Termodinamica (pdf) - 1.28 MB

Termodinamica: Primo Principio

Informazioni sul documento

Lingua Italian
Formato | PDF
Dimensione 1.28 MB
Specialità Termodinamica
Tipo di documento Appunti per lezione

Riassunto

I.Il Lavoro e l Energia Teorema dell Energia Cinetica e Forze Conservative

Questo documento tratta principalmente il primo principio della termodinamica e la relazione tra lavoro e energia. Il teorema dell'energia cinetica, valido sia in meccanica classica che relativistica, afferma che il lavoro effettuato da forze agenti su un corpo determina variazioni di energia cinetica. Nel caso di forze conservative, il lavoro compiuto si può esprimere come diminuzione di energia potenziale, dipendendo solo dalle configurazioni iniziale e finale del sistema. Quando agiscono solo forze conservative, l'energia meccanica (somma di energia cinetica e energia potenziale) si conserva; altrimenti, la variazione di energia meccanica è pari al lavoro delle forze esterne e interne non conservative (forze dissipative).

1. Teorema dell Energia Cinetica

Il documento introduce il teorema dell'energia cinetica, un principio fondamentale della meccanica che afferma che il lavoro totale compiuto su un corpo o su un sistema di corpi è uguale alla variazione della sua energia cinetica. Questa relazione, valida sia nella meccanica classica che in quella relativistica, stabilisce un legame diretto tra il lavoro svolto dalle forze agenti sul sistema e la variazione della sua energia cinetica. In altre parole, se si compie un lavoro su un oggetto, la sua velocità cambierà, riflettendo la variazione di energia cinetica. Questo principio è la base per comprendere come l'energia si trasferisce attraverso il lavoro meccanico.

2. Forze Conservative ed Energia Potenziale

Una sezione importante si concentra sulle forze conservative, una categoria particolare di forze interne il cui lavoro compiuto dipende esclusivamente dalla configurazione iniziale e finale del sistema, non dal percorso seguito. Il lavoro svolto da queste forze può essere espresso come diminuzione dell'energia potenziale del sistema. Questo significa che, se un sistema ritorna alla sua configurazione iniziale dopo una serie di movimenti sotto l'azione di forze conservative, il lavoro totale svolto sarà zero, poiché l'energia potenziale sarà tornata al suo valore originale. Esempi di forze conservative includono la forza gravitazionale e la forza elastica di una molla. La comprensione di queste forze è fondamentale per analizzare il comportamento di sistemi meccanici.

3. Conservazione ed Non Conservazione dell Energia Meccanica

Il documento evidenzia la conservazione dell'energia meccanica quando sul corpo agiscono esclusivamente forze conservative. In questo caso, la somma dell'energia cinetica e dell'energia potenziale rimane costante. Tuttavia, in situazioni più generali, l'energia meccanica non si conserva. Le variazioni di energia meccanica sono attribuite al lavoro svolto da forze esterne e forze interne non conservative, dette forze dissipative. Queste ultime, come l'attrito, trasformano l'energia meccanica in altre forme di energia, come il calore. Quindi, la variazione dell'energia meccanica di un sistema è determinata dal lavoro delle forze esterne e delle forze interne non conservative, evidenziando come l'energia può essere trasferita e trasformata in diverse forme.

4. Approssimazioni e Limiti del Modello

Il testo discute alcune semplificazioni e approssimazioni utilizzate nell'analisi dei sistemi. Ad esempio, si ignora spesso la variazione di energia potenziale gravitazionale di un gas, considerato come un tutto, anche se una porzione del gas potrebbe trovarsi a quote diverse. Si assume anche una densità uniforme del gas, sebbene questa ipotesi sia valida solo approssimativamente, soprattutto in presenza di rarefazioni locali. Per aggirare queste complicazioni, spesso si considera che le trasformazioni avvengano attraverso una successione di stati di equilibrio, simulando un movimento a scatti, per semplificare il calcolo e l'analisi del sistema. Queste approssimazioni sono utili per semplificare i modelli ma è importante essere consapevoli dei loro limiti.

