le caratteristiche dell’elettorato, valutando la prevalenza della rappresentanza come “rappresentatività” o come “élite”.
4.1 Confronto tra l evoluzione delle élites parlamentari italiane e tedesche
Questa sezione confronta i risultati ottenuti per l'Italia e la Germania, alla ricerca di analogie e differenze nell'evoluzione delle élites parlamentari. L'analisi mette a confronto i cambiamenti nelle caratteristiche delle élites parlamentari dei due paesi, considerando l'influenza dei sistemi dei partiti e delle condizioni socio-economiche. Si evidenzia la maggiore stabilità del sistema partitico tedesco rispetto a quello italiano, e come questa stabilità si rifletta nella composizione del Bundestag. Al contrario, in Italia si osserva una maggiore dinamicità e un più significativo ricambio nelle élites parlamentari, influenzato dai cambiamenti nel sistema dei partiti e dai diversi sistemi elettorali. Il confronto analizza l’impatto dei sistemi elettorali, il ruolo dei partiti nella selezione dei candidati, e la correlazione tra le caratteristiche dei parlamentari e quelle dell’elettorato.
4.2 Conclusioni rappresentanza come rappresentatività vs. rappresentanza come élite
Le conclusioni riassumono i risultati dell'analisi comparata, confrontando l'evoluzione delle élites parlamentari italiane e tedesche. Si valuta la validità esplicativa della teoria delle élites e della teoria della rappresentanza come rappresentatività. L'analisi evidenzia come la composizione e il cambiamento delle élites parlamentari in entrambi i paesi si allontanino dal modello della rappresentanza come rappresentatività, mostrando una scarsa correlazione tra le caratteristiche dei parlamentari e quelle dell'elettorato. Si discute l'influenza dei partiti nella selezione dei candidati e come questo influisca sulla composizione dei parlamenti. Si conclude riflettendo sul ruolo dei partiti nel processo di selezione delle élites e sul grado in cui i parlamenti sono effettivamente rappresentativi delle istanze e delle caratteristiche della popolazione.