II.Introduzione alla Termodinamica Parametri di Stato ed Equilibrio

La termodinamica si concentra su sistemi dove le variazioni di energia meccanica sono trascurabili o quantificabili e accantonabili. Un sistema termodinamico è descritto da parametri di stato, grandezze fisiche come pressione, volume, temperatura, e massa (nel caso di un gas), che descrivono completamente le sue caratteristiche macroscopiche in condizioni di equilibrio. Esempi di trasformazioni termodinamiche sono le trasformazioni isobare (pressione costante), isocore (volume costante), isoterme (temperatura costante) e adiabatiche (senza scambio di calore).

1. La Termodinamica Un Campo di Studio Restritto

La termodinamica, a differenza della meccanica, si concentra su sistemi dove le variazioni delle diverse forme di energia meccanica (cinetica e potenziale) sono trascurabili o, se quantificabili, possono essere considerate a parte per semplificare l'analisi. Questo approccio si adotta per semplificare la trattazione, evitando di considerare dettagli che potrebbero appesantire il modello senza apportare contributi significativi alla comprensione dei fenomeni termodinamici. Ad esempio, nello studio di una macchina termica, l'energia cinetica dovuta alla rotazione terrestre o al movimento di una nave è irrilevante per il funzionamento della macchina stessa. La termodinamica si concentra dunque sull'essenziale, semplificando i modelli per ottenere una comprensione più efficace dei processi termici.

2. Parametri di Stato e Condizioni di Equilibrio

In termodinamica, un sistema fisico viene descritto da un numero limitato di grandezze fisiche, definite come parametri di stato. Questi parametri, in condizioni di equilibrio, descrivono completamente le caratteristiche macroscopiche del sistema considerate rilevanti. Nel caso di un gas contenuto in un cilindro con un pistone, parametri di stato importanti sono la massa, la composizione chimica, la pressione, il volume e la temperatura. Grandezzze come la forma del recipiente o la densità, seppur influenti a livello microscopico, sono spesso trascurate nell'analisi macroscopica del sistema termodinamico. L'equilibrio termodinamico è una condizione fondamentale, dove grandezze come pressione, densità, volume e temperatura sono definite in modo non ambiguo per il sistema o per porzioni macroscopiche di esso.

3. Le Semplificazioni del Modello Un Gas Ideale

L'analisi termodinamica spesso implica semplificazioni. Quando un gas solleva un pistone, numerosi processi microscopici sono trascurati per semplificare l'analisi macroscopica. Ad esempio, si assume spesso che la densità del gas rimanga costante durante la trasformazione, anche se in realtà è minore vicino al pistone a causa della rarefazione. Questo problema viene aggirato considerando che, dopo un certo tempo, il gas si riporterà ad uno stato di uniformità, o tramite l'ipotesi di una successione di stati di equilibrio, simulando un movimento a scatti. Queste approssimazioni consentono di rendere più gestibile l'analisi, ma è importante riconoscere che si tratta di semplificazioni che possono allontanare il modello dalla realtà.

III.L Esperimento di Joule e l Equivalenza tra Calore e Lavoro

James Prescott Joule (1818-1889) dimostrò l'equivalenza tra calore e lavoro tramite esperimenti, il più famoso con il mulinello di Joule. Questo esperimento mostrò che il lavoro meccanico dissipato per attrito si trasforma in calore, con un rapporto costante (equivalente meccanico del calore, circa 4.186 J/cal). L'unità di misura del lavoro e dell'energia nel Sistema Internazionale, il joule, prende il nome da lui. Questo evidenzia che lo stato termico di un sistema può essere modificato tramite scambio di calore o compiendo lavoro.

1. L Esperimento del Mulinello di Joule

Il documento descrive gli esperimenti condotti da James Prescott Joule (1818-1889) tra il 1841 e il 1848, culminati nel famoso esperimento del mulinello a palette. In questo esperimento, due pesi in caduta mettono in rotazione un mulinello immerso in acqua. L'attrito viscoso dell'acqua, che aumenta con la velocità del mulinello, dissipa l'energia potenziale dei pesi, trasformandola in calore. Misurando l'aumento di temperatura dell'acqua e conoscendo la capacità termica del sistema, Joule potè calcolare l'equivalente meccanico del calore, stabilendo una relazione quantitativa tra lavoro meccanico e calore. Questo esperimento rappresentò un passo fondamentale nella comprensione dell'equivalenza tra queste due forme di energia.

2. Equivalenza tra Calore e Lavoro Un Entità Fisica Unica

Joule dimostrò che il rapporto tra energia dissipata (lavoro) e calore prodotto è costante, indipendentemente dal metodo utilizzato per produrre il calore (corrente elettrica o movimento meccanico). Questa costanza del rapporto suggerisce che calore e lavoro sono manifestazioni della stessa entità fisica: l'energia. La differenza nell'apparente costanza deriva semplicemente dalle diverse unità di misura usate; se misurate con la stessa unità, sarebbero numericamente uguali. Joule determinò un valore dell'equivalente meccanico del calore pari a 4,18 J/cal (poi raffinato a 4,1855 J/cal), un risultato di straordinaria precisione per l'epoca. Questa scoperta ha rivoluzionato la fisica, unificando le diverse forme di energia.

3. Trasformazioni Termiche e il Primo Principio

L'equivalenza tra lavoro meccanico e calore implica che lo stato termico di un sistema può essere modificato in infiniti modi, sia fornendo calore (Q) che compiendo lavoro (L). Il lavoro è positivo se il sistema compie lavoro sull'ambiente, negativo se è l'ambiente a compiere lavoro sul sistema; analogamente, il calore è positivo se fornito al sistema, negativo se sottratto. La differenza Q - L rappresenta una misura dell'energia contenuta nel sistema, definita come energia interna. Questa differenza, dipendente solo dallo stato iniziale e finale del sistema (funzione di stato), è direttamente legata alla somma dell'energia potenziale e cinetica delle molecole che compongono il sistema. Questo concetto fondamentale getta le basi del primo principio della termodinamica.

IV.Energia Interna di un Gas Perfetto e Trasformazioni

L'energia interna di un gas perfetto è essenzialmente l'energia cinetica delle sue molecole. Il documento analizza diverse trasformazioni termodinamiche di un gas perfetto: trasformazioni isocora, trasformazioni isobare, e trasformazioni adiabatiche. Vengono presentate le equazioni per calcolare il lavoro, la variazione di energia interna, e il calore scambiato in queste trasformazioni. L'equazione di stato dei gas perfetti e la relazione di Mayer sono utilizzate per i calcoli.

1. L Energia Interna di un Gas Perfetto Un Modello Semplificato

Il documento definisce l'energia interna di un gas perfetto, un modello semplificato che ignora l'energia di massa e le interazioni a distanza tra le molecole. In questo modello ideale, l'energia interna si riduce all'energia cinetica dei movimenti molecolari. Questa semplificazione permette di analizzare il comportamento termodinamico del gas in modo più agevole, concentrandosi sull'energia cinetica delle particelle come indicatore dello stato termico del sistema. La semplicità di questo modello lo rende un punto di partenza fondamentale per lo studio della termodinamica dei gas, anche se le sue previsioni non sono sempre perfettamente accurate nel mondo reale.

2. Trasformazioni a Volume Costante Isocore

Le trasformazioni isocora, che avvengono a volume costante, sono analizzate nel dettaglio. In queste trasformazioni, la pressione del gas è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta, secondo l'equazione di stato dei gas perfetti. Questo implica una proporzionalità diretta tra variazioni di pressione e corrispondenti variazioni di temperatura. La variazione di energia interna (ΔU) in una trasformazione isocora è data da ΔU = Qv = nCvΔT, dove Qv è il calore scambiato a volume costante, n è il numero di moli, Cv è il calore specifico molare a volume costante, e ΔT è la variazione di temperatura. Questo modello, confermato sperimentalmente in un ampio intervallo di temperature, costituisce una solida base per il modello del gas perfetto.

3. Trasformazioni a Pressione Costante Isobare e la Relazione di Mayer

Le trasformazioni isobare, che avvengono a pressione costante, sono descritte in relazione alla temperatura e al volume. In una trasformazione isobara, il volume del gas è direttamente proporzionale alla temperatura assoluta. Per un gas perfetto, la relazione di Mayer fornisce un legame tra i calori specifici molari a pressione costante (Cp) e a volume costante (Cv): Cp = Cv + R, dove R è la costante dei gas. Questa relazione è particolarmente importante perché è indipendente da qualsiasi modello specifico di gas e deriva unicamente dall'equazione di stato del gas perfetto e dal primo principio della termodinamica. L'analisi evidenzia come, in una trasformazione isobara, è necessario più calore per ottenere lo stesso aumento di temperatura rispetto a una trasformazione isocora, a causa della produzione di lavoro durante l'espansione.

4. Trasformazioni Adiabatiche

Il documento descrive le trasformazioni adiabatiche, che avvengono senza scambio di calore con l'ambiente. Queste trasformazioni richiedono o un isolamento termico del gas (come in un vaso Dewar) o una velocità di trasformazione sufficientemente elevata da impedire scambi termici significativi. Nelle trasformazioni adiabatiche, il lavoro è effettuato a spese dell'energia interna del gas (espansione) o a favore dell'aumento dell'energia interna (compressione). La temperatura del gas aumenta durante la compressione adiabatica e diminuisce durante l'espansione adiabatica, poiché l'energia interna è direttamente legata alla temperatura. Esempi pratici includono l'espansione adiabatica dell'anidride carbonica per la produzione di ghiaccio secco e la compressione adiabatica dell'aria nei motori diesel per l'autoaccensione del combustibile.

V.Esempi e Applicazioni

Il documento presenta numerosi esempi applicativi per calcolare lavoro, calore, e variazioni di energia interna in diverse trasformazioni termodinamiche di un gas perfetto. Vengono forniti esercizi numerici per illustrare il concetto di energia interna e le relazioni tra calore e lavoro in diversi scenari. Le applicazioni includono il funzionamento di motori a combustione interna e il concetto di valvola di sicurezza nelle pentole a pressione.

1. Esempi di Calcolo del Lavoro e del Calore Scambiato

Il documento presenta diversi esempi numerici per illustrare il calcolo del lavoro e del calore scambiato durante le trasformazioni termodinamiche. Questi esempi, che coinvolgono gas perfetti sottoposti a trasformazioni isobare, isocore, e isoterme, permettono di applicare le formule e le relazioni teoriche precedentemente introdotte. Vengono forniti dati iniziali (pressione, volume, temperatura, numero di moli) e si richiede il calcolo della variazione di energia interna e del lavoro compiuto. Questi esempi concreti aiutano a chiarire i concetti teorici e a consolidare la comprensione delle relazioni tra lavoro, calore ed energia interna in diversi scenari termodinamici.

2. Applicazione alla Cottura a Pressione

Un esempio pratico interessante è quello della pentola a pressione. Il documento spiega come la cottura a pressione permetta di raggiungere temperature superiori a 100°C, rispetto alla cottura tradizionale. Questo avviene grazie alla chiusura ermetica della pentola che impedisce la fuoriuscita di vapore, aumentando la pressione interna. L'aumento di pressione innalza il punto di ebollizione dell'acqua, accelerando la cottura degli alimenti. La valvola di sicurezza, un'innovazione tecnologica descritta, regola la pressione interna, evitando pressioni eccessive e garantendo la sicurezza d'uso. L'esempio evidenzia l'applicazione pratica dei principi termodinamici nella vita quotidiana.

3. Applicazioni in Motori a Combustione Interna e Altri Sistemi

Altri esempi di applicazione dei principi termodinamici riguardano i motori diesel. Il documento descrive come la rapida compressione adiabatica dell'aria nel cilindro del motore diesel provochi un aumento significativo di temperatura, sufficiente per l'autoaccensione del combustibile. Questo processo sfrutta la relazione tra compressione adiabatica e aumento di temperatura. Altri esempi, seppur non sviluppati nel dettaglio, accennano alle trasformazioni adiabatiche in diversi contesti, sottolineando la rilevanza dei principi termodinamici in vari ambiti, tra cui l'ingegneria e la tecnologia. Queste brevi menzioni aprono a potenziali approfondimenti sui molteplici usi della termodinamica in contesti pratici.